Il PIL in Europa crolla e la BCE non convince i mercati | Investire.biz

Il PIL in Europa crolla e la BCE non convince i mercati

30 apr 2020 - 16:35

05 dic 2022 - 15:43

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Drammatico crollo della crescita nei Paesi dell'Eurozona. La BCE conferma costo del denaro, lancia il PELTRO ma delude i mercati. Borse in rosso, spread in crescita

  • Una BCE non amplia il piano di acquisto del Pepp e manda in rosso le Borse;
  • Lagarde introduce un nuovo strumento di politica monetaria, il Peltro, ma servirà?
  • Il PIL della zona Euro crolla drammaticamente e il FMI teme una prolungata recessione.

 

Tutte in rosso le Borse europee dopo il terribile crollo del PIL dell'Eurozona e la riunione mensile del Consiglio Direttivo della BCE. I listini lasciano sul terreno in ordine sparso perdite tra l'1,5% e il 2%. Anche le prime contrattazioni di Wall Street non fanno ben sperare, con i principali indici in territorio negativo. Lo spread BTP-Bund sale a 240 punti, con il rendimento del BTP a 10 anni balzato fino al 3%.

BCE: arriva il PELTRO ma piano anti-pandemia non convince i mercati

La BCE non ha convinto molto i mercati che hanno reputato le misure prese da Francoforte poco aggressive in rapporto alla situazione del momento e il linguaggio di Lagarde colmo di retorica. Eurotower ha deciso di confermare i tassi sui depositi a -0,50% e di lasciare invariato il costo del denaro, ma ha introdotto due importanti novità. In primis ha abbassato di 50 basis point il tasso sui TLTRO, ossia i finanziamenti di lungo termine che la Banca Centrale concede alle banche finalizzati a dare liquidità alle imprese. In secondo luogo ha inserito un nuovo strumento di politica monetaria, il Peltro, ossia il Pandemic emergency long term refinancing operations. Esso consiste in una serie di sette operazioni di rifinanziamento che le banche possono effettuare presso la BCE a partire da maggio 2020 fino a settembre 2021, ad un tasso inferiore di 25 punti base rispetto alle normali operazioni di rifinanziamento. Rispetto al TLTRO, quindi, quest'ultimo strumento è meno conveniente in termini di costo per le banche ma, a differenza dell'altro, ha il vantaggio di non essere condizionato nell'utilizzo. Infatti, essendo il Peltro non-target, le banche possono accedervi senza poi dover concedere prestiti alle imprese.

L'aspetto forse che più ha deluso i mercati riguarda il piano anti-pandemia da 750 miliardi. La Lagarde ha precisato in conferenza stampa che sarà pronta ad aumentarne l'entità e per il tempo di durata della crisi, comunque non oltre la fine del 2020. Quindi la BCE non ha allargato per il momento il piano di acquisto di altro debito, come molti si aspettavano, ma si è limitata a precisare che interverrà al momento opportuno a soccorso di quei Paesi che ne hanno maggiormente bisogno. Gli osservatori non possono però non notare la differenza di atteggiamento rispetto alla FED, che è entrata dentro il problema senza limiti nè di importo, nè di tempo. 

Il numero uno di Eurotower ha preso posizioni nette e favorevoli sul Recovery Fund, ritenendolo uno strumento molto utile in linea con quelle politiche fiscali che da tempo la BCE sollecita ai Governi per risollevare l'Europa dalla recessione che il Coronavirus provocherà durante tutto il 2020. Su questo punto, Christine Lagarde ha assicurato l'appoggio costante dell'istituto di Francoforte dal punto di vista della liquidità, in quanto il crollo della domanda non farà accendere focolai di inflazione pericolosi. Pertanto la politica monetaria avrebbe spazio sufficiente per mostrarsi aggressiva laddove occorre.

Il crollo del PIL senza precedenti

Intanto il PIL della zona euro è letteralmente sprofondato. Dati peggiori delle previsioni: -3,8% a fronte di un consensus del -3,2%. Non si è mai vista una contrazione di questa portata da quando nel 1995 sono iniziate le stime puntuali dell'EUROSTAT. Colpisce in maniera particolare il tracollo del 5,8% del PIL francese, il peggiore dal dopoguerra e che richiama alla memoria i disordini del maggio del '68 quando i transalpini precipitarono nel baratro a seguito di scioperi nelle fabbriche e delle proteste di piazza. Oggi la Francia è ufficialmente in recessione visto che per il secondo trimestre consecutivo il suo prodotto interno ha subito un calo. Anche la Spagna ha visto rilevazioni drammatiche: -5,2% contro un -4,4% previsto dagli analisti. Il numero enorme di contagi, che ha fatto del Paese spagnolo il secondo più infettato al Mondo dopo gli USA, ha pesato in modo esorbitante sulla crescita ponendo termine a sei anni di continua espansione. E l'Italia? Sebbene i dati siano stati leggermente migliori delle attese (-4,7% rispetto al -5,1% previsto), la caduta  del PIL è drammatica. Secondo l'ISTAT l'emergenza sanitaria e le misure di contenimento hanno affossato la domanda nel settore industriale e dei servizi  per quanto riguarda sia la componente interna che estera. In definitiva, gli effetti del Coronavirus sull'economia europea cominciano a manifestarsi in tutta la loro potenza. In tutto questo bisogna tenere presente che il lockdown è stato iniziato solo a partire dall'ultimo mese del trimestre, per questo il Fondo Monetario Internazionale accende un monito con riferimento al secondo trimestre. Secondo l'istituto sovranazionale il rischio di prolungamento del blocco produttivo potrebbe portare alla fine del 2020 a perdere fino a 7,5 punti percentuali. Una cifra che forse non possiamo permetterci.

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