La scorsa settimana il focus è stato rivolto all’Eurozona, in particolare sui dati dell’inflazione di febbraio (preliminare). Nel dettaglio, il dato ha segnato un +8,5% su base annuale, sopra le stime degli analisti censiti da Bloomberg all’8,3% e leggermente inferiore rispetto all’8,6%. La misurazione core, ossia quella depurata degli elementi più volatili, è risultata pari al 5,6%, anche in questo caso oltre il consensus al 5,3%.
Queste misurazioni indicano che i prezzi nell’Eurozona faticano a rallentare in maniera decisa. Se non si assistesse ad un deciso rallentamento delle rilevazioni, la BCE potrebbe optare per una politica monetaria ancora più restrittiva. Al momento, le previsioni del mercato indicano un picco dei tassi al 4% per l’Eurotower. Gli investitori si sono anche concentrati sui verbali dell’ultimo meeting della Banca Centrale Europea, da cui è emerso come il plateau dei tassi è ancora distante. Inoltre, è stata espressa cautela sull’eccesso di concentrazione sull’indice dei prezzi al consumo core, in quanto vi sono diverse componenti che potrebbero muoversi molto rapidamente. Sono da segnalare in particolare le parole di Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta, che si è detto favorevole ad un rialzo dei tassi dello 0,25% a marzo.
Mercato del lavoro USA sotto i riflettori
Nell’ottava appena cominciata il focus sarà rivolto principalmente ai dati sul mercato del lavoro di febbraio previsti per il prossimo 10 marzo, tra i fattori più importanti che guideranno le prossime decisioni di politica monetaria della Federal Reserve. Le successive mosse sul costo del denaro dipenderanno infatti dai dati. Stando alle attese di Bloomberg, i Non-Farm Payrolls si dovrebbero attestare a 215mila unità, sotto le 517mila registrate a gennaio. La disoccupazione è invece attesa stabile al 3,4%.
Sul fronte delle Banche centrali sono previsti gli interventi di Lagarde e Vujcic per la BCE (rispettivamente l’8 e il 9 marzo), mentre per la Fed si attendono i discorsi di Powell (7 e 8 marzo) e Barr (9 marzo). Inoltre, la Bank of Canada è chiamata a decidere sui tassi di interesse (8 marzo). Le previsioni in questo caso sono per un costo del denaro stabile al 4,5%. Sul fronte della stagione delle trimestrali, si può ritenere conclusa quella in USA.
Stando alle misurazioni svolte da Bloomberg, delle 2.424 società statunitensi che hanno pubblicato gli utili, il 58,66% ha riportato ricavi sopra il consensus mentre il 60,45% lo ha fatto sugli utili. I riflettori su questo tema saranno quindi rivolti all’Europa: delle 1.109 aziende che hanno rilasciato i conti, il 58,49% ha superato il consensus sul fatturato e il 45,38% sui profitti. Per quanto riguarda l’Italia, sono previsti i risultati del 4° trimestre 2022 di Nexi, Fincantieri (7 marzo), Azimut, Italgas, Prysmian e Leonardo (9 marzo).
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