Investimenti: gli 8 rischi per i mercati finanziari nel 2021 | Investire.biz

Investimenti: gli 8 rischi per i mercati finanziari nel 2021

16 dic 2020 - 16:30

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Il mercato si aspetta una ripresa economica nel 2021, grazie agli stimoli monetari e fiscali e ai vaccini anti-Covid. Ci sono però 8 rischi che incombono. Vediamo quali

Solitamente quando arriva un cigno nero, i mercati finanziari sono presi alla sprovvista e non si trovano preparati a reagire tempestivamente all'evento. Così è avvenuto con l'avvento del Coronavirus, chi mai avrebbe potuto prevederlo?

Anzi, se magari una crisi finanziaria come quella dei mutui subprime qualcuno poteva anche ipotizzarla, stavolta non vi erano elementi per poter azzardare una previsione così catastrofica, a meno che non si fosse a stretto contatto con quello che succedeva a Wuhan.

La storia insegna anche che un cigno nero raramente segue a un altro a distanza troppo ravvicinata. Eppure alcuni analisti si dilettano a immaginare quali potrebbero essere le cause per l'arrivo di un altro tsunami in grado di travolgere i mercati. In questa ottica, la società finanziaria londinese Standard Chartered Plc ha individuato 8 potenziali sgradite sorprese con cui il mondo della finanza potrebbe trovarsi a fare i conti nel 2021. Vediamole.

 

I Democratici conquistano il Senato nel Congresso USA

La Georgia è ancora in bilico nel conteggio dei seggi al Senato dalle ultime elezioni americane. Qualora il responso dovesse dar ragione allo schieramento di sinistra, con ogni probabilità scatterebbe il piano fiscale di aumento delle tasse e la ridefinizione dell'assetto normativo sul settore tecnologico.

Come conseguenza si potrebbe avere un crollo delle azioni delle Tech che avevano guidano il rialzo degli indici di Borsa durante tutto l'arco del 2020, nonché un aumento dei rendimenti dei Treasury Bond americani.

 

USA e Cina riescono a trovare una sintonia valutaria

USA e Cina potrebbero smorzare lo scontro su un terreno che è congeniale ai cinesi, i quali accetterebbero una rivalutazione dello Yuan ma nel contempo aumentando il potere d'acquisto delle loro imprese e dei loro consumatori. Tutto questo avrebbe come effetto che il cross USD/CNY scenderebbe sotto quota 6.

 

La ripresa è trainata dagli stimoli fiscali e monetari

I Governi e le Banche centrali continuano a iniettare denaro liquido per sostenere l'economia, stimolando in questo modo gli investitori a investire in asset reali come il rame. Il prezzo della materia prima, che quest'anno è già cresciuta del 25%, aumenterebbe del 50% il suo valore nel 2021.

 

L'OPEC si schianta tra le controversie interne

Gli attriti tra i Paesi esportatori di petrolio si potrebbero fare sempre più intensi e i membri guida, come la Russia e l'Arabia Saudita, non riuscirebbero a tenere gli equilibri. La disgregazione porterebbe ad abbandonare le quote di offerta assegnate determinando un altro shock come quello della primavera di quest'anno, con il greggio che scivolerebbe inesorabilmente a 20 dollari al barile.

 

L'Europa non è in grado di trovare un accordo sugli stimoli fiscali

Gli stimoli fiscali dei Paesi del Vecchio Continente non verrebbero attuati per via della disomogeneità di intenti che alla fine risulta decisiva. La frattura insanabile tra i frugali e il resto d'Europa sposterebbe tutto il peso di sostenere la ripresa verso la BCE, la quale non ha però risorse infinite. I tassi a zero non produrrebbero più l'effetto sperato a lungo termine. L'effetto sull'Euro sarà esiziale, con la valuta che scenderebbe a 1,06 sul Dollaro americano.

 

Gli Stati Uniti non perseguono la politica del Dollaro forte

Il nuovo Segretario al Tesoro, Janet Yellen, potrebbe puntare sul ribasso del biglietto verde, in ragione del fatto che il Congresso non riesce a legiferare in tema di tasse. Quindi la ripresa anche in questo caso dovrebbe passare attraverso la politica monetaria, con un crollo della moneta americana che stimabile intorno al 15%.

 

I Paesi dei mercati emergenti non riescono a ripagare il debito sovrano

La crisi economica si farebbe pesante al punto che l'indebitamento dell'area dei Paesi in via di sviluppo diventerebbe insostenibile, con la conseguenza di un incremento dei default e i downgrade da parte delle agenzie di rating. Di conseguenza le azioni di quei mercati potrebbero subire un tracollo del 30%, come non avveniva dal 2013.

 

Le diatribe tra Democratici e Repubblicani portano alle dimissioni di Joe Biden

Il nuovo inquilino alla Casa Bianca potrebbe non riuscire a conciliare le posizioni delle due fazioni politiche. Il malcontento generale culminerebbe quindi nelle proteste e nei disordini di piazza. A quel punto arriva il triste epilogo: Joe Biden alzerebbe bandiera bianca, cedendo il posto alla sua Vice Kamala Harris. Le conseguenze potrebbero essere disastrose per i mercati, con la discesa delle quotazioni azionarie, l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato americani e lo sprofondamento del Dollaro USA.

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