Questa sera gli investitori presteranno la massima attenzione alla
pubblicazione dei verbali della Federal Reserve, che riporteranno quanto è emerso dalle deliberazioni dell'ultima riunione di politica monetaria. Nel meeting del 3-4 maggio, la Banca Centrale americana ha alzato dello 0,5% i tassi d'interesse, il primo aumento di tale portata dal 2000. Adesso le previsioni sono che anche nei mesi di giugno e luglio il costo del denaro possa essere innalzato di 50 punti base alla volta.
Quello che succederà dopo dipende da alcune variabili che ad oggi sono estremamente incerte, quali l'andamento dell'inflazione, la crescita economica e le condizioni finanziarie dell'economia. Intanto però il mercato ha gli occhi puntati su quanto verrà fuori questa sera perché potrà dare delle indicazioni almeno nel breve termine, con dei riflessi importanti per i mercati finanziari. In particolare, saranno 4 gli aspetti su cui bisognerà concentrarsi. Vediamoli di seguito.
Condizioni finanziarie
Per condizioni finanziarie, i funzionari della Fed intendono
i livelli del mercato azionario e gli spread delle obbligazioni societarie. Da quando si è riunita l'ultima volta la Fed, tali condizioni sono peggiorate in maniera vistosa. Gli operatori di mercato cercheranno indizi su quanto l'istituto guidato da
Jerome Powell accetterebbe la discesa delle azioni e l'allargamento degli spread creditizi.
Gli economisti di Deutsche Bank fanno notare che nella conferenza stampa del meeting scorso, il Governatore ha citato 16 volte il termine "condizioni finanziarie", il che denota una certa attenzione che il 69enne di Washington riserva a questo tema. Per la banca tedesca, la Fed vuole che le condizioni finanziarie continuino a restringersi, almeno fino a quando l'inflazione non tornerà sotto controllo.
Inflazione
L'inflazione è diventata il nemico pubblico numero uno per Jerome Powell, il quale in tempi recenti ha dichiarato che la politica monetaria non sarà meno restrittiva fino a quando l'indice dei prezzi al consumo non si dirigerà verso gli obiettivi della Banca Centrale. Ad aprile il costo della vita ha dato un lievissimo segno di rallentamento, posizionandosi a un tasso di crescita dell'8,3%, al di sotto dell'8,5% del mese precedente, ma sopra l'8,1% stimato dal mercato.
Secondo Katie Nixon, Chief Investment Officer di Northern Trust Wealth Management, i mercati azionari in calo e spread più ampi non faranno arretrare la Fed, diversamente di quanto ha fatto in passato. Stavolta, infatti, vi è la curva di inflazione, dietro cui l'istituto centrale è rimasto a lungo. Se quindi ci dovesse essere un cambiamento di rotta nella politica monetaria, a quel punto vi sarebbe una perdita totale di credibilità.
Atterraggio morbido
Nell'incontro di maggio Powell aveva un po' illuso il mercato ribadendo il concetto dell'atterraggio morbido. Questo avrebbe significato che la Fed sarebbe stata in grado di contenere l'inflazione inasprendo la politica monetaria, ma senza mandare l'economia in recessione.
Ultimamente però il linguaggio è cambiato e il termine è stato sostituito con atterraggio irregolare, con l'avvertenza che "potrebbe esserci del dolore". Insomma, i toni diventano sempre più duri, anche perché si acquisisce sempre più consapevolezza che vi siano poche strade in alternativa all'estrema rigidità contro l'inflazione. Sarà importante vedere se questi sono confermati nel verbale di questa sera.
Ad ogni modo l'atterraggio morbido dipenderà da tanti fattori. Gli americani hanno accumulato grandi risparmi durante la pandemia e, secondo la narrazione dominante, dovrebbero impedire che l'economia finisca in recessione. Tuttavia, i rapporti recenti dei rivenditori americani hanno messo in discussione tutto, registrando un calo dei consumi.
Poi vi è il fattore disoccupazione. Probabilmente il prossimo rilascio sancirà una discesa al 3,5%, ossia al minimo degli ultimi 50 anni. Tutto bene, ma fino a un certo punto, perché questo riaccende la pressione sui salari, dal momento che le aziende faticano a trovare manodopera. In un'economia con bassa inflazione questo non sarebbe di per sé un fattore negativo; lo diventa nel momento in cui il carovita viaggia ai livelli che vediamo adesso.
Infine, un'altra corrente molto pericolosa viene dal mercato immobiliare. I tassi ipotecari in aumento rallentano la domanda di alloggi, però nel contempo i prezzi delle case continuano a salire perché l'offerta è insufficiente. Questa è una distorsione che sarà difficile da combattere con altre strette sui tassi, anzi la cosa rischia di peggiorare la situazione. Come la Fed intende affrontare queste forze incrociate sarà di estrema importanza per gli osservatori questa sera.
Riduzione del bilancio
Dal 1° giugno la Fed dovrebbe cominciare a ridurre il bilancio da 9.000 miliardi di dollari, non reinvestendo più i proventi dei titoli di Stato a scadenza per una cifra di 3 miliardi di dollari e dei mutui ipotecari per 17,5 miliardi di dollari. A settembre tali cifre saliranno rispettivamente a 60 e 35 miliardi di dollari.
Alcuni funzionari però hanno suggerito una maggiore aggressività, in particolare con riferimento al mercato immobiliare, sebbene ridurre i 3.000 miliardi in partecipazioni sarà effettivamente un compito arduo. A marzo
il FOMC ha discusso di vendere i mutui a titolo definitivo, ma per Citi non lo si è fatto abbastanza. Di conseguenza, stavolta qualsiasi indicazione in tale direzione potrebbe rappresentare una sorpresa in senso restrittivo.