La pandemia di Coronavirus ha spinto le società farmaceutiche e biotecnologiche ad accelerare sensibilmente la ricerca di una soluzione che permetta di arrestare l’onda dei contagi, i quali secondo i dati del Center for Systems Science and Engineering della Johns Hopkins University sono arrivati nel mondo oltre i 33 milioni di casi.
Mentre lo scorso 11 agosto la Russia ha registrato il primo vaccino al mondo contro il Covid-19, lo Sputnik V, gli altri Paesi continuano la corsa per trovare una soluzione vaccinale. La ricerca ha assunto un ruolo di primo piano negli Stati Uniti visto che il Presidente in carica, Donald Trump, vorrebbe un vaccino in tempo per le elezioni presidenziali che si terranno negli USA il prossimo 3 novembre.
Per questo già lo scorso maggio ha preso il via l’operazione “Warp Speed” che mira a destinare ampie risorse ai progetti di ricerca più promettenti iniziando anche i preparativi per la produzione nel più breve tempo possibile. Come si legge nel sito dell’US Department of Health & Human Services, la procedura mira ad ottenere entro gennaio 2021 300 milioni di dosi di un vaccino sicuro ed efficace.
Al momento sono cinque le società inserite nel programma che hanno raggiunto la Fase 3 degli studi: Moderna, Pfizer, AstraZeneca, Johnson & Johnson e Novavax. In questa fase dei test, il medicinale viene somministrato a migliaia di pazienti. Un successo di tale procedura porta alla registrazione e alla distribuzione su vasta scala.
In una recente intervista, Trump ha dichiarato che Pfizer, Moderna e AstraZeneca stanno “procedendo bene”, mentre J&J sarebbe più indietro. Secondo i dati reperiti dal New York Times, ci sono 26 vaccini in Fase 1, 14 in Fase 2, 10 in Fase 3 e 5 approvati per l’utilizzo limitato o precoce.
Interessante evidenziare come quest’ultima categoria sia dominata da Russia e Cina, che non hanno aspettato i risultati di Fase 3 per i prodotti vaccinali di CanSinoBIO, Sinovac, Sinopharm, Wuhan Institute of Biological Products e del Gamaleya Research Institute. Per gli esperti l’arrivo a questa parte del processo di approvazione senza adeguati risultati è rischiosa: si pensi che normalmente la Fase 3 impiega dai 2 ai 4 anni per essere conclusa.
Vaccino Coronavirus: gli acquisti di USA ed Europa
Gli Stati Uniti sono sicuramente il Paese che più ha investito negli accordi per acquistare i vaccini contro il Coronavirus spendendo oltre 10 miliardi di dollari. La somma è relativa all’acquisto di almeno 300 milioni di dosi da AstraZeneca (1,2 miliardi di dollari), 100 milioni di dosi da Moderna (1,5 miliardi di dollari), 100 milioni di dosi da Pfizer e BioNTech (1,9 miliardi di dollari), 100 milioni di dosi da Sanofi e GlaxoSmithKline (2,1 miliardi di dollari), 100 milioni di dosi da Novavax (1,6 miliardi di dollari) e 100 milioni di dosi da Janssen, filiale di Johnson & Johnson (1 miliardo di dollari).
Dal canto suo invece, l’Unione Europea ha basato la sua strategia puntando su 300 milioni di dosi da AstraZeneca, 200 milioni di dosi da Pfizer e BioNTech, 200 milioni di dosi da Sanofi e GlaxoSmithKline, 200 milioni di dosi da Johnson & Johnson, 225 milioni di dosi da CureVac e 80 milioni di dosi da Moderna. Questi numeri non includono le varie opzioni di acquisto aggiuntive.
Investire nella corsa al vaccino contro il Covid-19
È chiaro che l’arrivo di un vaccino efficace contro il Coronavirus porterà diversi vantaggi al mondo. Con la pandemia sotto controllo la ripresa economica dalla recessione innescata dai vari lockdown messi in piedi in tutto il mondo potrebbe proseguire senza problemi legati e nuove misure di contenimento.
Da un punto di vista delle quotazioni di Borsa, negli ultimi mesi abbiamo assistito a vere e proprie montagne russe sui prezzi di numerose aziende legate allo sviluppo di una soluzione vaccinale, alcune delle quali hanno messo a segno performance stellari. È quindi possibile dire che il vincitore della corsa al vaccino verrà premiato anche dagli investitori.
Il problema principale riguarda però l’alta volatilità a cui sono sottoposti i corsi delle azioni di queste aziende. In questo senso, una soluzione è sicuramente rappresentata dal Certificato Cash Collect di Vontobel con ISIN DE000VP8H5M7. Il prodotto permette di puntare su un paniere composto da Moderna, Pfizer e Gilead.
Mentre le prime due sono in prima linea per lo sviluppo di un vaccino, Gilead produce il Remdesivir, un farmaco che si è rivelato molto efficace nel trattamento di pazienti già infetti dal Covid-19. Questo prodotto punta quindi sia su due delle quattro aziende ritenute più promettenti dagli Stati Uniti in merito alla ricerca di un vaccino efficace, che su quella società che ha sviluppato uno dei farmaci più promettenti per il trattamento del virus.
I dettagli del Certificato che combatte il virus
Emesso ad un prezzo di 100 euro lo scorso 24 settembre sul SeDeX di Borsa Italiana, il Memory Cash Collect di Vontobel con ISIN DE000VP8H5M7 permette di ottenere una cedola trimestrale di 7,80 euro a patto che il prezzo di tutti i sottostanti sia pari o superiore a quello della Barriera, posta al 60% dello Strike Price iniziale. In termini di rendimento annuale, si tratta di un potenziale del 31,20% lordo sul Valore Nominale.
