Nel corso della settimana appena trascorsa le attenzioni degli investitori si sono concentrate prevalentemente sull’inflazione statunitense, sulla riunione della Fed e su quella della BCE. Per quanto riguarda il primo fattore, è da segnalare la flessione dell’indice dei prezzi al consumo USA dal 4,9% al 4%, con la rilevazione core passata dal 5,5% al 5,3%.
Questi dati hanno dato maggiore fiducia alla Federal Reserve per mettere in pausa il percorso di incremento del costo all’intervallo 500-525 punti base per vedere l’impatto economico delle precedenti decisioni. Per l’istituto tuttavia, il dot-plot mostra che all’orizzonte si prospettano altri due aumenti da un quarto di punto. Nella conferenza stampa, Powell ha ribadito che la strada per domare l’inflazione è ancora lunga, anche se vi sono alcuni segnali positivi.
L’ipotesi di un taglio dei tassi è stata invece esclusa fino a che non si vedranno chiari miglioramenti sul fronte inflazionistico. La BCE ha optato per un rialzo dei tassi da 25 punti base, segnalando anche che si potrebbe assistere ad altri incrementi. Christine Lagarde ha sottolineato l’incertezza del momento, ritenendo probabile un ulteriore aumento dei tassi a luglio e mettendo fuori discussione una pausa.
Riflettori sulla decisione sui tassi della Bank of England
A seguito del meeting della Federal Reserve dello scorso 14 giugno, il mercato ha aumentato le attese per un nuovo incremento dei tassi nella riunione di luglio. Secondo il CME FedWatch Tool, le probabilità che ciò accada sono del 71,9%, contro un 28,1% per un costo del denaro fermo all’intervallo 500-525 punti base. Per questa ottava, le Banche centrali continueranno a tenere alta l’attenzione. Il prossimo 22 giugno sarà infatti il turno della Bank of England. Gli analisti si attendono un nuovo aumento del costo del denaro, che dovrebbe dunque passare dal 4,5% al 4,75%.
L’istituto guidato da Andrew Bailey dovrebbe inoltre lasciare la porta aperta ad ulteriori incrementi del costo del denaro. Per la BCE, sono previsti i discorsi di Villeroy (19 giugno), Vujcic, Simkus, Rehn (20 giugno), Kazimir, Schnabel, Nagel (21 giugno) e de Cos (23 giugno). Per la Fed sono invece attese dichiarazioni di Bullard, Williams (20 giugno), Powell, Goolsbee (21 giugno), Mester, Barkin (22 giugno) e di nuovo Bullard e Mester il 23 giugno.
Sul fronte dei dati macroeconomici, focus sull’inflazione inglese di maggio, attesa in discesa dall’8,7% all’8,4%, mentre il dato core è stimato passare dal 6,8% al 5,8%. Attenzione anche agli HCOB PMI dell’Eurozona e agli S&P Global PMI statunitensi (preliminari), che dovrebbero essere pubblicati il prossimo 23 luglio. Il consensus per le rilevazioni composite si trova a 52,9 punti per il primo e a 53 punti per il secondo, che si confrontano con i precedenti 52,8 punti e 54,3 punti.