Risk off diffuso: debacle delle Borse | Investire.biz

Risk off diffuso: debacle delle Borse

28 gen 2020 - 09:44

06 dic 2022 - 10:42

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Il coronavirus arriva anche in Germania e infetta anche le borse del vecchio continente che vanno al tappeto trascinando al ribasso anche Wall Street. Su i beni rifugio.

  • Gli investitori abbandonano la propensione al rischio e corrono ai ripari liquidando le attività rischiose, la paura del virus fa novanta;
  • Il petrolio ancora in discesa, sebbene i principali produttori di greggio sostengono che l'impatto dei coronavirus sarà limitato;
  • Red alarm da parte della BCE su sei banche europee che non rispetterebbero i requisiti patrimoniali, oggi la pubblicazione dei dati.

Alta tensione sui mercati

Altra seduta da panico sui mercati finanziari, il virus infettivo proveniente dalla Cina sta paralizzando gli investitori che stanno liquidando in massa i portafogli cercando riparo sui beni rifugio. Ieri l'Europa ha visto una giornata ai limiti del dramma con perdite di oltre il 2% nei principali mercati come Londra, Francoforte, Parigi e Milano.
La notizia che ha scatenato il sell off è stata la comunicazione dei dati che riportano 106 casi di decesso e oltre 4.000 di contagio, tra cui uno anche in Germania. Lo stato di allerta da parte delle autorità sanitarie di tutto il mondo è salito a livelli alti con la sospensione dei trasporti pubblici a Tangshan, la più grande città siderurgica nella provincia di Hubei, epicentro del contagio. 
Ovviamente questo ha penalizzato fortemente il settore dei trasporti sui mercati finanziari, ma anche quelli del lusso e del retail. Chi ne ha tratto vantaggio sono state le aziende che producono le mascherine per proteggersi dal virus, come ad esempio la società sudcoreana Monalisa, cresciuta del 30% in questi ultimi tempi, la giapponese Kawamoto Corp. che ha triplicato il valore delle proprie azioni e il produttore giapponese di abbigliamento protettivo Azearth che in solo una settimana ha guadagnato il 53%.
In questo periodo un'idea di investimento sulle società che in qualche modo sono coinvolte nel settore medico-sanitario non sarebbe male, almeno fino a quando la situazione non rientri nei ranghi, così come in ottica short una gestione di portafoglio orientata verso i titoli legati ai trasporti.

Ancora vendite sul petrolio

La protezione degli investitori verso i beni rifugio favorisce l'oro che tuttavia rimane stabile al di sotto della soglia psicologica di 1.600 dollari, la cui rottura decisa potrà fare pensare ad un rally fino ai massimi del 2011, mentre il petrolio continua a venire penalizzato con perdite del 2% nella giornata di ieri. L'Arabia Saudita, che è il primo produttore mondiale di oro nero, ha sostenuto di monitorare molto da vicino la situazione e che al momento non vede situazioni tali di allarme da verificarsi uno sprofondamento delle quotazioni del greggio al di sotto di soglie pericolose. Per intanto il Wti si muove nella media bassa delle bande di bollinger sul settimanale e potrebbe anche stuzzicare un'entrata long a livello tecnico se non fosse che in questo periodo sarebbe come cercare di fermare un treno in corsa con le mani. Sarebbe più opportuno monitorare la situazione e provare a farlo quando si ha effettiva percezione che l'allarme, ormai diffusamente dichiarato del coronavirus, sia rientrato.

La Bce lancia l'allarme su sei banche della zona euro

In un comunicato la banca centrale europea avverte che sei banche europee non rispettano i requisiti patrimoniali obbligatori e saranno costretti ad aumentare il Cet1. Secondo l'istituto di Francoforte tali banche che nell'ultimo trimestre 2019 non hanno adottato delle misure soddisfacenti dovranno intraprendere delle azioni riparatorie in un determinato timing. Non si escludono quindi aumenti di capitale e, di conseguenza, eventuali turbolenze in borsa per i soggetti interessati oltre che per tutto il settore finanziario.
Oggi comunque la BCE pubblicherà per la prima volta tutte le informazioni sui requisiti di capitale obbligatori per le banche della zona Euro come epilogo della procedura dello Srep (Supervisory Review and Evaluation Process), senza grosse novità per gli istituti italiani che hanno già effettuato le dovute comunicazioni.

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