- Ursula Von der Leyen presenta al Parlamento Europeo un piano da 2.400 milardi;
- All'Italia andranno 172 miliardi da spendere per l'emergenza e per l'investimento ecologico;
- L'Olanda ancora una volta guastafeste, però i mercati volano.
Potrebbe essere una svolta storica. Il Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen di fronte al Parlamento Europeo non usa mezzi termini presentando in pompa magna un piano di rinascita: Next Generation EU, dotato di una potenza di fuoco di 2.400 miliardi. Una proposta scandita da una convinzione e da un trasporto che poche altre volte si erano visti nel gotha dei massimi vertici di Eurolandia. L'attesa ora è per il 17 e il 18 giugno, quando si vedranno i Capi di Stato e di Governo per valutare la proposta, con la speranza che le resistenze del fronte formato da Svezia, Danimarca, Olanda e Austria si sgretolino davanti all'emergenza e al buon senso.
Piano Next Generation EU: i dettagli
Alla fine ha prevalso la linea franco-tedesca, almeno nell'elaborazione del piano anti-crisi proposto dalla Commissione. Ma l'Europa stavolta è andata oltre. Il Recovery Fund è rimasto intatto: 500 miliardi da reperire sul mercato attraverso l'emissione di obbligazioni europee, garantite dagli Stati membri dell'Unione Europea e rimborsate a scadenza ultra decennale (dal 2028 al 2058). Al fondo perduto si aggiungono altri 250 miliardi di prestiti. Non è tutto, il Quadro finanziario pluriennale 2021-27 è stato incrementato a 1.100 miliardi, il che significa che con i 540 miliardi che comprendono il piano SURE, gli stanziamenti della BEI e il MES si arriverebbe a un totale complessivo di quasi di 2.400 miliardi.
Il richiamo al principio di solidarietà è stato eloquente nel discorso di Ursula Von der Leyen, che ha parlato di investimenti coraggiosi in una situazione straordinaria e inaspettata. Il Presidente della Commissione ha soprattutto messo in secondo piano quella che è la situazione debitoria dei Paesi oggi in difficoltà. Il riferimento all'Italia e alla Spagna, martoriate dal virus, è lapalissiano. Così come indiscutibile è il fatto che questi ultimi sono gli Stati che maggiormente beneficeranno di tale bambagia monetaria. All'Italia andrebbero 172,7 miliardi divisi tra 81,8 di aiuti a fondo perduto e 90,9 di prestiti. Sostegni, questi, mai visti per un Paese dell'Eurozona. La Spagna beneficerebbe di 140,4 miliardi, spartiti tra 77,3 di contributi e 63,1 di finanziamenti.
Numeri impressionanti che farebbero sorgere spontanea la domanda riguardo come verranno utilizzati e dove e come l'Unione reperisca le risorse. Anche nel fornire le risposte anticipate a questi ipotetici quesiti Ursula è stata brillante. Durante l'intervento ha parlato di Green Deal in cui tutta l'Europa è intenzionata a investire per il futuro, per migliorare le condizioni economico-ambientali che possano fare anche da paravento alla manifestazione di altri fenomeni virulenti per il futuro. Ma ha usato spesso anche il termine resilienza con riferimento alla capacità dei Paesi di sopportare gli effetti economici di disastri di tale portata come quelli causati dal Coronavirus. Secondo il Presidente UE, le risorse verrebbero reperite attraverso l'imposizione di tasse future sulla plastica, sulle emissioni di CO2, sui servizi digitali. Il tutto in un quadro di un'Europa che guarda per il futuro al Green Deal.
Conte e Merkel esultano, l'Olanda no
Il segnale che è arrivato dall'Europa ha sicuramente soddisfatto il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che su twitter ha considerato la proposta adeguata spingendo verso un'accelerazione del negoziato e la liberazione delle risorse per implementare il piano. Soddisfazione che è stata condivisa da Berlino, da parte della portavoce di Angela Merkel, Ulrike Dremmer, che ha dichiarato in conferenza stampa che le linee guida da parte dell'asse franco-tedesco sono state pienamente accolte. Subito i mercati azionari europei hanno assecondato il clima di entusiasmo con rialzi in ordine sparso oltre il punto percentuale, soprattutto lo spread BTP/Bund è crollato del 6% fino a 186 punti. A guastare la festa ci ha pensato ancora una volta l'Olanda, divenuto ormai lo scoglio più arcigno. Da fonti diplomatiche dei Paesi Bassi si prende nota che i negoziati, a loro dire, richiederanno tempo perché le posizioni tra le parti allo stato attuale sono molto lontane. Sarà abbastanza breve questo tempo per evitare che le economie dell'Eurozona imbocchino la via della discesa senza ritorno? Intanto dopo queste indiscrezioni le Borse del Vecchio Continente hanno rimangiato parte dei guadagni. Il FTSE Mib italiano è addirittura girato in negativo, non lo spread rimasto sotto i 190 punti.