- La decisione delle autorità cinesi di bloccare il traffico a Wuhan manda a picco le borse asiatiche e frena la corsa di Wall Street;
- Il petrolio subisce delle perdite notevole per via della riduzione di domanda di carburante;
- Nella corsa ai beni rifugio si mette in luce il palladio che raggiunge importanti livelli dall'inizio dell'anno ad oggi;
- Attesa per la riunione di oggi della BCE, poche novità in tema di tassi ma attenzione alla strategic review annunciata da Lagarde.
Crolla la Borsa cinese
Seduta da panico nella notte per le borse asiatiche con perdite oltre il 3% dopo che la autorità cinesi hanno deciso di bloccare i viaggi a Wuhan, città del contagio, con il tentativo di arginare la diffusione del coronavirus che al momento ha provocato la morte di 17 persone e ne ha contagiato 570. La paura è che i primi casi di contagio che si sono già segnalati in Usa, Giappone, Corea, Thailandia e Taiwan possano estendersi e creare un dramma internazionale.
Anche le borse statunitensi che aveva iniziato la seduta raggiungendo nuovi record sono arretrate verso il finale condizionate dalla minaccia del virus. Intanto sale ancora la VIX dopo lo sprint del 6% del giorno prima e si porta a 12,9 dollari.
Tonfo del petrolio
Il blocco della circolazione imposto dalle autorità di Pechino automaticamente comporta meno merci e persone che viaggiano e di conseguenza riduzione del consumo di carburante, giocoforza gli operatori hanno cominciato a vendere petrolio che è andato giù tra ieri e oggi di oltre il 3% ritoccando i livelli di inizio dicembre. In una condizione siffatta tutte le previsioni che alcune importanti autorità anche in seno all'OPEC avevano fatto su un possibile rally del greggio nei prossimi mesi dovranno essere riviste se la situazione dovesse degenerare, quindi è più lecito aspettarsi un saliscendi dei prezzi con volatilità sostenuta fino a quando non si avrà un acquietamento del caso.
Tra i metalli preziosi spicca il palladio
Il tentativo di allungo dell'oro trova un ostacolo che si sta dimostrando arcigno nella resistenza 1.565 dollari l'oncia, la cui rottura potrebbe riportare il metallo giallo verso vette che non si vedono da anni. Intanto il palladio continua la marcia trionfale guadagnando il 4% e aumentando il bottino al 20% dall'inizio del 2020. Dove potrà arrivare? Attualmente sfiora i 2.400 dollari l'oncia, ma nella corsa ai beni rifugio che sta avendo luogo in questi ultimi tempi, a copertura di possibili crash finanziari, il metallo prezioso potrebbe anche occupare un inusuale ruolo di primo piano, perché no?
E a proposito di beni rifugio sul valutario si evidenzia ancora una volta una certa attenzione degli investitori verso lo yen e il franco svizzero che guadagnano terreno. Le due valute rappresentano forse, meglio di ogni altro bene, il termometro della situazione di tensione che aleggia sopra i mercati finanziari. Ci sarà da capire se la cosa possa essere occasionale per i fatti preoccupanti che avvengono in Cina oppure, una volta spento l'allarme, la cosa assumerà dei connotati di carattere strutturale. A quel punto ci sarà da fare qualche riflessione su quanto il mercato possa arrivare a prezzare queste due monete e fino a quale livello. Se nel franco svizzero si possono trovare dei punti di riferimento molto precisi e solidi intorno a 1.06 sull'euro, riguardo lo yen si hanno maggiori margini direzionali.
Oggi si riunisce la BCE
La seduta della BCE di oggi sembra passare in secondo piano vista l'attualità, però in realtà sarà molto importante non tanto la decisione che Christine Lagarde prenderà in tema di tassi, cosa che sembra già scontata, bensì cosa dirà in merito alla revisione strategica che aveva annunciato nell'ultima audizione di dicembre. Il punto centrale del discorso sarà quello della definizione di stabilità dei prezzi che Eurotower intende perseguire, ma soprattutto gli strumenti che saranno messi in atto per poterla attuare. L'Euro per il momento rimane poco mosso e traccheggia, rispetto al dollaro americano, in un intervallo di prezzi ristretto.