Le criptovalute, che attualmente stanno dimostrando grande correlazione con l’azionario, incassano il colpo dopo la deludente trimestrale di Meta Platforms che ha trascinato con sé i principali indici e l’intero mercato.
Bitcoin perde il contatto con la resistenza a 39.000 dollari, portandosi in zona 37.000 dollari, senza però far registrare grandi volumi di scambi sui principali exchange. Anche le altre maggiori valute digitali perdono terreno, in particolare Solana cede quasi il 10% della sua capitalizzazione, soffrendo maggiormente anche a causa di un exploit avvenuto ieri sulla sua rete. Vediamo le principali notizie di giornata per il mondo criptovalutario.
Rubati $321 milioni da Wormhole Bridge
Nella giornata di mercoledì 2 febbraio, un hacker ha rubato circa 321 milioni di dollari da Wormhole Bridge, una piattaforma che consente di trasferire asset digitali in maniera decentralizzata tra diverse blockchain, bloccando le monete sulla chain di origine ed emettendo un token rappresentativo su quella di destinazione.
L’attacco ha sottratto 120.000 wETH sulla rete di Solana, del valore di altrettanti ETH su blockchain Ethereum, circa 321 milioni di dollari. Nessun altra catena sembra essere stata coinvolta nel furto, tuttavia la società di auditing di smart contract Certik ha dichiarato che anche il ponte che collega la rete Terra ad Ethereum potrebbe avere lo stesso problema.
La piattaforma ha dichiarato che sono state sospese le attività fino a che non verranno risolti i bug del codice, di essere pronta a risarcire i valori sottratti agli utenti e ha offerto una ricompensa di 10 milioni di dollari per la restituzione dei fondi senza procedere per vie legali.
USA: non tassabili le ricompense da staking prima che vengano vendute
L’Internal Revenue Service (IRS), che ha tassato delle ricompense da staking di criptovalute, è stato sconfitto a processo da una coppia di Nashville. Con lo staking si contribuisce a rendere sicura una blockchain di tipo “Proof-of-Stake”, ottenendo in cambio altre monete dello stesso tipo.
La corte ha sancito che i 3.793 dollari pagati dalla coppia dovranno essere restituiti per intero e che potranno essere richiesti solamente in base al valore degli asset digitali al momento della vendita. Questo può costituire un interessante precedente su come potrebbe essere gestita la tassazione di questo tipo di attività negli Stati Uniti.
UK: l’agenzia delle entrate intende tassare le rendite da prestiti e staking in DeFi
Di diverso avviso è l’agenzia delle entrate del Regno Unito, Her Majesty's Revenue and Customs (HMRC), che intende trattare le criptovalute come proprietà ai fini fiscali. Mercoledì 2 febbraio sono state rilasciate una serie di controverse linee guida che potrebbero ostacolare l’innovazione della finanza decentralizzata (DeFi). Nel testo viene delineato come la proprietà degli asset digitali venga trasferita dall’utente alla piattaforma, il quale dovrà pagarne l’imposta sulle plusvalenze.
Ian Taylor, direttore esecutivo di CryptoUK, ha dichiarato che le nuove normative creerebbero un "onere non necessario" per gli investitori. "Questo non è al passo con l'obiettivo dichiarato del governo che il Regno Unito sia aperto e attraente come destinazione per gli investimenti e l'innovazione dopo la Brexit", ha affermato.