- Oggi si pronuncia Standard&Poor's sul merito creditizio dell'Italia. Rischio downgrade;
- Le previsioni del DEF sono poco incoraggianti, ma la BCE apre l'ombrello;
- Secondo gli analisti Eurotpwer potrebbe arrivare a comprare due terzi del debito italiano ma occore un piano di allargamento del programma di acquisto.
La situazione italiana è particolarmente delicata. Lo spread viaggia intorno ai 254 punti base e la riunione di ieri del Consiglio Europeo si è conclusa con un pacchetto da 540 miliardi di euro ma con non poche questioni da dirimere. E oggi arriva il giudizio da parte di Standard&Poor's sul nostro Paese. Attualmente il rating italiano è di BBB e il rischio downgrade da parte della principale agenzie di valutazione è un'ipotesi molto plausibile. Il punto è di stabilire quanto sarà pesante la mannaia che calerà sul nostro debito pubblico: si arriverà al livello di considerare i BTP e i titoli di Stato italiani junk bond?
Secondo Jesus Castillo, economista di Natixis, è possibile che S&P abbasserà di un notch il giudizio sull'Italia ma non andrà sotto la soglia di investment grade ( vedi la scala dei rating), in quanto sarebbe una mossa molto delicata vista la situazione. L'esperto rileva come l'elevato debito pubblico, lo spread che rischia di andare fuori controllo e le aspettative di crescita disastrose metteranno a dura prova la solidità economico e finanziaria del nostro Paese.
Forse l'agenzia si limiterà a rivedere l'outlook voltandolo verso prospettive negative, come fa intendere l'S&P director of sovereign ratings per l'EMEA, che settimana scorsa ha dichiarato che in fondo in questo momento non c'è un'esigenza immediata di adeguare il rating. Il rischio di downgrading probabilmente sarà maggiore quando Moody's si pronuncerà l'8 maggio: per gli analisti dell'altra agenzia di rating USA Roma già ora si posiziona ad un solo notch dal livello di non-investment grade. Lo stesso giorno anche l'agenzia canadese DBRS potrebbe portare il merito creditizio italiana da BBB a BB, ossia a livello di "tipo speculativo".
Le previsioni del DEF e le preoccupazioni di Lagarde
C'è poco da stare tranquilli, insomma. Gli animi non sono certamente rasserenati dalla bozza del Documento Economico e Finanziario che andrà sul tavolo del Consiglio dei Ministri nella giornata di oggi (dopo il rinvio di ieri, ndr). Le previsioni sono catastrofiche, almeno per il 2020, con il PIL che subirà una discesa dell'8%, il deficit schizzerà al 10,4% e il debito pubblico toccherà quota 152,7%. In questo contesto la BCE si aspetta che il Paese subirà un taglio del merito creditizio. Christine Lagarde ha espresso una certa preoccupazione durante una riunione in videoconferenza con i maggiori esponenti UE, ammonendo l'Europa per il fatto di essersi mossa tardi e di non aver adottato ancora delle misure sufficienti. La preoccupazione del numero uno dell'Eurotower è appesantita dal fatto che a suo giudizio non tutti i Paesi dell'Eurozona siano in grado di far fronte all'emergenza allo stesso modo ed è per questo che occorrono interventi tempestivi e immediati.
Il bazooka della BCE sarà sufficiente?
La BCE però ha effettuato un vero e proprio cambio di passo due giorni fa attraverso una decisione storica, ossia accettare anche i titoli spazzatura come collaterale. Più precisamente almeno fino a settembre 2021, l'istituto di Francoforte prenderà come collaterale dalle banche i BTP italiani anche se dovesse arrivare il downgrade da parte delle agenzie di rating. Questo dopo aver rimosso l'altro limite importante che impediva di acquistare più del 33% del debito di ogni singolo Stato. Questa è solo un'anticipazione di quello che sarà l'infuocato Consiglio Direttivo del 30 aprile dove Eurotower ( vedi qui il calendario BCE del 2020) si dovrà pronunciare ad ampio raggio su come gestire tutta la fase di emergenza. Ancor più che questo ricade a poche ore dal vertice UE. L'atteggiamento della BCE di fronte al problema è di estrema importanza, in quanto le stesse agenzie di rating potrebbero anche chiudere un occhio sulle drammatiche previsioni macroeconomiche dell'Unione se il paracadute della BCE è sempre attivo.
Allo stato attuale la Banca Centrale ha messo a disposizione 1.100 miliardi di euro per finanziare il debito degli Stati che viene utilizzato per l'emergenza. Gli economisti di Goldman Sachs hanno calcolato che da quando è stato ufficializzato il PEPP, il programma pandemico lanciato a fine marzo, la BCE ha comprato circa 30-40 miliardi di nostri titoli di Stato, che corrisponde al 40% del totale. Dove potrà arrivare? Goldman Sachs ritiene che la cifra potrebbe giungere, grazie all'ampliamento del programma, anche a 700 miliardi entro la fine dell'anno. E questa è sicuramente una previsione confortante da parte della banca d'affari americana. Alla view positiva si associa l'economista Carlo Cottarelli, secondo cui la BCE potrà acquistare nelle prossime settimane altri 256 miliardi di nostri titoli di Stato, fino ad arrivare lentamente ad un quota addirittura del 66%.
Il problema è che questi fondi si prosciugano in fretta per via delle spese sempre in aumento che i Paesi devono sostenere a mano a mano che l'epidemia da Coronavirus raggiunge nuove vette di contagio, per questo gran parte degli analisti ritiene ancora insufficiente il denaro messo a disposizione da Francoforte e auspica un aumento del piano anti pandemico da 1 a 2 trilioni di euro.