I prezzi del petrolio WTI cedono oltre il 2% con l'aggravarsi della situazione sanitaria in India a causa dei contagi da Covid-19 e la ripresa dell’attività di un importante oleodotto negli Stati Uniti. Questi i fattori che hanno interrotto il rally che aveva portato il greggio ad un massimo da due mesi dopo che l'AIE e l'OPEC+ avevano previsto un rimbalzo della domanda globale nel corso dell'anno.
Un importante segnale ribassista per la domanda di petrolio è il continuo complicarsi dell’emergenza sanitaria in India: una variante del Coronavirus si sta diffondendo nelle campagne del Paese, che è il terzo importatore mondiale di greggio.
Gli operatori sanitari locali non sono stati in grado di dire quando i nuovi casi raggiungeranno un “plateau” e gli altri Paesi sono allarmati per la trasmissibilità della variante che si sta diffondendo in tutto il mondo. "Stanno crescendo le preoccupazioni che la diffusione incontrollata del coronavirus in India e nel sud-est asiatico possa intaccare la domanda di petrolio", commentano gli analisti di del broker PVM.
Nel frattempo, la carenza di carburante è peggiorata negli Stati Uniti sudorientali, sei giorni dopo la chiusura del Colonial Pipeline, la più grande rete di condutture degli Stati Uniti, a seguito di un attacco ransomware (clicca qui per approfondire). L'oleodotto ieri ha iniziato a riavviare lentamente le attività mentre la società spera di avere gran parte della rete operativa entro la fine della settimana. Vediamo cosa dice l’analisi tecnica sul petrolio WTI.
Materie prime, petrolio WTI: l’analisi tecnica
Le quotazioni del petrolio WTI cominciano a cedere dopo aver sfiorato i massimi di periodo. Nonostante il ribasso di oggi, la struttura tecnica rimane fortemente orientata al rialzo mentre i corsi rimangono al di sopra sia della trendline di lungo termine che collega i minimi di novembre 2020 a quelli di aprile 2021, ora transitante a 63,75 dollari al barile.
Il quadro tecnico dunque favorisce i compratori, almeno fino a quando non sarà violata con forza l’area di concentrazione di domanda compresa tra i 57,64 e i 58 dollari al barile. Per quanto riguarda l’operatività, strategie long potrebbero essere implementate con un ritorno (e conseguente segnale di forza) presso il livello dinamico di lungo termine precedentemente menzionato. In questo caso l’obiettivo dei compratori è posto sull’area di massimi a 67,30 dollari, top registrati nella seduta del 7 marzo scorso. Vediamo ora la strategia e i livelli nel dettaglio.
Materie prime, petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long da 63,75 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 62,90 dollari, mentre il target a 67,30 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22RCW3, leva 10 e prezzo ask a 6,907 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 5,903 euro, stop loss a 5,053 euro e target a 9,453 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 100 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22RCW3 per un controvalore di 690,30 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 945,30 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 505,30 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del petrolio WTI dovranno raggiungere i 58,0975 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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