Paul Volcker: ecco il capo della Fed che sconfisse inflazione del '70 | Investire.biz

Paul Volcker: ecco il capo della Fed che sconfisse inflazione del '70

19 ago 2022 - 17:00

30 nov 2022 - 20:07

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Vediamo chi è Paul Volcker, il Presidente della Federal Reserve che negli anni '70 riuscì a battere l'inflazione. Ecco come ha fatto

In questo periodo, l'inflazione negli Stati Uniti è divenuta il tema principale per la Federal Reserve. Il livello eccessivamente alto che ha raggiunto il carovita ha costretto la Banca Centrale americana a procedere con una serie di aumenti dei tassi d'interesse quest'anno, portando però l'economia USA in recessione tecnica. Questo è un dilemma che divide gli economisti. Inasprire eccessivamente la politica monetaria per cercare di abbattere la crescita sostenuta dei prezzi ha un prezzo da pagare molto salato, perché spinge direttamente verso una forte flessione economica mediante il calo della domanda e dei consumi.

Lo stesso problema è stato affrontato oltre 40 anni fa da Paul Volcker, quando era al vertice della Fed e si è trovato di fronte un'inflazione forsennata, scaturita da due violenti shock inflazionistici che hanno sconvolto il mondo negli anni '70. Ripercorriamo quindi la vita dello storico banchiere, di cui si parla molto attualmente per via di raffronti con il passato e che è passato alla storia come colui che riuscì a domare l'inflazione.

 

Paul Volcker: biografia

Paul Volcker nacque a Cape May, nel New Jersey, il 5 settembre 1927. Durante gli studi, si diplomò alla High School di Teaneck nel 1945, prima di frequentare l'Università di Princeton dove si laureò con il massimo dei voti nel 1949, facendo una tesi proprio sulle politiche della Fed, incapace a suo avviso di aver fermato le pressioni inflazionistiche durante la guerra. Due anni più tardi conseguì il Master in Economia Politica e Pubblica Amministrazione presso la Harvard University e in seguito frequentò anche la London School of Economics, ottenendo una borsa di studio come Ambasciatore della Fondazione Rotary.

Da 1952 al 1957 Volcker fece parte dello staff degli economisti presso la Federal Reserve Bank di New York e poi diventò economista finanziario presso la Chase Manhattan Bank. Nel 1962 fu assunto come Direttore dell'analisi finanziaria al Dipartimento del Tesoro e l'anno successivo occupò il ruolo di Vice Sottosegretario per gli affari monetari. Nel 1965 tornò alla Chase Manhattan Bank nella mansione di Vicepresidente e Direttore della pianificazione economica, mentre nel 1969 fu nominato Sottosegretario del Tesoro per gli affari monetari internazionali dal Presidente USA Richard Nixon.

Questa carica, Volcker la conservò fino al 1974 fornendo nel frattempo un grande contributo per la decisione di porre fine agli accordi di Bretton Woods il 15 agosto 1971, che sospendevano la convertibilità del dollaro USA in oro. Dopo aver lasciato il Tesoro, Volcker ottenne la nomina di Presidente della Federal Reserve Bank di New York, fino a quando non approdò come capo della Fed nell'agosto del 1979.

 

Paul Volcker: la presidenza alla Fed

La nomina di Volcker come Presidente del Consiglio dei Governatori del Federal Reserve System fu conseguita il 25 luglio 1979, con la conferma al Senato il 2 agosto e l'entrata in carica il 6 agosto. In quegli anni la situazione negli Stati Uniti era divenuta incandescente, perché l'inflazione aumentava progressivamente e la Fed era stata reticente a mettere in campo una ferrea politica sui tassi d'interesse.

Questo per due motivi: in primis perché l'Amministrazione Nixon non era molto favorevole a tassi alti, in quanto riteneva che rallentassero la crescita economica; in secondo luogo poiché i funzionari della Fed rimanevano ancorati alla curva di Phillips, che teorizza che disoccupazione e inflazione viaggino su piani opposti, ovvero più sale l'inflazione e più scende la disoccupazione. Tale teoria è stata clamorosamente smentita dagli shock petroliferi e, quando Volcker approdò alla Fed, cambiò completamente la visione prevalente fino a quel momento.

Il nuovo Governatore infatti cominciò ad alzare i tassi d'interesse fino a portarli al 21,5% nel 1981, con lo scopo di abbattere il costo della vita, arrivato a un picco del 14,8% nel marzo del 1980. L'estrema aggressività dell'istituto monetario condusse gli Stati Uniti a una violenta recessione tra il 1980 e il 1982, con il tasso di disoccupazione che salì a oltre il 10%. Per questo Volcker subì attacchi molto aggressivi da parte di politici ed economisti per gli effetti causati dalle sue decisioni sul tessuto produttivo del Paese.

Tuttavia, i sacrifici che l'economia ha dovuto sopportare non furono vani, in quanto l'inflazione si abbassò e la politica monetaria riprese l'allentamento nel 1982, trascinando la ripresa economica. Questo valse la nomina a Volcker dal Presidente alla Casa Bianca Ronald Reagan per un secondo mandato alla Fed nel 1983. Nel frattempo però il deficit federale crebbe notevolmente con gli alti tassi d'interesse e l'espansionismo fiscale di Reagan, il che portò il Congresso verso il vincolo fiscale per frenare l'emorragia della spesa.

 

Paul Volcker: dopo la Fed

Nel 1987 si concluse l'esperienza di Paul Volcker alla Banca Centrale a stelle e strisce. Subito dopo divenne Presidente di Wolfensohn & Co, la principale società di investment banking di New York. Nel 1993 era a capo del Group of 30 Report on the Derivates, un gruppo consultivo sugli affari economici e monetari internazionali.

Tre anni dopo assunse la Presidenza della Commissione Volcker, ossia un Comitato indipendente di persone illustri per analizzare i conti dormienti delle vittime ebree dell'Olocausto nelle banche svizzere. Nel 2000 fu nominato Presidente degli IFRT Trustees, ente senza scopo di lucro dell'International Accounting Standards Board. Nel 2006 ottenne la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo dei Trenta. Tra l'altro è stato membro della Commissione Trilaterale, stringendo una lunga collaborazione con la famiglia Rockefeller.

Volcker ha collaborato nella veste di consigliere con il Governo del Presidente Barack Obama, che lo avrebbe voluto come Segretario del Tesoro se non fosse per l'età avanzata. In quegli anni l’ex-banchiere centrale prese una posizione molto critica nei confronti dell'atteggiamento delle banche americane di fronte alla Grande Crisi del 2008.

Volcker riteneva che occorresse una maggiore regolamentazione degli istituti di credito, vietando loro di sostenere attività particolarmente a rischio come il trading, il private equity e gli investimenti in hedge fund. Il 6 febbraio 2011 ha lasciato il Consiglio alla Presidenza degli Stati Uniti per scadenza del suo mandato. Nel 2018 gli è stato diagnosticato il cancro alla prostata e l'8 dicembre del 2019 Volcker si è spento all'età di 92 anni.

 

 

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