Yahoo Inc. si è fatta avanti per rilevare il browser Chrome di Alphabet nel caso in cui un tribunale federale dovesse decidere che la casa madre di Google debba cedere il motore di ricerca. A rivelarlo è stato Brian Provost, direttore generale della società internet di proprietà di Apollo Global Management, che ieri ha testimoniato durante il processo di Google a Washington. Il browser, del valore di decine di miliardi di dollari, "è probabilmente il più importante attore strategico sul web", ha detto Provost, rimarcando che "saremo in grado di perseguirlo con Apollo".
Chrome: grande interesse per il motore di ricerca
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha lanciato un attacco lo scorso anno contro la Big Tech americana, stabilendo che Google ha sostanzialmente monopolizzato il mercato della ricerca online. Per questo sono in corso dibattimenti in tribunale su come porre rimedio alla questione.
Tra le possibili soluzioni c'è quella clamorosa dello smantellamento di Chrome. Ad appoggiare la richiesta del Dipartimento di Giustizia vi sono anche alcuni stati americani. Yahoo è risultata l'azienda più danneggiata dal dominio di Google. Infatti, dopo aver esercitato la leadership come principale motore di ricerca all'inizio del millennio, è stata superata dal gigante di Mountain View.
A seguito dell'acquisizione di Apollo da Verizon Communications nel 2021, Yahoo ha "cercato di rivitalizzare il suo motore di ricerca, iniziando a costruire il proprio browser che rimane in fase di sviluppo", ha detto Provost.
In tale contesto, l'azienda ha preso in considerazione la possibilità di acquisire un browser e ha colto l'occasione quando il Dipartimento di Giustizia ha pubblicato la proposta, ha sostenuto l'alto dirigente.
Un'altra società interessata all'acquisto sarebbe OpenAI, stando a quanto ha affermato al processo martedì da Nick Turley, capo di ChatGPT, il chatbot di intelligenza artificiale dell'azienda. Rispondendo a una domanda se OpenAI avrebbe cercato di acquisire Chrome, Turley ha detto che lo farebbe, "come molte altre parti".
Alphabet: trimestrale ok e via ai robotaxi
Ieri a mercati chiusi Alphabet ha pubblicato i
conti del primo trimestre 2025, riportando una
crescita due cifre dei ricavi e degli utili, trainati da un'altra buona performance nella sua attività di ricerca e dal boom della domanda di cloud computing legata all'intelligenza artificiale.
I risultati tra l'altro hanno battuto le aspettative degli analisti, facendo salire le azioni Alphabet del 5,4% nelle contrattazioni after hours di Wall Street. Nello specifico, le entrate complessive sono ammontate a 90,23 miliardi di dollari, oltre gli 89,12 miliardi di dollari stimati dal consensus. Mentre gli utili per azione di 2,81 dollari sono andati ben oltre le aspettative degli analisti di 2,01 dollari.
Di particolare interesse sono state le dichiarazioni dell'amministratore delegato Sundar Pichai, che ha annunciato l'arrivo dei taxi a guida autonoma Waymo per le persone nel prossimo futuro, proprio mentre Tesla si appresta a lanciarli quest'anno negli Stati Uniti. Il CEO non ha fornito una tempistica precisa o dettagli su come prevede di vendere i veicoli Waymo. "C'è un'opzione futura per la proprietà personale", si è limitato a dire.
Il progetto Waymo è iniziato nel 2009 e l'azienda si è scorporata da Google nel 2016. L'attività però ha fatto fatica a decollare finora a causa di diversi incidenti causati nella fase di sperimentazione, delle difficoltà tecnologiche e dei rigorosi requisiti normativi.
Con più di 700 veicoli nella sua flotta, Waymo è l'unica azienda statunitense che gestisce robotaxi senza equipaggio che raccolgono le tariffe. I veicoli utilizzano una combinazione di telecamere e sensori costosi come il lidar per creare una mappa tridimensionale della strada, aggiungendo ridondanza per aumentare la sicurezza. Per questo, il loro costo è molto più elevato dei robotaxi di Tesla, che dipendono solo dalla visione delle telecamere e dall'intelligenza artificiale.