Riuscirà Apple ad imprimere una spallata al settore automobilistico così come fece con quello degli smartphone e dei computer? La risposta a questa domanda apre le porte ad altri quesiti che solo il tempo riuscirà a snocciolare in tutta la loro complessità.
Per il momento l'unico vero indicatore da prendere come bussola è il grande successo di Cupertino nel ramo in cui fino ad oggi ha operato. Che tale successo sia replicabile o meno è del tutto opinabile. Di certo, se la mela morsicata entrerà nell'automotive una ragione c'é: il mercato è imponente, dal momento che ogni anno vengono vendute in tutto il Mondo auto per un controvalore di 2.000 miliardi di dollari.
Le intenzioni di Apple sono quelle di indirizzare la sua iCar nel mercato di fascia alta, che abbraccia un terzo del valore complessivo e che quindi è sempre quantitativamente cospicuo.
Auto elettrica Apple: la questione delle partnership
Che l'azienda guidata di Tim Cook abbia liquidità in sovrabbondanza è un fatto risaputo, ma per fare tutto da sola nella costruzione di automobili elettriche a guida autonoma ha bisogno di svariate decine di miliardi di dollari e ciò potrebbe non essere profittevole.
Ecco perché è più plausibile l'ipotesi che nasceranno alleanze con produttori di auto già esistenti. Del resto con gli iPhone Apple si appoggia ad assemblatori esterni, a maggior ragione è pensabile che faccia la stessa cosa in un mercato completamente nuovo.
Una possibilità molto accreditata che ha preso forma nei giorni scorsi è l'intesa con Hyundai. I due già collaborano riguardo CarPlay, un software d'installazione di iPhone su auto, quindi potrebbero estendere la cooperazione in un business più ampio.
Stesso discorso vale per le batterie per i veicoli elettrici. Progettarle richiede anni di duro lavoro e grandi investimenti. Quindi è più facile pensare di appoggiarsi a una società leader e già operativa sul mercato come Contemporary Amperex Technology Co, ad esempio.
Auto elettrica Apple: i rischi
Le ambizioni di Apple non troveranno di certo la strada in discesa. I margini di profitto del settore auto sono inferiori rispetto a quelli normalmente conseguiti da Cupertino nel suo campo di operatività. In quest'ultimo caso l'azienda californiana ha un surplus annuo del 17%, mentre ad esempio un marchio premium come BMW arriva in media al 10%.
Questo significa che il risparmio dei costi deve essere notevole per raggiungere l'obiettivo dichiarato del 15%. Considerando tutti i sensori e le apparecchiature informatiche si stima che un veicolo autonomo costerà fino a 80 mila dollari. Probabilmente ancora quelle tipologie di auto non genereranno profitti tali da coprire l'investimento.
Si rende pertanto necessario investire molto sulla tecnologia per abbassare radicalmente i costi. Per questo è molto probabile che, fin quando la tecnologia per le auto elettriche a guida autonoma non sarà matura per accedere sul mercato, difficilmente Apple lancerà la sua offerta.
Il mercato azionario finora non ha fatto comunque i salti di gioia da quando sono emerse tutte le indiscrezioni sul nuovo business di Apple. Le relative azioni da allora (fine dicembre) sono scese del 2%, mentre sia l'indice di Borsa S&P 500 che il Dow Jones sono cresciuti del 3%.
Che gli investitori non vedano di buon occhio l'affare e temono che esso sia troppo dispendioso? Forse quando emergeranno ulteriori dettagli sui piani aziendali e sulle partnership, il mercato comincerà ad avere le idee più chiare. Per il momento reagisce in base al sentiment e quindi prendere una posizione netta sul titolo Apple potrebbe essere prematuro.