Le azioni a Wall Street hanno ripreso la strada dei rialzi nelle ultime sedute, dopo che il Governatore della
Federal Reserve,
Jerome Powell, aveva affossato le quotazioni e inaugurato un breve ciclo di sessioni negative a seguito del suo intervento a Jackson Hole. Il problema adesso è riuscire a mantenere questa tendenza positiva, alla luce della
stagione degli utili che si aprirà il mese prossimo.
Gli analisti hanno tagliato la crescita dei guadagni del 5,5% dalla fine del primo semestre e ciò segna il decurtamento più cospicuo dal secondo trimestre del 2020, quando si era nel pieno del disastro pandemico. Ma anche le società nelle loro guidance dell'ultima trimestrale hanno visto prospettive più cupe per i loro risultati aziendali.
Tuttavia, il calo delle stime non è stato abbastanza grande da prefigurare delle perdite per le società dell'S&P 500, che dovrebbero registrare una crescita dei guadagni nel terzo trimestre in media del 3,7%. Quanto è bastato perché i mercati fossero resilienti, in aggiunta al fatto che la spesa dei consumatori americani si è mantenuta relativamente alta e l'occupazione nel Paese non è diminuita. Tutti segnali questi di un buono stato di salute dell'economia americana.
Wall Street: ecco perché il rialzo potrebbe non durare
Analisti e investitori non sono però troppo convinti che il mini-rally delle azioni possa durare a lungo, soprattutto se i dati aziendali dovessero essere peggiori del previsto nei prossimi mesi. Secondo Dave Grecsek, Amministratore Delegato nella strategia d'investimento e nella ricerca del gestore indipendente Aspiriant, in questo momento vi è un mix spiacevole per le aziende di inflazione elevata, rallentamento economico e una Fed che sta inasprendo con grande velocità la politica monetaria.
L'esperto ritiene anche che le valutazioni azionarie rimangono elevate, nonostante siano al di sotto della media degli ultimi cinque anni. L'indice S&P 500 scambia oggi a 17 volte gli utili attesi nei prossimi 12 mesi, sempre a un livello più alto rispetto ai multipli del secondo trimestre, per il fatto che i prezzi delle azioni sono aumentati e le stime dei guadagni si sono ridotte. In altri termini, nel rapporto Price/Earnings che determina la valutazione di un'azione si è alzato il valore del numeratore e si è abbassato quello del denominatore. Pertanto, "questo non è un buon momento per aggiungere rischi", afferma Grecsek.
La paura di molti investitori è che le aziende si sono mostrate resilienti di fronte all'aumento dei costi per gli input aumentando a loro volta i prezzi dei loro prodotti, ma saranno meno resilienti al continuo inasprimento della politica monetaria della Banca Centrale americana che alla fine potrebbe portare alla recessione economica. Anujeet Sareen, gestore di portafoglio di Brandywine Global, ritiene che se i ricavi diminuiscono e i costi per manodopera, materiali e altre cose rimangono alti, allora gli utili potrebbero essere messi sotto pressione. Per questa ragione, la società che gestisce ha ridotto l'esposizione verso aziende più rischiose, concentrandosi su quelle più solide.
Jonathan Golub, chief U.S. equity strategist di Credit Suisse, osserva invece che gli utili nella storia hanno raggiunto il picco solo due mesi prima dell'arrivo di una recessione, nei periodi di elevata inflazione. Questo vuol dire che dovrà esserci una discesa delle stime molto più pronunciata prima che una contrazione economica sia imminente.