Continua la negatività sui mercati nella seduta di oggi, con gli investitori che sembrano aver perso l’ottimismo degli ultimi giorni dopo la tanto attesa pubblicazione dei verbali del FOMC di ieri sera. Tra i titoli particolarmente penalizzati oggi troviamo ENI, dove
pesano sia il pessimismo generalizzato sulla strategia attendista della FED che l’andamento del petrolio.
Azioni ENI in calo: pesano timori di FED e OPEC+
Al momento della scrittura le azioni ENI stanno mettendo a segno un ribasso dell’1,30%, attestandosi a 8,022 euro. A gravare sulle quotazioni del Cane a sei zampe sono le dichiarazioni dell’OPEC+ e i verbali del FOMC. L’OPEC+ ha comunicato nel meeting di ieri che
la ripresa della domanda di oro nero potrebbe essere più bassa del previsto a causa dei timori per una seconda ondata della pandemia di Coronavirus.
Oltre a questo, la fragilità del recupero della domanda ha portato Russia e Arabia saudita a
mettere pressione ai membri del cartello che tendono a non rispettare i patti sui tagli, in particolare verso Nigeria e Iraq. I due Paesi dovranno fornire un piano di compensazione entro il prossimo 28 agosto. Per il capo del Ministero dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, l’OPEC+ dovrà cercare di stabilizzare il mercato petroilifero almeno fino ad aprile 2022.
Per quanto riguarda la FED invece, le incertezze arrivano anche dai verbali del FOMC rilasciati nella serata di ieri. Nel comunicato si legge come vi sia una
preoccupazione relativa alla prosecuzione dell’impatto del COVID-19 sull’economia. Mentre l’istituto vede positivamente nuovi stimoli fiscali da parte di Washington, altrettanto non ha fatto sull’acquisto di titoli di Stato per controllare la curva dei rendimenti. Secondo gran parte dei membri del Comitato, i benefici sarebbero modesti nell’attuale scenario economico.
Azioni ENI: analisi tecnica e strategie operative
Da un punto di vista grafico i prezzi delle azioni ENI evidenziano una certa debolezza, incrementata dal recente test della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi dell’8 marzo a quelli del 7 giugno 2020. Ulteriori segnali di fiacchezza sono messi in luce dalla violazione del livello dinamico che collega i lows del 2 e 6 agosto 2020.
Il riferimento principale resta comunque il livello orizzontale a 7,78 euro, espresso dai minimi del 29 marzo scorso.
Una discesa delle quotazioni al di sotto di tale zona permetterebbe ai venditori di incrementare nuovamente la loro pressione portandosi almeno fino ai lows dell’anno, posti a 6,16 euro.
La situazione potrebbe invece volgere a favore dei compratori solo nell’eventualità di una salita al di sopra degli 8,47 euro, fatto che permetterebbe ai prezzi di superare la trendline menzionata prima e di interrompere la serie di top decrescenti.
Operativamente
si potrebbero ancora valutare strategie di natura short, specie in caso di discesa sotto i 7,84 euro. Lo stop loss sarebbe localizzato a 8,17 euro, mentre l’obiettivo a 7,44 euro.
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