Gli americani non amano troppo le auto elettriche, almeno per ora. Diversamente dal mercato cinese e anche europeo, c'è una certa resistenza da parte del consumatore statunitense ad adottare una transizione dai veicoli a combustione, sebbene il Paese abbia messo in campo piani miliardari - tramite incentivi e sussidi - per agevolare il passaggio. Nel 2023 le auto elettriche hanno rappresentato l'8% delle vendite totali di nuove auto e per quest'anno le previsioni sono di un calo della crescita. Le prossime elezioni statunitensi potrebbero essere decisive, perché un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca probabilmente rallenterebbe il processo verso vetture a poca o nulla emissione di carbonio.
In verità, la domanda di auto elettriche è rallentata un po' ovunque negli ultimi mesi, anche in Cina, che rappresenta il mercato più fiorente. Forse però a Pechino il problema è generalizzato, avendo più a che fare con il rallentamento dell'economia. In USA, invece, la questione sembra più particolareggiata, dal momento che la forza economica del Paese attualmente è fuori discussione.
Auto elettriche: ecco perché non sono amate dagli americani
Ma perché i consumatori statunitensi sono reticenti all'acquisto delle auto elettriche? Secondo vari sondaggi realizzati negli ultimi mesi emerge che le ragioni sono principalmente quattro.
La prima riguarda il prezzo. I veicoli elettrici ancora costano molto, o comunque di più rispetto a quelli endotermici. Tesla ha tagliato i prezzi per stimolare la domanda, ma questa continua a essere anemica. Partita a fine 2021, l'inflazione si è spinta a livelli che non si vedevano da decenni spingendo i consumatori a rinviare l'acquisto di auto a nuova energia.
La seconda ragione si riferisce all'autonomia della batteria. Secondo un'analisi di Bloomberg Green, negli Stati Uniti all'inizio del 2024 sono aumentati gli acquisti dei modelli a lungo raggio, ossia in grado di percorrere in autonomia fino a 300 miglia con una singola ricarica. Tuttavia, puntare su questi modelli ha un costo e non tutti sono disposti a sostenerlo. In genere, subentrano i problemi derivanti dalla durata della carica. La maggior parte delle batterie, ad esempio, non è pensata per essere caricata al massimo ogni giorno o scaricarsi a zero. Inoltre, in caso di accensione del riscaldamento o del condizionatore, di pioggia o forte vento, di velocità che supera oltre i 60 miglia all'ora o di auto eccessivamente caricata con bagagli, l'autonomia si abbassa sensibilmente.
La terza ragione concerne la ricarica. Le batterie più grandi presentano dei vantaggi, in particolare per chi si affida a caricabatterie pubblici. Questo perché le batterie a lungo raggio sono in genere realizzate con materiali più adatti alla ricarica rapida. Il fatto è che, una volta che una batteria è piena a metà, la velocità di ricarica inizia a rallentare, quindi le batterie più piccole impiegano meno tempo ad aggiungere chilometri alla loro velocità di carica massima.
Infine, c'è da segnalare l'accesso alle stazioni di ricarica. Tesla nel 2024 aprirà 15 mila caricabatterie più veloci ad altri marchi automobilistici in modo da favorire la ricarica pubblica. Tuttavia, la quantità di colonnine è ritenuta insufficiente e rappresenta un ostacolo non da poco per chi non ha un servizio disponibile a casa.