Un fiume di denaro è arrivato nei mercati dei capitali nel 2021. Le aziende hanno raccolto oltre 12.000 miliardi di dollari attraverso la vendita di azioni, l'emissione di obbligazioni e i prestiti bancari. Questa montagna di soldi ha schiantato un 2020 che è stato anch'esso da record, ma con un bottino del 17% in meno rispetto a quest'anno. Se si fa invece riferimento alla stagione prima del Covid-19, l'afflusso di contanti è stato addirittura del 25% in più.
Il denaro è confluito in ogni tipo di mercato. Prendiamo ad esempio quello azionario. L'emissione totale di azioni ha raggiunto quota 1.440 miliardi di dollari, in crescita del 24% sull'anno scorso, con le IPO che sono praticamente raddoppiate in termini monetari. Negli Stati Uniti in particolare è esploso il fenomeno delle SPAC, le quali hanno raccolto più denaro rispetto alle Offerte Pubbliche Iniziali per la prima volta in assoluto.
Le società con assegni in bianco hanno avuto un primo trimestre eccezionale, rallentando nel seguito fino all'ultima parte dell'anno, quando sono riemerse. Attualmente vi sono oltre 550 SPAC alla ricerca di una target combination e circa 200 hanno una scadenza fissata per la fine del 2022 per trovarne una.
Quanto al mercato obbligazionario occorre dire che, mentre in Europa e negli Stati Uniti è diminuita l'emissione di obbligazioni societarie di alto rating, nel contempo vi è stato uno scatto dei junk bond che ha almeno in parte compensato il calo. Le vendite di obbligazioni spazzatura sono aumentate del 17% a quasi 650 miliardi di dollari in confronto al 2020.
Tutto quanto è stato reso possibile dalle condizioni particolari di favore sul finanziamento, grazie al fatto che le Banche centrali hanno tenuto i tassi d'interesse praticamente a zero. Per questo sono esplose le attività delle banche che hanno potuto prendere a prestito denaro gratis per finanziare moltissime operazioni aziendali. Solo la fusione di Warner Media con Discovery ha comportato un finanziamento in conto capitale per 41,5 miliardi di dollari.
Allo stesso modo è cresciuto il livello del leveraged buyout, in modo particolare dai fondi private equity che hanno effettuato numerose acquisizioni ricorrendo all'indebitamento. Società come KKR, Blackstone e Apollo hanno movimentato in tal modo flussi per 1.100 miliardi di dollari in questo 2021.
Mercato dei capitali: ecco come sarà il 2022
Questa tendenza continuerà anche nel 2022? Chris Blum, banchiere di BNP Paribas che sostiene le operazioni di leveraged buyout, ha riconosciuto l'eccezionalità di questo anno e prevede che anche quello che verrà sia allo stesso livello. Anche perché a suo giudizio i mercati continueranno a mantenersi robusti.
In verità vi sono delle situazioni che dovranno essere valutate accuratamente, perché esistono alte probabilità che le condizioni di finanziamento saranno diverse rispetto a quelle di quest'anno. Le Banche centrali hanno impresso una svolta più stringente sulla politica monetaria.
Già la Bank of England ha aumentato a dicembre il tasso ufficiale di sconto da 0,10% a 0,25%, e si prepara a ben 4 ulteriori ritocchi nel 2022. La Federal Reserve ha accelerato sulla fine del piano di acquisti di titoli pubblici e privati proprio per preparare il terreno a 3 rialzi del costo del denaro il prossimo anno.
Tutto ciò significa che la facilità con cui l'anno scorso si è potuto ottenere denaro per supportare azioni di finanza straordinaria, l'anno venturo non ci sarà più. Ma questo si incrocia con l'evoluzione del virus, in rapporto alla variante Omicron. Se la mutazione del Covid-19 costringerà i Paesi a nuove strette e a interruzioni delle attività produttive, è possibile che le Banche centrali facciano un passo indietro e ripresentino ancora condizioni di finanziamento molto agevolate.