L’attenzione degli investitori internazionali è stata catalizzata dalle parole espresse dai leader mondiali a Davos. In occasione del World Economic Forum hanno parlato numerosi banchieri centrali, policy maker e capitani d’azienda. Sono state soprattutto le indicazioni sulle prospettive di politica monetaria di FED e BCE a monopolizzare l’interesse. La fase dei tagli annunciata sul finire del 2023 sembra essersi allontanata, con la prima sforbiciata che dovrebbe concretizzarsi non prima del secondo semestre.
A incidere negativamente su questo scenario sono sia la forza dell’economia statunitense, particolarmente resiliente così come mostrato sui dati del mercato immobiliare usciti la scorsa settimana, sia le potenziali ricadute che potrebbero aversi sul fronte dell’inflazione dalle tensioni nell’area del Mar Rosso. La crescita dei prezzi delle spedizioni potrebbe impattare negativamente sull’inflazione europea.
Anche per questo Christine Lagarde ha avvisato che la battaglia contro l’inflazione non è ancora finita. In questo contesto, banche e tecnologia hanno contribuito in modo determinante a sostenere le quotazioni degli indici di Borsa. Il Nikkei si è spinto sui massimi degli ultimi 34 anni, il Nasdaq ha aggiornato i massimi storici.
Tutti in attesa di Mme Lagarde
L’appuntamento più importante nella settimana che inizia oggi è quello con la Banca Centrale Europea. Ovviamente non sono attesi interventi sui tassi ed in linea di principio dovremmo assistere ad una ripetizione dei messaggi arrivati da Davos, dove i falchi hanno paventato l’ipotesi di zero tagli dei tassi nel 2024 e le colombe, capitanate dalla presidente Lagarde, hanno lasciato intendere che per una riduzione basterà attendere l’estate.
È probabile che il solito gioco delle reciproche concessioni porti ad una soluzione intermedia. Per ora i mercati si confermano ottimisti, stimando quattro sforbiciate da 25 punti base nel 2024 ed ulteriori tre nel 2025. Ma non solo BCE, perché martedì è in calendario il meeting della Bank of Japan e mercoledì quello della Bank of Canada: come nel caso dell’Eurotower, in mancanza di novità sostanziali gli operatori cercheranno di cogliere segnali per capire le future mosse.
In agenda macro spiccano i dati sull’andamento dell’inflazione giapponese (martedì sono previsti i numeri elaborati dalla BoJ, venerdì quelli dell’istituto centrale di statistica), e gli importanti indici PMI - quelli che misurano il sentiment dei direttori degli acquisti- di Eurolandia, Gran Bretagna e Stati Uniti, che invece saranno diffusi mercoledì. Giovedì dalla Germania giungerà l’indice Ifo mentre dagli Stati Uniti arriveranno i numeri su crescita dell’economia, ordini di beni durevoli e vendite di case nuove mentre venerdì sarà la volta di redditi, spese e dei prezzi al consumo rilevati dall’indice PCE (quello, e torniamo ancora una volta alle Banche centrali, preferito dalla FED).
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