Fino a poco tempo fa Andrea Pignataro non era molto conosciuto. Poi, nel 2021, due operazioni lo portano sotto i riflettori: oltre 3 miliardi messi sul piatto a sorpresa per comprare Cedacri e poi Cerved, aziende di servizi informatici per banche e raccolta dati sui bilanci delle imprese.
È così che le attenzioni si focalizzano su Pignataro e sul suo Ion Investment Group, leader mondiale nel software per il trading di titoli e la gestione delle Borse, con 12.000 dipendenti, oltre 3 miliardi di fatturato e un valore che forse supera i 20 miliardi, si legge sul Corriere Della Sera.
Una fortuna che, come riporta il quotidiano, gli è valsa il nome di “Bloomberg italiano” anche se di fatto le due società hanno due business diversi. Bloomberg è una media company, mentre Ion si occupa soprattutto di digitalizzazione dell’industria fintech. Vediamo dunque chi è Andrea Pignataro e come ha raggiunto questo successo.
Andrea Pignataro: da Bologna a Londra nell’alta finanza
Classe 1970, Andrea Pignataro cresce a Bologna, ma dopo una laurea in Economia presa all’Alma Mater della sua città, negli anni ‘90 vola a Londra per un Phd in matematica all’Imperial College. Nel 1994 lavora come trader a Salomon Brothers, al tempo una delle più importanti banche d’affari statunitensi (pochi anni dopo sarà incorporata da Citigroup).
Pignataro è considerato un genio dei numeri e si fa le ossa sui mercati obbligazionari e soprattutto su quello del debito sovrano italiano. In questo periodo matura l’intuizione che farà la sua fortuna 3 anni più tardi. Come racconta al Sole 24 Ore, con l’esperienza di trader si rende conto che i mercati finanziari saranno sempre più dipendenti dall’informatica.
Nel 1997, mentre lavora ancora da Salomon, Pignataro fonda Ion, all’epoca una join venture tra Salomon e List, una società di software di Pisa che aveva ideato il sistema di trading per il mercato dei titoli di stato italiani e greci. Due anni più tardi, insieme a un socio, e in partnership sempre con Salomon, dà vita a Endeavour Capital, hedge fund attraverso il quale rileva Ion.
Pignataro e gli investimenti in Italia
In quegli anni Pignataro sviluppa software per Sia, l’azienda dei servizi tecnologici delle banche, e per MTS, il mercato dove si scambiano i titoli di Stato italiani. Da quel momento, acquisizione dopo acquisizione, Pignataro costruisce il suo gigante da circa 3 miliardi di euro di fatturato.
Il quartier generale della società si trova sulle sponde del Tamigi, al numero 10 di Queen Street: da qui in 20 anni ha acquisito 32 aziende, con una campagna acquisti da 16 miliardi di euro, e non ne ha mai venduta una: l’obiettivo del finanziere è infatti l’espansione in tutto il mondo.
Ecco spiegati gli ultimi investimenti anche in Italia: da Prelios (l’ex Pirelli Real Estate) ai 50 milioni messo nel Monte dei Paschi di Siena. Anche la Bocconi gode di un finanziamento Ion per un Management Science Lab dove condurre ricerche di base nel mondo digitale, si legge sul Corriere Della Sera.
Vita privata
Ma se Ion è nota a tutti gli addetti ai lavori, le sue attività sono invece rimaste nell’ombra. Il basso profilo e l’attenzione per la privacy sono le caratteristiche di Pignataro, che vive fra la casa londinese di Belgravia e quella di San Siro a Milano.
Fra le poche cose note ci sono la passione per la vela, le vacanze alla Maddalena, l’aereo privato, nonché lo sfizio di un investimento immobiliare a Canouan, un’isola dei Caraibi che fa parte dello Stato di Saint Vincent e Grenadine piaciuta anche a Donald Trump, con la speranza di farla diventare un rifugio per miliardari, riporta Il Mattino.