Le quotazioni del petrolio WTI continuano la loro avanzata vicino ai massimi a un anno, quasi indifferenti al cambio della guardia alla Casa Bianca. Sul fronte dell’energia il neo presidente eletto Joe Biden ha cominciato fin dal giorno dell’insediamento a tener fede alle promesse elettorali, con una serie di provvedimenti che non giocano a favore dei combustibili fossili e che potrebbero rendere ancora più difficile la ripresa dell’industria dello shale oil.
Tra gli ordini esecutivi firmati dal neo presidente spicca quello che decreta la riadesione agli Accordi di Parigi sul clima, da cui gli USA erano formalmente usciti nel novembre 2019: un ravvedimento che impone a Washington di redigere in tempi brevi un piano per la riduzione dei gas serra. Il Congresso USA, tuttavia non si è colorato completamente di verde: i democratici non sono tutti ostili all’industria petrolifera, che è ancora importante per l’economia statunitense.
Nonostante la perdita di forza delle ultime giornate, la struttura tecnica del petrolio WTI continua ad essere costruttiva nel breve-medio periodo. Dai minimi segnati in area 33 dollari il 2 novembre, i prezzi hanno ritrovato la via del rialzo, disegnando un pattern di massimi e minimi crescenti che per il momento verrebbe invalidato con una rottura dei supporti di breve in area 51,80 dollari.
Il quadro tecnico è migliorato anche nel medio termine, con i corsi stabilmente al di sopra del livello statico e psicologico a 50 dollari, fatto che favorirebbe l’implementazione di strategie di matrice rialzista con interessante rapporto di rischio-rendimento.
L’area dei 50-51 dollari al barile è infatti un importante zona statica lasciata in eredità dai minimi segnati in diverse occasioni nel 2019. La tenuta di quest’area consentirebbe ai corsi molto spazio di manovra al rialzo, poiché il prossimo livello chiave di interesse dei venditori è posto a 55,70-60 dollari, dove transita la trendline discendente di lungo periodo che collega il massimo di ottobre 2018 con quello segnato a gennaio 2020.
Una rottura di questo livello darebbe ulteriore respiro ai corsi fino al livello tondo posto a 60 dollari. Per quanto riguarda l’operatività di oggi, si potrebbero privilegiare strategie di matrice rialzista in caso di breakout dei 53,23 dollari per puntare ad un ritorno in area 53,90-54 dollari. Vediamo la strategia nel dettaglio.
Petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long al superamento dei 53.23 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 52,74 dollari, mentre l’obiettivo a 53,90 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A225369, leva 10 e prezzo ask a 5,42 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 5,671 euro, stop loss a 5,181 euro e target a 6,341 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 200 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A225369 per un controvalore di 1.085 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 1.268,20 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 1.036,20 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò i prezzi del petrolio WTI dovranno raggiungere quota 47,8093 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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