Questo prodotto risulta quindi estremamente utile per recuperare eventuali minusvalenze presenti nello zainetto fiscale, specie nel caso in cui venisse attivato l’Effetto Memoria alle varie date di valutazione a dicembre 2021. Sono tre le opzioni che caratterizzano la struttura del Certificate:
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Effetto Memoria: consente all’investitore di incassare successivamente i premi non pagati;
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Opzione Autocallable: dal 29 dicembre 2020 consente al Certificato di scadere anticipatamente nell’eventualità in cui, alle Date Per il Rimborso Anticipato tutti i sottostanti dovessero trovarsi ad un livello pari o superiore a quello del Livello Autocall, posto al 100% del Valore Iniziale.
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Opzione Quanto: protegge dal rischio di cambio visto che tutti e tre i sottostanti sono quotati in Dollari USA.
Vediamo ora i livelli da tenere sotto controllo per Moderna, Pfizer e Gilead:
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Moderna: Prezzo di Riferimento Iniziale, Strike e Livello Autocall a 68,07 dollari; Soglia Bonus e Barriera a 40,84 dollari;
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Pfizer: Prezzo di Riferimento Iniziale, Strike e Livello Autocall a 35,84 dollari; Soglia Bonus e Barriera a 21,50 dollari;
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Gilead: Prezzo di Riferimento Iniziale, Strike e Livello Autocall a 63,47 dollari; Soglia Bonus e Barriera a 38,08 dollari;
Considerando la chiusura dello scorso 25 settembre, le azioni Pfizer e Moderna veleggiano al di sopra del Valore Iniziale (+0,58% e +2,02%). Gilead veleggia invece al di sotto dell'1,96% rispetto allo Strike. Se i corsi si dovessero mantenere sugli attuali livelli anche il prossimo 29 dicembre, l’Opzione Autocallable non verrebbe attivata, ma la cedola verrebbe staccata.
Sulla base delle performance menzionate prima si comprende quindi che il Worst of è rappresentato da Moderna. Alle 12:48 del 28 settembre 2020, il Memory Cash Collect di Vontobel con ISIN DE000VP8H5M7 quota ad un prezzo ask di 100,80 euro, al di sopra del Valore Nominale di 100 euro.
A scadenza, fissata per il 22 marzo 2022, si potranno verificare due scenari:
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Se il peggiore dei sottostanti del paniere dovesse quotare al di sopra della Barriera, l’investitore incasserà i 100 euro di valore nominale, l’ultima cedola e gli eventuali premi non pagati;
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Se il peggiore dei sottostanti dovesse quotare come o meno della Barriera, il Certificato inizierà a replicare la performance del Worst of. Se quindi Moderna dovesse quotare a 30 dollari, l’investitore riceverebbe 44,07 euro: [100 euro di Valore Nominale x (30 dollari del Prezzo di Riferimento Finale/68,07 dollari dello Strike Price)].
Performance in Borsa e analisi dei sottostanti
La scommessa del Certificato si basa quindi sul fatto che queste società continuino a fornire risultati positivi sulla ricerca (e poi effettiva approvazione) del vaccino contro il Coronavirus. Per Gilead invece l’ipotesi è quella che l’uso del Remdesivir venga utilizzato come prassi nel trattamento degli infetti. Da inizio anno, le azioni Moderna si sono apprezzate del 255,2%, mentre quelle di Pfizer e Gilead registrano una flessione dell’8% e del 4,2%. Vediamo ora una breve analisi tecnica di lungo periodo sui sottostanti che compongono il Certificato.
I prezzi delle azioni Moderna sono riusciti a fornire un segnale positivo nelle ultime due settimane, quando sono rimbalzati a ridosso della linea di tendenza ottenuta collegando i minimi di aprile e di maggio 2020. Il modello di Pin bar settimanale messo a segno su tale livello potrebbe permettere alle quotazioni di proseguire la tendenza rialzista, che sembra ancora solida nonostante la recente correzione. In questo senso, se i corsi scendessero sotto il sostegno di area 55 dollari vi sarebbe spazio di discesa anche fino al coriaceo livello di concentrazione di domanda a 35 dollari, poco sotto la Barriera del prodotto ma dove si potrebbe generare una ripartenza interessante.
Guardando il grafico settimanale di Pfizer vediamo come dalla seconda metà dello scorso marzo, dove è stato testato il supporto statico di lungo periodo posto in area 28 dollari, i prezzi siano riusciti ad avanzare con fatica venendo respinti per ben due volte dalla zona dei 39,2 dollari. Lo sfondamento di questo ostacolo sarebbe molto positivo per i compratori, che interrompendo la serie di top decrescenti potrebbero spingersi oltre i 44 dollari e mirando poi al baluardo del fronte ribassista dei 48 dollari. Al contrario, una discesa al di sotto dei 35 dollari verrebbe considerata negativamente, in quanto si verificherebbe il breakout della trendline disegnata con i lows di marzo e giugno 2020. Positivo evidenziare la posizione strategica del Livello Barriera, posto al di sotto di supporti estremamente solidi.
Da un certo punto di vista, le azioni Gilead si trovano al momento nella condizione ottimale per questo Investment Certificate. Da maggio 2017 infatti i corsi sono inseriti in un’ampia fase laterale che vede come base il supporto posto sulla soglia psicologica dei 60 dollari. La parte superiore è invece identificata a ridosso dell’intorno resistenziale a 86,4 dollari. Attualmente i prezzi veleggiano a ridosso della parte supportiva della congestione e un rimbalzo sembrerebbe quindi nelle corde. Il problema deriverebbe in caso di rottura di tale livello, in quanto potrebbe prendere il via una nuova gamba ribassista che continuerebbe di fatto il downtrend in atto dal 2015.
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