È stata una settimana ricca di notizie per i mercati finanziari. A catalizzare l’attenzione degli operatori la mossa a sorpresa di UniCredit, con la banca guidata da Andrea Orcel che è salita al 9% del capitale della tedesca Commerzbank. Oltre alle logiche industriali che interessano i due istituti di credito, la mossa della banca italiana sembra aver avviato un più profondo processo di consolidamento su scala europea.
In attesa di capire se la scalata nel capitale di Commerzbank culminerà con un’integrazione completa, il mercato ha immediatamente iniziato a ragionare su quali banche potrebbero essere i target di un processo di integrazione transnazionale sostenuto da diverso tempo.
In occasione del meeting della BCE il Governatore Christine Lagarde ha definito molto interessante il merger tra le due banche. L’Eurotower è stata altresì l’altro market mover della passata ottava, con la Banca Centrale Europea che ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base. Con la seconda sforbiciata di questo 2024, i tassi di interesse sono così stati portati al 3,5%. Percorso di allentamento che potrebbe proseguire nei prossimi mesi. Con una BCE che appare sempre più fiduciosa nel processo di disinflazione, il mercato ora si aspetta un altro taglio di 25 punti base nel meeting di dicembre.
Riflettori puntati su Washington
25 o 50? Tra qualche giorno finalmente sapremo l’entità del taglio dei tassi che metterà in campo la Federal Reserve. Un taglio dei Fed Funds di 25 punti base è probabilmente già prezzato e quindi non avrebbe grandi ripercussioni sui mercati mentre le conseguenze di un intervento da -50pb potrebbero essere difficili da stimare: potremmo assistere a nuove tensioni (“se la Fed mette in campo una misura così netta forse è il caso di preoccuparsi”) o ci potrebbe anche essere un’accoglienza entusiastica (“la Fed ha usato decisione nell’alzare i tassi, è normale che usi lo stesso metro quando si tratta di tagliarli”).
Se fino a qualche giorno fa la prima opzione era in forte vantaggio, ora le indicazioni macro e le aperture di importanti esponenti dell’istituto con sede a Washington hanno fatto salire le probabilità di un intervento più deciso (per l’ex governatore della Fed di New York, Bill Dudley, ci sono “serie motivazioni” a favore di un -0,5%).
Giovedì sarà la volta della Banca centrale britannica mentre venerdì focus sulla riunione del board della Bank of Japan: sono attese conferme dei tassi ma, in entrambi i casi, non ci stupiremmo più di tanto se i policy makers decidessero di modificare il benchmark. Per quanto riguarda i dati della settimana, domani attenzione all’indice tedesco Zew ed agli aggiornamenti statunitensi su vendite al dettaglio e produzione industriale, mercoledì sarà la volta del dato finale sui prezzi al consumo di Eurolandia e venerdì riflettori puntati sul sentiment dei consumatori.
A questo link è possibile leggere tutta la Weekly Note di Vontobel