Pensare che il Covid, tra gli innumerevoli disastri che ha creato, possa fornire un assist al Governo italiano in tema di Previdenza ha qualcosa di grottesco. Eppure un filo di ottimismo per i sostenitori di Quota 100 può farsi luce. La fine del 2021 segnera l'addio alla riforma voluta dal Governo Lega-5Stelle nel 2018, secondo la quale bastava avere 62 anni di età e 38 anni di contributi per accedere alla tanto agognata pensione.
La finestra sperimentale di 3 anni cesserà esattamente il 1° gennaio 2022 e finora poche sono le probabilità che venga rinnovata. I fautori della riforma che ha modificato la Legge Fornero spingono perché venga prolungata almeno fino alla fine dell'anno prossimo, per evitare l'effetto scalone che porterebbe da un giorno all'altro all'innalzamento da 62 a 67 anni dell'età pensionabile.
ISTAT: Italia, si accorcia la speranza di vita media
Dicevamo la pandemia potrebbe dare una base scientifica a un'idea non del tutto stravagante. In che modo? Lo chiarisce l'ISTAT nel decimo rapporto sul benessere equo e sostenibile. L'Istituto di Statistica rileva come il Coronavirus ha ridotto la speranza di vita media degli italiani. Nel 2010 la vita media era di 81,7 anni, nel 2019 è salita a 83,2, nel 2020 è tornata a scendere a 82,3.
Ovviamente il numero di morti causato dalla pandemia appartenenti soprattutto alla fascia più anziana della popolazione ha abbassato l'età vissuta. Questo dato, se umanamente parlando è sconfortante, come appunto statistico potrebbe aiutare il Governo Draghi a ponderare meglio le decisioni in materia pensionistica.
In verità la scelta è estremamente difficile, in quanto bisogna anche considerare quanto la pandemia ha determinato un calo drammatico dell'occupazione, il che renderebbe molto complicato trovare le risorse per sostenere pensionamenti anticipati. Sempre l'ISTAT segnala che nel 2020 sono stati bruciati 788 mila posti di lavoro nella fascia tra 20 e 64 anni rispetto al 2019 e 1 milione e 800 mila lavoratori è a rischio di perdere il proprio posto. Un aiuto in tal senso verrebbe dalla maggior flessibilità di bilancio concessa in via straordinaria dall'UE con lo scoppio della pandemia. Si tratterebbe tuttavia di aumentare ulteriormente il debito lasciato in eredità alle nuove generazioni.
Questo problema è particolarmente stringente perché la crisi devastante che ha colpito sterminate categorie di lavoratori spingerà tantissime persone a chiedere di andare in pensione anticipatamente con Quota 100 decurtandosi la rendita piuttosto che non averne nessuna. Se a questo si aggiunge che le casse dell'INPS languono per effetto dei numerosi contributi a fondo perduto erogati soprattutto durante la prima fase pandemica, il quadro generale non è molto incoraggiante.
Pensioni: quali alternative a Quota 100?
Cosa accadrà concretamente? Per il momento è difficile dirlo, sebbene l'ipotesi più gettonata sia quella di attutire l'effetto scalone magari introducendo in via temporanea Quota 102, ossia 64 anni di età e 38 anni di contributi. Il tema rientra tra le priorità dell'agenda del Presidente del Consiglio, ma in questo momento si sta lavorando sottotraccia, evitando di far filtrare indiscrezioni che possano turbare lo stato d'animo di una popolazione già severamente provata.
Nelle ultime ore è spuntata un pò a sorpresa anche l'ipotesi lanciata dall'ex Ministro Graziano Delrio che ha proposto Quota 92, per aiutare quei lavoratori che svolgono impieghi particolarmente usuranti e nel contempo sostenere i giovani nell'inserimento nel mondo del lavoro. È chiaro che tutto questo verrebbe fatto in una condizione di estrema emergenza, essendo tutto questo chiaramente in antitesi con la visione del partito di cui Delrio fa parte e che da subito si era opposto energicamente persino a Quota 100.
Tuttavia l'idea non sembra aver fatto molta presa tra le forze politiche che reggono la maggioranza di Governo, ma la questione è ancora del tutto aperta. Ancor più che, prima di ogni decisione, dovranno essere interpellate le forze sociali che sostengono i lavoratori e le imprese.