Paul Tudor Jones: chi è la leggenda del Black Monday 1987 | Investire.biz

Paul Tudor Jones: chi è la leggenda del Black Monday 1987

28 ago 2020 - 19:00

30 nov 2022 - 20:59

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Chi è Paul Tudor Jones? Ecco la storia e tutto quello da sapere sull'investitore diventato leggenda durante il crollo dei mercati nel Lunedì Nero del 1987

Chi è Paul Tudor Jones? Ecco la storia del fondatore dell’hedge fund Tudor Investment Corporation, investitore diventato leggenda durante il crollo dei mercati nel Lunedì Nero del 1987. Ecco perché e tutto quello che c’è da sapere su di lui

Nato il 28 settembre 1954, Paul Tudor Jones II è un miliardario statunitense, gestore di fondi speculativi, ambientalista e filantropo. Nel 1980 ha fondato il suo hedge fund, Tudor Investment Corporation, una società di gestione patrimoniale con sede a Stamford, nel Connecticut. Otto anni dopo ha fondato la Robin Hood Foundation, che si concentra sulla riduzione della povertà. Ecco la sua storia è perché è considerato una leggenda dei mercati finanziari.

 

Origini e studi

Paul Tudor Jones è nato a Memphis, nel Tennessee. Jones ha frequentato la Presbyterian Day School, una scuola elementare di soli ragazzi, prima di frequentare la Memphis University School per il liceo e successivamente l'Università della Virginia, dove è stato campione di boxe. Mentre frequentava l'università, Jones era anche Presidente della confraternita Sigma Alpha Epsilon.

Per pagare le tasse scolastiche, Jones scrisse per il giornale della sua famiglia, il Daily News, con lo pseudonimo di Paul Eagle. Fu in quel periodo che nasce il suo interesse per i mercati finanziari: Jones afferma di aver letto un articolo su Richard Dennis, il famoso trader di materie prime che ha formato numerosi investitori con il programma “Turtles”.

Nel 1976 ha conseguito una laurea in economia presso l'Università della Virginia. Negli anni '80, Jones fu ammesso alla Harvard Business School, ma decise di abbandonare gli studi.

 

Il Lunedì nero del 1987 da leggenda

Jones comincia ad interessarsi di mercati finanziari a soli 24 anni. Inizia a fare trading sulle materie prime per E. F. Hutton & Co. Ma la vera esperienza che ha fatto crescere Paul Tudor Jones è stata però presso suo zio William Dunavant Jr., uno dei più grandi mercanti mondiali di cotone, che ha introdotto il giovane Paul alla professione di broker di materie prime e con Eli Tullis, un famoso trader che viveva a New Orleans.

Nel 1980 Paul Tudor Jones fonda la Tudor Investment Corporation, una società con sede a Greenwich, nel Connecticut, che si occupa di risparmio privato e hedge funds. Successivamente Jones fonda la Robin Hood Foundation che si prefigge come obiettivo il contrasto alla povertà.

I primi clienti del talentuoso trader furono i suoi cugini. Jones inizia a costruire il suo capitale di investimento, applicando tutte le sue conoscenze e partendo dalla negoziazione delle materie prime. Solo successivamente si specializzò in altre asset class come indici di Borsa, azioni e il mercato valutario. Oggi parte degli investimenti si concentrano anche sui mercati emergenti.

Nel 1984 Jones lancia il fondo Tudor Futures Fund con un capitale gestito di 1,5 milioni di dollari. Quattro anni dopo, 1.000 dollari investiti alla data di partenza del fondo sarebbero diventati oltre 17 mila.

Nel 1987 Tudor entra nella storia: aveva infatti previsto il crollo del mercato Usa durante il Lunedì Nero, approfittandone vendendo allo scoperto. In quell’anno il fondo crebbe del 62%. Da quel momento, Jones non accetta più investimenti nel fondo e procede di anno in anno in rimborsi obbligatori, per evitare che la massa gestita in aumento intacchi la performance.

Peter Borish, che a quel tempo era il vice di Jones, racconta di come Paul fosse riuscito ad anticipare il crollo dei mercati semplicemente paragonando i grafici dei prezzi prima del crollo del 1929 con i grafici del 1987.

La PBS decide di produrre un documentario, intitolato “Trader” sulle attività di Jones. Nonostante fu trasmesso nella TV nazionale, attualmente ne esistono pochissime copie ed ogni volta che qualcuna spunta fuori Jones si affretta a comprarla ed eliminarla. Michael Glyn, il regista del documentario, ha raccontato che gli fu chiesto più volte di toglierlo una volta per tutte dalla circolazione. Alcuni ipotizzano che Jones ritenga che i suoi segreti siano stati rivelati nel documentario.
 

Sui mercati con 40 miliardi di dollari

Due le cose che contraddistinguono il fondo speculativo di Jones: le scelte di investimento erano e sono per lo più basate sull’analisi tecnica e quantitativa, le commissioni erano e sono più alte rispetto a quelle della media dei competitors. Solitamente gli hedge funds prendono il 2% annuo sulle attività gestite e il 20% dei profitti generati. Jones, invece, optò rispettivamente per il 4% e il 23%.

Con la sua collega Hunt Taylor, è stato determinante nella creazione di FINEX, la divisione dei future finanziari del Board of Trade di New York. È stato anche presidente del New York Cotton Exchange dall’agosto 1992 al giugno 1995.

