Wall Street sta cercando un punto di assestamento nell'attesa di una direzione da prendere dopo i movimenti delle ultime due settimane. La sbornia post-elettorale sembra essersi esaurita, almeno per il momento. Presi dell'entusiasmo per la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali del 5 novembre, gli investitori hanno acquistato massicciamente le azioni; ora però valutano il percorso delle azioni USA con una Federal Reserve che probabilmente terrà i tassi di interesse alti più a lungo di quanto si pensava fino a qualche mese fa.
Nel contempo è subentrato l'elemento razionale sul fatto che Trump riuscirà a mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale. Il mercato ha apprezzato molto il suo intento di abbassare la tassazione del 21% al 15% per le società, mentre una deregulation diffusa renderebbe i trader più propensi al rischio. Tutto ciò si scontra però con alcuni ostacoli, primo tra tutti l'esposizione al debito federale dal momento che, stando ai programmi, la spesa pubblica non dovrebbe essere ridotta.
Nell'attesa che certe incognite diventino punti esclamativi, gli operatori di mercato preferiscono monetizzare almeno in parte i guadagni ottenuti dal rally degli ultimi anni. Da inizio 2023 l'indice S&P 500 è aumentato di oltre 50 punti percentuali, trainato dal boom dell'intelligenza artificiale, dagli utili robusti e da un'economia statunitense in gran forma nonostante i tassi di interesse alti.
Wall Street: ancora rally per l'S&P 500?
Secondo Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley, il principale benchmark americano continuerà a crescere di valore, per arrivare a 6.500 punti alla fine del 2025. Ciò rappresenta un potenziale rialzo dell'11% rispetto ai prezzi dell'ultima chiusura settimanale. L'esperto cita il miglioramento della crescita economica e la serie di tagli ai tassi di interesse da parte della Fed come possibili catalizzatori, in grado di compensare i multipli alti.
Inoltre, Wilson ritiene che la politica dei dazi messa in atto da Trump quando si insedierà alla Casa Bianca, così come la deregolamentazione, finiranno per favorire le aziende americane a scapito di quelle di altre regioni. "Le valutazioni statunitensi sono elevate, ma il rally sarà sostenuto da una migliore macroeconomia negli Stati Uniti, da tassi più bassi e da una potenziale futura politica tariffaria statunitense più negativa per la crescita del resto del mondo", ha scritto Wilson nel suo rapporto.
Tuttavia, l'esperto ha raccomandato di "rimanere agili e selezionare i titoli", in quanto ancora non è chiaro quale sarà l'impatto su economia e mercati delle politiche trumpiane riguardo immigrazione, commercio, deregolamentazione e spesa pubblica. Morgan Stanley considera comunque scenari estremi: il peggiore vedrebbe l'S&P 500 scivolare del 22% a 4.600 punti; il migliore comporterebbe un balzo dell'indice del 26% a 7.400 punti.
La visione ottimistica di Wilson rileva un'inversione ad U che ha del clamoroso: a Wall Street è stato tra quelli più negativi negli ultimi anni. Nel 2022 aveva previsto correttamente il sell-off delle azioni USA in concomitanza con l'inizio della campagna aggressiva di rialzi ai tassi da parte della Fed. Lo scorso anno ha mantenuto la sua prospettiva ribassista, ma ha sbagliato totalmente valutazione.