La
sterlina britannica si mantiene stabile in vista delle elezioni nel Regno Unito che si terranno giovedì 4 luglio. Oggi è una delle poche valute che resiste alla forza del dollaro, con il cambio GBP/USD che viaggia poco sopra quota 1,26. Se si pensa che durante l'autunno tumultuoso del 2022 il pound era precipitato al minimo storico di 1,03, si può evincere come ci sia stato un bel balzo in avanti. Allora la sterlina fu affossata dai piani di tagli fiscali previsti dal primo ministro della Gran Bretagna
Liz Truss, che fu costretta a lasciare l'incarico a Downing Street dopo appena 44 giorni a causa delle tempeste nei mercati finanziari.
Oggi la stabilità della sterlina sembra scontare la probabile vittoria dei laburisti al voto della prossima settimana, stando ai sondaggi. Circa 14 anni di governo conservatore improntato su manovre fiscali molto accomodanti non sono stati accolti bene dai mercati, che hanno preferito vendere sterline. Soprattutto gli investitori non hanno perdonato il referendum del 2016 indetto dall'ex primo ministro conservatore David Cameron che ha comportato l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. I laburisti sembrano più attenti a criteri fiscali rigorosi ed è per questo che gli investitori, alla ricerca di stabilità, in questo momento storico tendono a preferire un governo guidato dal centro-sinistra.
Sterlina: le sfide del prossimo governo
La stabilità della sterlina dopo le elezioni però è tutt'altro che garantita, perché le sfide che i laburisti dovranno affrontare sono parecchie. Il Regno Unito ha un debito pubblico rispetto al PIL che alla fine dello scorso anno ha raggiunto il massimo degli ultimi 63 anni. Questo significa che, per evitare di fare altro debito, i laburisti al governo o alzano le tasse o tagliano la spesa. Nel loro programma elettorale non sembra sia prevista né l'una, né l'altra cosa. Non almeno in maniera rilevante. Ciò implica che il mercato potrebbe perdere fiducia e tornare ad attaccare la sterlina? Secondo Costas Milas, professore di finanza all'università di Liverpool, "uno scenario politico meno fiducioso indebolirà molto di più la sterlina e la renderà molto più volatile".
Gli analisti reputano importante l'attuazione di politiche prevedibili e sostenute dal mercato affinché non si crei elevata volatilità. "Se i laburisti seguono il copione e danno un certo senso di responsabilità fiscale, questo è un grande supporto", ha detto Guillermo Felices, strategist globale di PGIM Fixed Income. Mentre Michael Field, strategist di Morningstar, ha sottolineato come la forza della sterlina negli ultimi tempi sia stata caratterizzata proprio da una certa "stabilità attesa".
A giudizio di Simon Harvey, responsabile della ricerca FX di Monex Europe, la possibilità che la sterlina ha di crescere è data dal fatto che le finanze del governo britannico non danno molta possibilità ai laburisti di spendere, quindi questi hanno un'occasione per liberarsi dall'etichetta di partito solo "tasse e spesa". L'esperto tuttavia segnala "il rischio che il Labour si sposti troppo a sinistra", perché questo nell'arco dei cinque anni "ai gestori degli investimenti potrebbe non piacere".
Alla fine, comunque, in media gli analisti monitorati dal LSEG (
London Stock Exchange Group) prevedono una
crescita del valore della sterlina rispetto al dollaro con target a 1,2875 nei prossimi 12 mesi.