- La BCE ripropone la Bad Bank per ripulire 500 miliardi di Non Performing Loans;
- Il MES sarà la garanzia per le obbligazioni emesse dalla Bad Bank;
- L'attuazione del piano dovrà superare le regole sul Bail In del Trattato UE.
La Banca Centrale Europea scende in campo ancora una volta. Stavolta non sono direttamente gli Stati e le imprese nel mirino dell'Eurotower, bensì le banche. L'obiettivo è risolvere il problema dei Non Performing Loan (NPL) che fanno soffrire i bilanci degli istituti di credito dell'Eurozona. Ad oggi secondo le statistiche ufficiali ammontano a 500 miliardi, se si considerano le carte di credito, i finanziamenti auto e i mutui. E in base a fonti Reuters potrebbero salire velocemente a 1.000 miliardi nei prossimi mesi per effetto del disastro pandemico a cui stiamo assistendo. Per questa ragione, riporta Reuters, è in gestazione a Francoforte un piano per far confluire tutti i crediti in sofferenza presso una Bad Bank creata ad hoc e garantita dal MES.
Come funziona il piano della BCE
Sotto la guida di Mario Draghi si è discusso più volte circa l'idea di creare una Bad Bank per ripulire i bilanci delle banche dei NPL, però la proposta è sempre nafragata di fronte all'opposizione sistematica di Berlino e dei Paesi dell'area nord-europea. Oggi vista l'emergenza la locomotiva tedesca sembra essersi ammorbidita e Christine Lagarde potrebbe riuscire nell'intento che fu del suo predecessore. Sembra infatti che l'ex FMI abbia già interpellato le banche coinvolte e i vertici dell'UE nelle ultime settimane, accelerando in tal modo il processo. Quindi ha istituito un'autentica task force per lavorare sulla realizzazione del programma.
Il progetto prevede la raccolta da parte della Bad Bank di prestiti che non saranno più rimborsati, a fronte dei quali la stessa emetterebbe delle obbligazioni garantite dal Meccanismo Europeo di Stabilità. Tali bond verrebbero acquistati dalle banche commerciali europee che, a loro volta, li potrebbero girare alla BCE come collaterale per ottenere liquidità. Alla fine quindi sarebbe sempre la BCE a farsi carico del rischio legato all'esigibilità delle obbligazioni, pur con la garanzia dei Paesi europei. C'è da precisare che tra gli attivi iscritti in bilancio che dovranno essere stralciati non ci stanno solamente quelli generati dalla crisi del Covid, ma anche tutte quelle tossicità ereditate dalla crisi finanziaria del 2008.
Il nodo del Bail In
Il responsabile alla vigilanza della BCE Andrea Enria si è detto possibilista all'idea, solo che il discorso sarebbe prematuro essendo che le banche ancora oggi dispongono di 600 miliardi di patrimonio che potrebbero utilizzare per coprire le perdite dai crediti inesatti. Diverso sarebbe lo scenario se si dovesse verificare una seconda ondata del Coronavirus. Il commento di Enria rimarca quanto ha dichiarato Christine Lagarde davanti alla Commissione Affari economici e monetari dell'Europarlamento, in cui non il numero uno della BCE non rivendica alcuna posizione di fronte al problema dei titoli tossici legati al Coronavirus.
In realtà il motivo per cui un piano del genere ha incontrato le riluttanze della Commissione Europea è legato alle regole del Bail In. Secondo quanto aveva riportato il Financial Times, due mesi fa si era discusso di questo. Secondo i funzionari UE, l'idea di creare una Bad Bank con garanzie europee sarebbe stato da considerarsi un aiuto di Stato. E per il Trattato Europeo ciò può essere possibile solo dopo che le perdite bancarie sono assorbite dagli azionisti, dagli obbligazionisti e anche dai correntisti con depositi sopra i 100 mila euro.