Diworsification: cos’è e quali danni può procurare | Investire.biz

Diworsification: cos’è e quali danni può procurare

20 lug 2022 - 17:30

05 dic 2022 - 16:19

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Cos'è la diworsification? Come funziona? Vediamo la definizione, le caratteristiche e le soluzioni per evitare il fenomeno descritto dal grande investitore Peter Lynch

Il termine diworsification trae origine dal libro “One up on Wall Street” del grande investitore Peter Lynch, utilizzato per descrivere gli investimenti eccessivi di un'azienda in progetti che non comprende a pieno e che vanno al di là delle sue competenze specifiche. Da ciò si è preso spunto per allargare il campo alla smodata diversificazione del portafoglio, fatta con lo scopo di tentare di ridurre il rischio del capitale e produrre una performance migliore nel lungo periodo. Vediamo quindi più nel dettaglio in cosa consiste questo termine e quali contraccolpi può generare nella gestione degli investimenti.

 

Diworsification: definizione e caratteristiche

La diworsification può essere definita come un'eccessiva aggiunta di attività nel portafoglio d'investimento che porta al peggioramento del rapporto rischio-rendimento dello stesso. In altri termini la diworsification consiste nell'avere troppi assets che fanno correre rischi inutili senza il beneficio di rendimenti migliori.

Il concetto si contrappone alla moderna teoria del portafoglio del Premio Nobil all'economia Harry Markowitz, che si basa sull'allocazione ottimale dei singoli titoli in portafoglio con correlazioni variabili, riducendo così il rischio e aumentando il rendimento. Tutto questo avviene attraverso una diversificazione per classi di attività, settori e aree geografiche. Tale teoria non sempre è facile applicarla, in quanto richiede l'accesso a informazioni e un monitoraggio che non sempre è possibile attuare.

Le caratteristiche che invece delineano una diworsification consistono nell'agire d'impulso per privilegiare un determinato titolo o settore ed effettuare sovrappesi inutili su una categoria di assets o un settore di appartenenza nutrendo delle aspettative eccessive. Tutto questo sempre nell'ambito di una eccessiva diversificazione, dove vi è un numero esagerato di azioni che non danno alcun valore aggiunto ma soprattutto non riducono il rischio di una sana diversificazione. Ad esempio, un'azione di un'azienda in crescita di per sé potrebbe essere un buon titolo da inserire in portafoglio, ma se si considera la correlazione con altri titoli della stessa categoria potrebbe aumentare la rischiosità dello stesso senza apportare alcun vantaggio in termini reddituali. Ecco che a questo punto non si ha più una diversifazione, ma una diworsification.

Per raggiungere l'obiettivo di una sana diversificazione non è necessario coprire per forza un settore con un'azione, ma basta scegliere le migliori aziende per pochi settori. Ad esempio il portafoglio di Warren Buffett è stato costruito su un numero di aziende non troppo elevato, ma il rischio è stato ridotto attraverso una conoscenza approfondita di ciascuna attività. Questo è un modo emblematico per evitare la diworsification, ossia con una relativa concentrazione ma mantenendo allo stesso tempo la giusta diversificazione per attività, settore e zona geografica.

 

Diworsification: 4 soluzioni per evitarla

Fare tutto da soli nella gestione degli investimenti serve per risparmiare denaro, ma a volte può rivelarsi controproducente, soprattutto se non si ha l'esperienza necessaria per poter gestire adeguatamente un portafoglio anche nelle fasi più critiche dei mercati. La diworsification è uno degli effetti collaterali del fai da te, con il risultato che il ritorno che uno si aspetta dalla propria costruzione di portafoglio finisce per tradire le aspettative.

Per evitare che si manifesti questo rischio e quindi per limitare la probabilità che si concretizzi una diworsification vi sono quattro strade che un investitore può seguire. La prima consiste nel rivolgersi a un consulente finanziario. L'esperienza di un esperto aiuta ad allocare in maniera ottimale le risorse, fornendo adeguatamente indicazioni sul saldo complessivo degli assets detenuti e sul peso specifico di ogni acquisto nel portafoglio. Un consulente inoltre è in grado di offrire un servizio di bilanciamento per attenuare il rischio di quelle aree che hanno una prestazione molto alta e che alla lunga potrebbero compromettere la performance complessiva.

La seconda soluzione si basa sui robo advisor. Questi raccomandano fondi gestiti in funzione del profilo di rischio dell'investitore e limitano l'allocazione ottimale di portafoglio a circa 10 fondi negoziati in Borsa dalle società con cui hanno in esclusiva un rapporto di collaborazione.

La terza soluzione riguarda le allocazioni suggerite in base al successo che hanno avuto nella storia. In tal caso gli investitori vengono distinti in conservativi, moderati e aggressivi. I primi investiranno per lo più in titoli che presentano un rischio limitato e un rendimento atteso più basso come ad esempio assets monetari, crediti e obbligazioni. I moderati equilibreranno il portafoglio tra azioni e obbligazioni con un rischio non elevato. Gli investitori aggressivi invece saranno orientati quasi esclusivamente sulle azioni, magari ad alta crescita.

La quarta modalità per evitare la diworsification è quella di affidarsi a fondi gestiti che rispecchiano quella che è la strategia di diversificazione desiderata dall'investitore. Tali fondi vengono gestiti in maniera professionale cambiando le allocazioni nel tempo in base alle mutate condizioni di mercato e ruotando intorno alle partecipazioni core di portafoglio. Anche in questo caso vi è una distinzione da fare tra fondi conservativi, moderati e aggressivi in base al profilo di rischio dell'investitore e tenendo sempre conto che in ogni caso l'obiettivo è quello di mitigare gli effetti della diworsification.

 

 

Diworsification delle aziende

Oltre alla diworsification che riguarda gli investimenti degli strumenti finanziari, vi è anche quella delle aziende. Anzi, in verità il libro di Peter Lynch parte proprio da quest'ultima, che si basa sull'esigenza delle società a volersi espandere con nuovi progetti e acquisizioni, allargando la loro cerchia di competenze. A volte però tutto ciò si traduce in un minor ritorno sul capitale, in quanto gli investimenti sono effettuati in settori o attività che alla fine risulteranno controproducenti per le caratteristiche dell'azienda.

Ecco quindi che l'obiettivo di diversificare il business per accrescere il rendimento finisce per trasformarsi in una diworsification dannosa. Un modo per evitarla potrebbe essere quella di riacquistare le proprie azioni se l'azienda risulta essere abbastanza redditizia, senza avventurarsi in soluzioni alternative per cercare di migliorare la propria allocazione del capitale. 

 

 

 

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