La finanza decentralizzata continua la sua crescita in termini di sviluppo di nuove piattaforme e dollari bloccati all’interno degli Smart Contract. Una delle più famose e interessanti è senza dubbio Synthetix, che al pari con Maker, Compound e Uniswap si trova costantemente nella top 10.
Synthetix è un protocollo decentralizzato sviluppato al di sopra di Ethereum per la creazione di asset sintetici che tracciano il valore degli asset del mondo reale, diventando a tutti gli effetti dei derivati con un sottostante per il tracciamento del prezzo.
Syntetix: come funziona
La creazione di derivati al di sopra della Blockchain di Ethereum è senza dubbio uno dei settori più in espansione della DeFi e Synthetix è il progetto di punta che già da diverso tempo sta attirando molti utenti.
A partire da marzo 2020 la piattaforma supporta oltre 30 Synth che rappresentano il sottostante ancorato ad esempio alle valute legali, alle materie prime e alle criptovalute. In futuro saranno aggiunte azioni, indici di Borsa e altri tipi di derivati.
Quello proposto è uno dei protocolli più complessi della DeFi in termini di incentivi e di utilizzo. La disintermediazione nella creazione di derivati è già di per sé una grande novità che è destinata ad espandersi verso sempre più utenti e trader in giro per il mondo.
Semplificato al massimo, il protocollo decentralizzato si può suddividere in due macroaree con cui gli utenti possono interagire: il token nativo SNX e il DEX non depositario Synthetix.Exchange. Il concetto fondamentale su cui si basa la piattaforma è lo stesso che troviamo nei derivati tradizionali: gli asset sintetici, infatti, forniscono esposizione su un asset senza dover detenere il sottostante.
Il token nativo SNX
Tutti gli asset sintetici creati su Synthetix hanno come collaterale il token nativo Synthetix Network Token (SNX). Esiste uno Smart Contract con cui gli utenti possono interagire e vincolare i propri SNX per creare i cosiddetti “Synth”. Con Synth si intendono tutti i possibili asset sintetici con un sottostante, tra cui possiamo distinguere alcune categorie:
- Valute fiat (sEUR, sUSD e sJPY);
- Criptovalute (sBTC, sETH, sBNB);
- Materie prime e metalli preziosi (sXAU e sXAG);
Una volta messi in stake gli SNX o gli ETH, questi servono come garanzia per coniare nuovi Synth, ossia veri e propri token ERC20 fungibili liberamente negoziabili. Ma come mai è richiesto lo staking di SNX?
Lo staking di questi token permette agli utenti di guadagnare delle commissioni ogni qualvolta un utente scambia un Synth per un altro. Queste fee sono generate attraverso un DEX, Synthetix.Exchange, gestito dagli Smart Contract.
Il DEX Synthetix.Exchange
Gli asset sintetici forniscono esposizione a un'attività senza detenere la risorsa sottostante e il trading su Synthetix.Exchange offre diversi vantaggi rispetto agli scambi centralizzati. Infatti, tutte le negoziazioni vengono eseguite attraverso un meccanismo di trading noto come P2C (peer-to-contract).
Agli asset viene assegnato un tasso di cambio tramite una richiesta di prezzo fornita da un oracolo e possono essere convertiti utilizzando la dApp Synthetix.Exchange. Ciò fornisce una liquidità praticamente infinita al protocollo e al suo DEX.
Syntetix: le conclusioni
Il potenziale della piattaforma e degli asset sintetici censorship resistant è ancora in gran parte inutilizzato. Diversi miglioramenti al protocollo, aggiornamenti funzionali e nuovi Synth aumenteranno notevolmente l'utilità della piattaforma in un’ottica futura.
In più c’è la possibilità di avere una governance decentralizzata che ridurrà il rischio sistemico e aumenterà le potenzialità già notevoli di questa piattaforma. Synthetix è quindi uno dei principali protocolli da tenere in considerazione quando si parla di Decentralized Finance.
Lo sviluppo dei derivati al di sopra della Blockchain di Ethereum è ancora alle prime armi ma il futuro si prospetta molto interessante per un protocollo che ha aumentato notevolmente la sua trazione nei confronti degli utenti della DeFi nell’ultimo anno.