I mercati finanziari sono rimasti letteralmente scioccati a inizio mese quando i dati sull'occupazione americana hanno alimentato le paure di una recessione nella principale economia mondiale. Gli investitori hanno preso a vendere massicciamente le azioni nelle Borse di tutto il mondo, mentre ricorrevano a beni rifugio come i titoli di Stato USA, il franco svizzero e lo yen giapponese.
In quest'ultimo caso, per la verità, c'è stata un'altra dinamica che ha spinto gli investitori verso la valuta nipponica e che ha contribuito al crollo delle azioni: l'implosione del carry trade. Per molti anni gli investitori hanno costruito la strategia prendendo a prestito denaro in yen che scontava un tasso di interesse praticamente nullo per investire in asset più redditizi come il dollaro USA e le azioni.
Quando la
Bank of Japan ha alzato i tassi di interesse alla fine di luglio di 25 punti base, accompagnando la decisione con un messaggio da falco, gli investitori sono corsi a vendere le componenti long del carry trade tipo le azioni per rimborsare i finanziamenti in yen che, in ottica di rafforzamento della divisa, rischiavano di non rendere la strategia più profittevole.
Mercati finanziari: quali sono ora i rischi?
Dopo la grande paura del 5 agosto, ì'098765\1ò.,m ui le Borse hanno registrando pesanti ribassi, la situazione si è rasserenata, grazie a buoni dati sulle richieste settimanali di disoccupazione degli Stati Uniti e al rallentamento della liquidazione delle posizioni nel carry trade. Gli investitori però si interrogano su quali potrebbero essere i rischi futuri nei mercati finanziari. Sulla base delle considerazioni degli esperti di finanza, è possibile intravedere tre grandi minacce nei prossimi mesi.
La prima è l'intelligenza artificiale. Artefice del grande rally di Wall Street negli ultimi anni, la nuova tecnologia rischia di diventare croce e delizia per gli investitori. L'asticella si è alzata e, dopo le grandi speranze che l'AI (Artificial Intelligence) possa portare a maggiori ricavi e utili per le aziende, ora il mercato vuole vedere i risultati. "L'intelligenza artificiale sta chiaramente ricevendo molto sostegno.
Ma proprio come Internet alla fine degli anni '90, c'era questa promessa di ricavi in rapida crescita", ha affermato Armen Panossian, co-amministratore delegato di Oaktree Capital Management. "Sebbene i guadagni siano chiari in termini di potenziale, la loro tempistica è impossibile. E se questa tempistica richiederà molto più tempo di quanto gli investitori si aspettino, mi aspetterei di vedere un reset piuttosto violento delle valutazioni e potenzialmente alcune perdite per gli investitori lungo il percorso".
La seconda grande minaccia è l'Europa. A giudizio di Angel Ubide, responsabile della ricerca economica per il reddito fisso e macro presso il gigante degli hedge fund Citadel, il Vecchio Continente è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina non solo sul fronte economico, ma anche su quello della sicurezza nazionale, del cambiamento climatico, della tecnologia e dell'indipendenza energetica. E questo finirà per impattare sui mercati finanziari. "L'economia degli Stati Uniti è più indipendente, è più autonoma. L'economia cinese è più o meno la stessa. L'Europa è più dipendente. In termini di flussi commerciali, di alleanze, di cosa consentire e cosa non consentire, l'Europa si trova in una posizione più vulnerabile", ha affermato l'esperto.
La terza minaccia è quella che Anne Walsh, chief Investment officer di Guggenheim Partners Investment Management, chiama economia molto biforcata come effetto post-Covid. "Abbiamo grandi aziende con accesso al capitale e la classe della ricchezza in America, e poi abbiamo la classe operaia che non ha né investimenti in azioni né in risparmi, non può ancora possedere una casa a causa del costo del capitale, e le piccole e medie imprese che non hanno lo stesso accesso al capitale e il loro costo è sostanzialmente più alto".
L'economia biforcata, secondo Walsh, è aggravata dalle due politiche della
Federal Reserve in questo momento: tassi più alti e inasprimento quantitativo. Per questo, l'esperta crede che
i tassi di interesse dovrebbero scendere più velocemente di quanto sta pensando la Fed.