Nel 2000 il trade mancato: in un’intervista, ha detto di essere rammaricato di non aver avvertito, negli anni novanta, il grande potenziale delle società tecnologiche che si sono poi quotate sul NASDAQ.

Nel 2014 il New York Times scrive che i rendimenti per gli investitori di Jones erano nettamente diminuiti nel corso degli ultimi 10 anni. Secondo il super trader la colpa è da attribuire ai pochi movimenti del mercato causati dalla politica attendista delle banche centrali e al mondo degli Hedge Fund sempre più affollato di nuovi speculatori.

A fine marzo 2020 la società di Jones gestiva circa 38 miliardi di dollari e ha uffici in Connecticut, New York, Palm Beach, Londra, Singapore e Sydney.

 

I problemi con la giustizia

Nel 1990 Jones si è costituito: il reato era quello di aver distrutto 86 acri di zone umide protette all’interno della sua tenuta di caccia sulla costa orientale del Maryland. Pagò una multa di 1 milione di dollari e un altro milione lo destinò a sostegno della National Fish and Wildlife Foundation.

Grazie al suo gesto è riuscito ad evitare un anno di prigione per aver violato il Federal Clean Water Act. Nel 1993 ha creato la Everglades Foundation per sostenere la conservazione delle zone umide della Florida. È presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione assieme a Jimmy Buffet, Jack Nicklaus, David Lawrence Jr., Jon L. Mills e William Wrigley Jr. II.

Nel 1994 è costretto a pagare una multa di 800 mila dollari a causa di alcune violazioni del Securities Exchange Act del 1934. L’Act proibisce la vendita di un titolo preso in prestito dal momento in cui il titolo stesso è in declino.

 

Jones crede nel Bitcoin

Recentemente Jones ha rivelato che sta acquistando Bitcoin come copertura contro l’inflazione. Jones infatti si dice preoccupato per l’inflazione, che potrebbe essere causata dalle continue e massicce iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve, dicendo inoltre che il Bitcoin oggi gli ricorda il ruolo dell’oro negli anni ’70.

Tuttavia Jones ha anche affermato che il suo fondo Tudor BVI dovrebbe arrivare a detenere solo una piccola percentuale del suo patrimonio in Future su Bitcoin, comunque inferiore al 10%.

È uno dei primi grandi gestori di hedge fund a compiere una mossa simile. Con la continua digitalizzazione della società, Jones ha affermato che è difficile pensare che il Bitcoin non avrà un ruolo importante in futuro.

In realtà, è già dal 2017 che opera sul mercato delle valute digitali, ma in via esclusivamente personale. Ora invece vuole utilizzare Bitcoin come riserva di valore per il suo fondo, grazie alle sue caratteristiche di mantenimento del potere d’acquisto, liquidità e portabilità.

 

Filantropia: Jones come Robin Hood

Jones ha donato quasi 50 milioni di dollari alla sua Alma Mater, l’Università della Virginia, che lo ha ringraziato intitolando al padre l’arena del basket del college.

È inoltre il fondatore della Robin Hood Foundation, un’organizzazione filantropica sostenuta principalmente da operatori di hedge fund, che nasce per finanziare programmi contro la povertà a New York. Le risorse arrivano da donazioni, investimenti e raccolte fondi. Artisti e band come Rolling Stones, Shakira, John Legend, The Black Eyed Peas, Lady Gaga, The Who e Aerosmith si sono esibiti durante i gala annuali organizzati dal gruppo per la raccolta fondi.

La Fondazione studia e finanzia progetti contro la povertà dei quartieri più difficili della Grande Mela, per garantire ai bambini l’istruzione e ai giovani un’opportunità di lavoro.

Ogni anno la Fondazione aiuta in qualche modo quasi mezzo milione di newyorkesi. Ha fondato ed è stato presidente del consiglio di amministrazione della Excellence Charter School, la prima scuola charter situata nel quartiere di Bedford-Stuyvesant a Brooklyn, New York. Ha fondato e presieduto la Bedford Stuyvesant I Have A Dream Foundation, che inserisce gli studenti locali nei college.

Jones ha inoltre creato Just Capital, un’organizzazione no-profit che ha come obiettivo quello di aiutare gli americani a conoscere aziende considerate “giuste”.

L’organizzazione, attraverso un sondaggio annuale, utilizza i dati per scoprire quali aziende sono maggiormente coinvolte nelle priorità che gli americani ritengono più importanti.

Il New York Times ha dichiarato che Jones è uno dei più grandi ambientalisti del pianeta. Nel 2002 il governo della Tanzania gli ha offerto l’affitto della riserva Grumeti nel Serengeti ad occidente della Tanzania.

 

Vita privata e patrimonio

Jones vive a Greenwich. Nel 1988, ha sposato Sonia Klein. La coppia ha quattro figli: Caroline, Dorothy, Chrissy e Jack. Nel 2008, fu inserito nella Institutional Investors Alpha’s Hedge Fund Manager Hall of Fame insieme a David Swensen, Louis Bacon, Steven Cohen, Kenneth Griffin, Seth Klarman, George Soros, Michael Steinhardt, Jack Nash, James Simons, Alfred Jones, Leon Levy, Julian Roberston e Bruce Kovner.

Secondo Forbes il suo patrimonio stimato si attesta a 5,3 miliardi di dollari. È il 343° uomo più ricco del mondo e al 7° posto fra i migliori gestori di fondi d’investimento del pianeta.

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