Dazi Trump: ecco i prodotti più a rischio di aumento prezzi | Investire.biz

Dazi Trump: ecco i prodotti più a rischio di aumento prezzi

21 gen 2025 - 07:00

I dazi di Trump potrebbe generare un trasferimento dei rincari dai rivenditori ai consumatori finali negli Stati Uniti. Ecco quali sono i prodotti più a rischio

Da ieri Donald Trump è ufficialmente il 47esimo presidente degli Stati Uniti. C'è entusiasmo per le grandi novità che il magnate 78 enne potrebbe portare al Paese. Tuttavia, una preoccupazione ricorrente riguarda l'impatto che potrebbe avere a tutti i livelli l'applicazione dei dazi commerciali.
 
In campagna elettorale, il leader repubblicano ha promesso tariffe generalizzate dal 10% al 20% per tutti i prodotti importati dall'estero, con un innalzamento al 60% per i beni che arrivano dalla Cina. Dopo la sua elezione, Trump ha promesso dazi del 25% a Canada e Messico e un inasprimento del 10% alla Cina.
 
L'obiettivo del tycoon è quello di favorire il commercio interno attuando una politica protezionistica che rilanci la crescita negli Stati Uniti. Tuttavia, il rischio è che le aziende esposte all'estero trasferiscano i maggiori costi ai consumatori finali, mettendo nuovamente in circolo l'inflazione negli Stati Uniti.
 
Nelle ultime settimane, la National Retail Federation e la Consumer Technology Association hanno avvertito che le tariffe rischiano di tramutarsi in una tassa sulle imprese e sui consumatori americani. Secondo un sondaggio di Morning Consult condotto su oltre 4.400 persone all'inizio di dicembre, il 67% degli adulti statunitensi ritiene "molto probabile" o "abbastanza probabile" che le aziende trasferiranno il costo delle tariffe ai consumatori.
 
 

Dazi Trump: ecco i prodotti più a rischio rincaro

Ma quali sono i prodotti maggiormente esposti a un rincaro dei prezzi per via dei dazi di Trump? Qui bisogna fare una distinzione tra i vari Paesi che saranno maggiormente colpiti dalle tariffe, ovvero Cina, Messico e Canada.
 
Gli Stati Uniti importano una grande quantità di mobili e articoli per la casa dalla Cina. Secondo i dati rilasciati dalla Home Furnishings Association (HFA), nel 2023, solo tra il 30% e il 40% dei 32,4 miliardi di dollari di mobili acquistati negli Stati Uniti erano "made in USA". Per il resto, il 29% è arrivato dalla Cina ed il 26,5% dal Vietnam.
 
Tuttavia, anche quei mobili prodotti internamente, sono costruiti almeno con il 50% di materie prime come legno, tessuti, cerniere e viti importate dall'estero. Questo significa che, se Pechino verrà colpita da una tariffa del 60%, verosimilmente i rivenditori di articoli per la casa dovranno spostare la catena di approvvigionamento in quanto non possono trasferire il prezzo ai consumatori, ha detto Shannon Williams, Amministratrice delegata della HFA.
 
Tra gli altri prodotti che arrivano in grande quantità dalla Cina vi sono i giocattoli. Circa l'80% dei giocattoli importati proviene da aziende cinesi e questo implica un rincaro fino al 56%, stima la Toy Association. Ciò avrebbe una conseguenza molto seria, perché "i genitori potrebbero essere spinti ad acquistare giocattoli meno costosi e non conformi da venditori online non autorizzati. Questi giocattoli spesso non soddisfano gli standard di sicurezza e qualità degli Stati Uniti e potrebbero essere tossici e pericolosi per i bambini, mettendoli a rischio", ha riferito la Toy Association.
 
Anche le calzature sono un altro settore fortemente dipendente dalla Cina, con circa il 37% delle importazioni, stima la Commissione per il commercio internazionale degli Stati Uniti, che nel 2023 sono arrivate dalla seconda potenza economica mondiale. 
 
 

Dazi Trump: la situazione di Messico e Canada

Riguardo il Messico, nel mirino ci sono soprattutto le auto. Al momento vige un accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada, che ha permesso finora ad alcune case automobilistiche di produrre maggiormente dove i costi sono più bassi, e cioè in Messico. Quasi tutte le principali aziende di auto che operano negli Stati Uniti hanno almeno uno stabilimento in territorio messicano.
 
Secondo Wells Fargo, General Motors e Stellantis hanno siti da quelle parti dove producono pick-up particolarmente redditizi. Questo comporta che dazi del 25% sulle importazioni metterebbero a rischio la maggior parte dei guadagni. 
 
In Messico si produce anche la birra più venduta negli Stati Uniti. Nel 2023, il marchio Modelo di Constellation Brands ha superato Bud Light. Secondo le stime di Wells Fargo, in caso di aumento delle tariffe, il costo delle merci vendute da Constellation aumenterebbe di circa il 16%.
 
Anche il Canada soffrirebbe i dazi di Trump nel settore automobilistico, dal momento che nel 2022 ha esportato la bellezza di 27 miliardi di dollari di veicoli (dati dell'Observatory of Economic Complexity).
 
Sotto osservazione ci sono anche le patatine fritte surgelate e altri prodotti a base di patate surgelate, di cui il Canada esporta negli Stati Uniti per circa 1,7 miliardi di dollari (dati di Agriculture and Agri-Food Canada). I dazi di Trump sulle merci canadesi potrebbero influire anche sull'abbigliamento. Canada Goose realizza in Canada circa il 70% dei capi di abbigliamento e capospalla di lusso. L'azienda si sta preparando a tariffe più alte con un incremento dei prezzi ai consumatori.
 
 
 

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