- L'Ocse lancia l'allarme, sarà recessione;
- Le banche centrali pronte per un'azione coordinata per sostenere i mercati;
- Oggi riunione telefonica del G7 dove si parlerà delle misure per affrontare la crisi;
- Il rialzo poderoso di Wall Street infonde ottimismo tra gli investitori, ma durerà?
Le preoccupazioni dell'Ocse
Il coronavirus probabilmente colpirà al cuore l'economia mondiale, questo il principale timore dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) che ha abbassato notevolmente le stime di crescita a livello mondiale. Non più al 2,9% per il 2020, come era stato precedentemente previsto, ma al massimo si arriverà al 2,4% nella migliore delle ipotesi, nel peggiore degli scenari invece il PIL mondiale potrebbe aumentare solo dell'1,5%. Nello specifico, per quel che riguarda le principali potenze mondiali che guidano l'economia internazionale, la Cina subirà un contraccolpo tremendo passando da una stima del 5,7% a una del 4,5%, mentre gli Usa dovrebbero tutto sommato rimanere abbastanza stabili. Notizie preoccupanti che hanno indotto il capo economista Laurence Boone a sollecitare l'intervento da parte dei governi con misure straordinarie per sostenere l'economia dimenticando tutte le possibili tensioni a livello commerciale.
L'azione concertata delle banche centrali
Di fronte ad una situazione di piena emergenza che rischia di andare fuori controllo le banche centrali potrebbero stupire i mercati creando una sorta di shock monetario simile a quello che avvenne dopo la grande crisi del 2008. Il primo segnale è arrivato da Powell, su sollecitazioni di Trump, che venerdì aveva dichiarato che la Fed è pronta a misure straordinarie sul fronte tassi, ieri mattina Kuroda ha messo in pratica la prima mossa concreta con un'iniezione importante di liquidità sui mercati e in serata anche la BCE si è fatta sentire con un comunicato in tale direzione di Lagarde, mentre mercoledì già potrebbe arrivare il primo taglio dalla banca centrale canadese. Il vero grande appuntamento, però, sarà il 18 marzo quando la Fed deciderà sul costo del denaro. Secondo l'economista Bill Nelson la banca centrale americana lì potrebbe anche tagliare i tassi in maniera ancora più forte di quello che si aspetta il consensus con l'idea di dare un segnale molto forte, ma la cosa più interessante è che potrebbe operare, nei prossimi mesi, in maniera coordinato con la banca centrale cinese e quella di Hong Kong per garantire la liquidità necessaria ai mercati onde impedire che il coronavirus ne affossi le quotazioni.
Anche il G7 si muove per fronteggiare l'emergenza sanitaria
La politica monetaria da sola potrebbe non essere sufficiente, anche perché il sistema sanitario mondiale che attualmente è messo sotto pressione richiede interventi da parte delle istituzioni governative mirati e forti. A questo proposito oggi è prevista una riunione telefonica del G7 dove si tratterà in maniera approfondita questo tema e si decideranno probabilmente le misure da prendere. Il ministro dell'economia francese Le Maire ha dichiarato che verrà attuata un'azione concertata, che questo possa essere il segnale che si attendono i mercati per recuperare un pò di fiducia? Intanto per quanto riguarda il caso dell'Italia, che è il paese più colpito in Europa dal contagio, la Commissione Europea sta valutando di allentare le briglie del rigore e di consentire al nostro paese di sforare con il deficit pur rispettando il patto di stabilità.
Basterà in definitiva questo per salvare i mercati?
Il rimbalzo di ieri di Wall Street, con gli indici che hanno guadagnato tutti ben oltre il 4% (Dow Jones +5,1%, S&P +4,6%, Nasdaq +4,49%), potrebbe aver assorbito tutti questi segnali e solo la traduzione delle parole in fatti concreti forse darebbe seguito ad un possibile rally che riparte dalla forte correzione causata dalle note vicende. Alcuni titoli come Apple, dopo aver perso il 17% in poche sedute dal picco massimo, rappresentano un'occasione ghiotta, ma le dinamiche sono molto incerte. Sarà importante vedere se queste opere di contenimento soprattutto nelle zone dove si sono rilevati i focolai daranno i risultati sperati, perciò i prossimi 7 giorni saranno probabilmente decisivi. Questo, insieme alle azioni concrete della politica monetaria e fiscale, indirizzerà i mercati, perché comunque se è vero come è vero che alla lunga essi riflettono i fondamentali dell'economia globale mettersi long a scatola chiusa in questo periodo potrebbe essere un rischio che si pagherebbe a caro prezzo.