Airbus ha in programma lo spin-off di Zephyr, la sua unità di droni ad alta quota. L'obiettivo del costruttore di aeromobili francese è quello di creare entro la fine del 2024 un'attività autonoma per operazioni commerciali. Il velivolo Zephyr, che opererà ai confini dello spazio, sarà alimentato con energia solare, con batterie secondarie caricate alla luce del giorno per alimentare il volo notturno. Grazie a questo, il tempo di volo è carbon neutral.
Al fine di accelerare la commercializzazione, Airbus si appoggerà a Morgan Stanley per trovare partner esterni e prevede di mantenere la proprietà del marchio Aalto, dove risiede il programma Zephyr, pur prendendo in considerazione investimenti esterni per contribuire ad accelerare gli obiettivi della società.
I droni ad alta quota sono più vantaggiosi rispetto ai satelliti convenzionali, in quanto offrono prestazioni con maggiore flessibilità e a costi inferiori. "Zephyr offre un mix di funzionalità a clienti come operatori mobili, che cercano di estendere la copertura a banda larga ad aree remoto o colpite da disastri", ha dichiarato Samer Halawi, ex dirigente di Intelsat e OneWeb che ha guidato il programma di Airbus dalla scorsa estate. Quest'ultimo ora è in "una fase di progettazione, ma la compagnia è pronta a monetizzare questo veicolo e a costruire un business completo attorno ad esso", ha detto.
Zephyr: il velivolo che viaggia ai confini dello spazio
Zephyr è stato in origine progettato dagli ingegneri del gruppo di difesa Qinetiq e dispone di un'apertura alare di 25 metri, pesando appena 75 kg. Per volare è alimentato attraverso pannelli solari ed è in grado di raggiungere un'altitudine di 70 mila piedi nella stratosfera, ovvero sopra gli aerei commerciali ma sotto i satelliti convenzionali. L'unità produce ricavi grazie ad alcuni clienti governativi come il Ministero della Difesa del Regno Unito. Nel 2022 Zephyr ha volato per 64 giorni consecutivi ed è stato decapitato solo per effetto del maltempo. Ora però il progetto è diventato maturo ed è pronto per offrire servizi.
Per monetizzare il programma, Airbus è già in trattative con clienti commerciali e partner strategici, ma si è appoggiato a Morgan Stanley per rendere il tutto più fluido. "Airbus non è una società che offre servizi di telecomunicazione. L'idea del carve-out è quella di portare partner che la pensano allo stesso modo nell'equazione e di essere in grado di scalare questo business", ha riferito Halawi. La società prevede di installare "porti Aalto" in 5 o 6 località in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e il Medio Oriente.