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I fondi d'investimento hanno perso svariati miliardi con le azioni delle banche;
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Le ragioni delle perdite sono da ricondursi ai tassi bassi che hanno appiattito il margine d'intermediazione;
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Per il futuro le prospettive sul settore bancario non sono rosee, ma c'è chi scommette su una ripresa
È stato un'operazione sbagliata. Questa è la sensazione che prevale nei fondi d'investimento internazionali che hanno comprato le azioni delle banche. Gran parte di quelli che hanno deciso di investire sul comparto durante la pandemia ha dovuto subire perdite sonore.
In USA l'indice KBW NASDAQ Bank è crollato del 33% da inizio anno, mentre lo S&P 500 è cresciuto del 5,8%. Sono molti i grandi investitori che hanno deciso di liquidare il capitale impiegato negli istituti di credito, a partire da Warren Buffett. Con la sua Berkshire Hataway l'oracolo di Omaha ha venduto azioni degli istituti di credito per svariati miliardi di dollari nel secondo trimestre 2020, pur investendo nella Bank of America.
L'hedge fund MP3 Partners ha registrato quest'anno il peggior esercizio finanziario della sua storia, con una perdita del 12,8% a causa degli istituti di credito. Al fondo che gestisce 265 milioni di dollari non è riuscita la stessa impresa che compì durante la crisi finanziaria, quella del 2008-2009, quando comprò a mani basse i titoli del settore approfittando dei prezzi bassi, incassando il 32% di profitto.
Un'altra grande società di investimento, la Debt opportunities che amministra 2,1 miliardi di dollari, ha dovuto fare i conti con un rosso del 19,8%. La società guidata da Emanuel Friedman è rimasta intrappolata da una serie di investimenti su banche e assicurazioni andati male. Stesso discorso è valso per fondi minori come FJ Capital Management in picchiata del 26,3% e Toscafund Asset Management che ha visto il patrimonio gestito impoverirsi del 17,4%.
Azioni bancarie: le ragioni delle perdite
Il motivo fondamentale per cui i fondi si sono insanguinati dietro agli investimenti bancari risiede nel basso margine d'interesse degli istituti di credito. Le politiche monetarie ultra accomodantei della Federal Reserve hanno schiacciato verso il basso i tassi e le banche hanno trovato poco spazio per poter ottenere profitto dalla classica attività di intermediazione.
Questo ha comportato svendite di assets da parte delle aziende di credito, facendo proliferare preoccupazioni sui prestiti effettuati. Timori che hanno trovato riscontro in decine di miliardi di dollari di accantonamenti per fronteggiare eventuali perdite in conto capitale. Le pressioni sui titoli in Borsa del comparto bancario ne sono una legittima conseguenza.
Azioni bancarie: le prospettive future
A questo punto cosa attenderci per il futuro riguardo il settore bancario? I soggetti coinvolti non esprimono un giudizio unanime sulla questione. Di fondo prevale un certo pessimismo generale, condizionato da una prospettiva legata alla pandemia che non è delle più confortanti. Secondo Kieran Cavanna di Old Farm Partners, società newyorchese di investimento e di consulenza, i fondi attualmente stanno correndo verso le azioni biotecnologiche e scappando da quelle finanziarie.
Questo si lega in gran parte al calo dei profitti delle banche, ma soprattutto all'incertezza che riguarda le attività a rischio delle stesse. Al giudizio di Cavanna, fa eco la lettera che i dirigenti del fondo Castine hanno inviato il mese scorso ai loro clienti, dove viene messo in risalto il problema dei prestiti. Nel testo si evidenzia come un eventuale differimento del prestito potrebbe trasformarsi in credito deteriorato, comportando una grossa perdita per le banche.
Secondo Castine la situazione sarebbe aggravata da una mancanza di strategia a livello federale contro un'ulteriore escalation della pandemia che comporterebbe nuove chiusure. Questo giocoforza annerisce il sentiment verso le azioni degli istituti di credito, almeno nel medio termine. Alle considerazioni poco incoraggianti di alcuni esperti si contrappongono però valutazioni di chi vede in questo momento delle opportunità.
Il fondo EJF ritiene che le banche americane siano molto capitalizzate e che riescano quindi ad assorbire facilemente le eventuali perdite sui crediti, le quali non dovrebbero essere così consistenti per come si vuol far credere. Tale ottimismo è corroborato da quello dell'hedge fund M3, che ha spiegato di ossercare da vicino la situazione dei prestiti delle banche a tutti gli esercizi commerciali colpiti dal Covid-19 come ristoranti, hotel e venditori al dettaglio. Finora non è stata ravvisata una situazione così drammatica in confronto al credito verso altri settori. Inoltre alcune banche nei prossimi mesi saranno avvantaggiate dal programma di protezione stabilito per i prestiti di emergenza.