Sul sistema finanziario sta per abbattersi una tempesta che proviene dai mercati immobiliari. È quanto prevede Dave Burt, Amministratore delegato della società di ricerca sugli investimenti DeltaTerra Capital. La predizione fa tornare alla mente quanto accaduto nel 2008, quando proprio nel settore degli immobili si innescò la più grande crisi finanziaria dal dopoguerra. Anche allora Burt era stato uno tra i pochi a sostenere che il mercato dei mutui era prossimo al collasso.
Il rischio più grande oggi però proviene dal clima. "Sono sempre alla ricerca di grandi problemi sistemici", ha dichiarato Burt: secondo l'esperto, il valore di una casa su cinque negli Stati Uniti non incorpora correttamente il rischio di alluvioni. Se questo pericolo dovesse concretizzarsi, le ricadute potrebbero far riemergere i fantasmi della crisi finanziaria globale. "Pensiamo a questo problema di repricing come forse un quarto delle dimensioni e dell'entità della crisi finanziaria globale, ma ovviamente molto, molto dannoso per quelle comunità esposte", ha affermato.
Crisi climatica: un allarme che i mercati ancora sottovalutano
Il rischio climatico sollevato da Burt prova a scardinare lo scetticismo generale degli investitori, che a metà febbraio non hanno prestato molta attenzione all'allarme lanciato dalla rivista scientifica Nature Climate Change: secondo uno studio, il mercato immobiliare americano è sopravvalutato di circa 200 miliardi di dollari proprio per via delle questioni, non ancora prezzate, legate alle alluvioni.
Burt mette in luce il fatto che questa non sia solo una questione che riguarda gli Stati Uniti, ma che abbraccia i Paesi di tutto il mondo. "Quando inizi a pensare a questi problemi a livello globale, le implicazioni si fanno decisamente più grandi, visto che in realtà i Paesi più esposti spesso sono anche i più poveri. Quando analizzi il problema da un punto di vista globale, parliamo di una crisi umanitaria".
Quanto la crisi climatica sia stata dannosa finora viene messo in evidenza da Munich RE, la più grande compagnia di assicurazione del mondo, che nel 2022 ha riportato perdite per 270 miliardi di dollari (di cui 120 miliardi coperti da assicurazione) proprio a causa degli eventi meteorologici estremi, tipo l'uragano Ian in USA e le inondazioni in Pakistan.
La società tedesca cita in particolare le inondazioni improvvise, come quelle capitate in Germania nel 2021, quando lo straripamento dei fiumi ha devastato le città della parte occidentale del Paese, del Belgio, dell'Austria e di parti dei Paesi Bassi, della Svizzera e del Lussemburgo. "Qualcuno deve pagare per queste perdite crescenti. Non importa se è assicurato o meno, si tratta di un onere economico crescente", ha detto Ernst Rauch, n.1 per il clima di Munich RE.