La settimana appena iniziata sarà molto importante per gli investitori su vari versanti: tra gli appuntamenti di rilievo troviamo la riunione della
Federal Reserve (Fed) del 28-29 gennaio. L'appuntamento coincide con il rilascio delle trimestrali di alcune grandi aziende americane, per cui si prevede ci possa essere molto movimento a Wall Street.
Il mercato non si aspetta novità sul fronte dei tassi di interesse, che probabilmente rimarranno fermi nell'intervallo 4,25-4,50%. L'attenzione invece si sposterà sulle stime della Banca centrale per il resto del 2025. Naturalmente la Fed farà riferimento ai dati sull'inflazione, che ancora resta distante dall'obiettivo di lungo periodo del 2%, ma è importante verificare quanto ciò possa rappresentare uno smarcamento rispetto al mercato in tema di tassi.
Riunione Fed: l'inflazione al test dei dazi
Attualmente, i trader scontano tassi più bassi di 40 punti base entro la fine dell'anno, il che implica sostanzialmente due tagli. Ciò è in linea con quanto affermato dall'istituto monetario nell'ultima riunione di dicembre, quando ha gelato il mercato affermando che i colpi di forbice sarebbero stati due e non tre come tutti si aspettavano. Tuttavia, la chiave sta sempre nei dati sul costo della vita, senza i quali qualsiasi ipotesi potrebbe essere azzardata.
Tra l'altro, il tema dell'inflazione si intreccia con un'altra questione spinosa: i dazi promessi dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il neo inquilino alla Casa Bianca in teoria non intende fare sconti, ma nella pratica per il momento non è stato così duro per come si pensava. Almeno riguardo i Paesi maggiormente nel mirino come la Cina. Ad ogni modo, i dazi ci saranno e potrebbero frenare il percorso dell'inflazione verso il target della Fed.
Una delle risposte che con molte probabilità il governatore Jerome Powell dovrà dare nella conferenza stampa a chiusura del meeting sarà attinente proprio a questo tema, ossia quale sarà l'impatto dell'applicazione delle tariffe.
Ma c'è ancora un'altra questione sul tavolo che Powell potrebbe affrontare. Se l'inflazione si metterà nuovamente in moto, la Fed presumibilmente terrà alti i tassi di interesse. Tuttavia, questa settimana, al World Economic Forum di Davos, Trump ha detto che chiederà di tagliarli. Come la prenderà Powell? Già su questo argomento, durante il primo mandato del leader repubblicano alla Casa Bianca, i due hanno avuto qualche schermaglia verbale. Non è escluso che la situazione possa riproporsi.
Cosa succederà questa settimana?
Gli esperti di mercato non sembrano concordi sul fatto che il ciclo di allentamento sarà messo in pausa per troppo tempo. "Ci sono ampie aspettative che la Fed non abbia urgenza di continuare a tagliare fino a quando non avremo dati sull'inflazione potenzialmente più incoraggianti", ha affermato Angelo Kourkafas, senior investment strategist della società finanziaria Edward Jones.
Tuttavia, altri sostengono che a marzo l'autorità monetaria riprenderà il processo di normalizzazione. "Powell manterrà sul tavolo la possibilità di un taglio alla riunione di marzo", hanno detto gli economisti di Morgan Stanley in una nota. "Se abbiamo ragione nella nostra valutazione del flusso di dati in arrivo, allora pensiamo che la Fed possa rimanere in attesa a gennaio e mantenere la sua propensione all'allentamento".
Mark Cabana, analista di Bank of America, considera il meeting di questa settimana "per lo più come un segnaposto", dove "la Fed mantiene la massima opzionalità se riprendere i tagli a marzo o continuare con una pausa".
Bradley Saunders, economista di Capital Economics, ha detto di aspettarsi tagli a marzo e giugno, ma per le riunioni successive ha espresso molti dubbi in quanto le politiche sull'immigrazione di Trump porteranno a zero la crescita della forza lavoro, il che fa aumentare i salari e l'inflazione, già sotto pressione per i dazi. "Ci aspettiamo un mix di politiche stagflazionistiche dalla nuova amministrazione Trump, con il rischio di un minor numero di tagli a seconda dei tempi esatti dell'attuazione di tali politiche", ha detto.