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Saras è finita nel mirino dell'antiterrorismo per via dei sospetti che ricollegano alcuni acquisti di petrolio a sconto da fonti sospette. Dettagli e analisi tecnica
Tra il 2015 e il 2016 il petrolio dell’ISIS sarebbe arrivato in Italia tramite 25 navi arrivate a Cagliari. La società sotto accusa per aver comprato il petrolio dei terroristi è Saras, che ha acquistato l’oro nero a basso costo in modo tale da battere il mercato e di frodare il fisco per 130 milioni di euro. Per i venditori invece è stato possibile finanziare la jihad a partire da un bonifico definito “strano” da 60 milioni di euro.
Petrolio dell’ISIS in Sardegna: cosa è successo
Lo scorso 30 settembre la Procura Distrettuale Antiterrorismo di Cagliari ha perquisito gli uffici di Cagliari e Milano di Saras. Gli indagati sono il CFO della società, Franco Balsamo, e il capo dell’ufficio commerciale Marco Schiavetti. I reati vanno dall’ipotesi di riciclaggio, falso e reati tributari. A smascherare la frode sono stati i documenti arrivati con il petrolio, che sono apparsi fasulli e non in grado di attestare l’origine del prodotto.
Secondo i documenti, a muovere la materia prima sarebbe la Petraco Oil Company, azienda con sede a Londra e filiale operativa a Lugano. Quest’ultima compagnia avrebbe a sua volta acquistato il petrolio dalla Edgewater Falls, con sede alle Isole Vergini, la quale ha comprato l’oro nero da un’azienda turca che l’ha ottenuto in un luogo non specificato dell’Iraq. Secondo gli inquirenti, la Edgewater è di proprietà di Petraco e il carico non sarebbe mai passato per la Turchia, ma sarebbe arrivato direttamente dall’Iraq.
A muovere quel petrolio sarebbero stati prima i curdi e poi i terroristi di Daesh. All’epoca dei fatti il Kurdistan aveva iniziato a commerciare greggio estratto in assenza dell’autorizzazione da parte del Governo di Baghdad. La guardia di finanza ha tracciato bonifici da parte di Saras per 14 miliardi di euro perso la Petraco, dai cui conti il denaro inizia a sparire verso società gemelle, Edgewaters inclusa.
Dalle Isole Vergini partono altri pagamenti, tra cui uno di 217 milioni alla Powertrans, la compagnia turca che avrebbe dovuto fornire la materia prima, ma che secondo l’antiterrorismo sarebbe servita solo a fornire la documentazione. Agli atti vi è anche un pagamento da 4 miliardi di dollari verso il Governo federale curdo. In Iraq poi qualcosa cambia, con uno storno presso la filiale tedesca di Unicredit di 60 milioni di dollari da parte della Edgewaters al Governo curdo.
Per i magistrati, si potrebbe ipotizzare che in quel periodo la proprietà del greggio fosse dell’ISIS. A validare l’ipotesi sarebbero bonifici della stessa Edgewaters per 3,6 miliardi di dollari senza indicazione del beneficiario, “verosimilmente perché era inconfessabile”. Dal canto suo Saras definisce il suo comportamento inappuntabile, esprimendo la piena fiducia e collaborazione con la magistratura.
Saras: in arrivo l’OPA?
Secondo quanto riportato negli scorsi giorni da Milano Finanza, ci potrebbero essere dei cambiamenti nell’azionariato di Saras. Sarebbero infatti alcuni mesi che diverse banche d’affari stanno guardando il dossier dell’azienda. Mentre alcune indiscrezioni vedevano il delisting dell’azienda, altre sostenevano che un fondo USA si sarebbe affacciato per compiere eventualmente un’OPA.
Saras: analisi tecnica e strategie operative
La seduta di oggi è partita in maniera decisamente negativa per le azioni Saras a Piazza Affari, che al momento della scrittura lasciano sul terreno il 5,92% attestandosi a 0,49 euro. Da un punto di vista grafico, la sessione di oggi ha di fatto concluso la serie di sei barre giornaliere consecutive di fila, che avevano dato vita al primo vero rimbalzo dopo la seconda gamba discendente iniziata a metà giugno 2020 che aveva portato il titolo ai minimi storici a 0,426 euro.
Al momento le quotazioni sembrano mirare ad un ritorno verso i 0,4 euro, dove transita la linea di tendenza che unisce i massimi del 25 ottobre 2019 a quelli dell’8 giugno 2020. Al contrario, nel caso in cui i prezzi riuscissero a rialzare la testa l’obiettivo sarebbe localizzato nell’intorno a 0,6 euro, dove transita il livello orizzontale espresso dai minimi del 10 luglio 2020. A livello operativo e tenendo conto del solido downtrend in cui sono inseriti i corsi, si potrebbero valutare strategie di natura short da 0,51 euro, con stop loss a 0,53 e obiettivo a 0,48 euro.