I titoli tecnologici hanno cominciato bene il mese di ottobre con due sedute in forte rialzo, seguite però dalle vendite di ieri che hanno spinto il
NASDAQ in territorio negativo.
Sul futuro delle azioni legate alla tecnologia vi è molta incertezza, in quanto l'aggressività della
Federal Reserve non permette cali di tensione. La Banca Centrale americana si appresta a fare ulteriori maxi-aumenti dei tassi d'interesse nelle due riunioni prima della chiusura dell'anno.
Questo significa che le aziende che puntano sulla crescita saranno destinate a soffrire, come del resto hanno fatto per tutto il 2022. La motivazione sta nel fatto che dovranno sostenere un costo maggiore per prendere a prestito denaro che serve per sostenere i propri investimenti. Inoltre, la valutazione delle azioni si rimpicciolisce se effettuata come attualizzazione dei flussi reddituali futuri scontati a un tasso d'interesse maggiore. Ciò induce a un'attenta selezione delle attività a rischio prima di entrare a mercato, che nel contesto macroeconomico che stiamo vivendo è esercizio tutt'altro che semplice.
Wall Street: ecco dove investire
Nel ramo tecnologico gli analisti di JP Morgan hanno le idee chiare: puntare su Amazon e Uber. Il gigante dell'e-commerce rappresenta la migliore scelta nel settore online, hanno riferito gli esperti in una nota, grazie alle aspettative sui ricavi in crescita su base annua, all'espansione dei margini e alla moderazione degli investimenti in un contesto di inflessione del free cash flow nel 2023. A giudizio della banca d'affari americana, Amazon sarà più resistente di fronte a un ambiente recessivo, potendo contare su fattori chiave come i livelli di stock più elevati e la rapidità di consegna "man mano che Prime tornerà alla normalità".
A questo si aggiunge anche il fatto che nella seconda parte dell'anno il colosso di Seattle dovrà sostenere minori costi per il trasporto e il carburante rispetto ai primi sei mesi. Infine, vi è da considerare il vantaggio degli spazi in confronto ai competitor, ora che si avvicina la stagione natalizia. Sul tema del dollaro forte come fattore contrarian, gli analisti affermano che la società è meglio coperta rispetto ad altri, grazie ai costi di prodotto in valuta locale e ricavi principalmente in dollari USA.
Per quel che riguarda Uber, JP Morgan osserva che quest'anno l'EBITDA dovrebbe arrivare a 1,5 miliardi di dollari, sulla buona strada verso gli obiettivi della società per il 2024. A parere della banca più grande del mondo (
Banche: le 10 più grandi del mondo per capitalizzazione),
la recessione colpirà meno Uber rispetto a chi opera nelle consegne di cibo a domicilio, per via della natura meno discrezionale del ride-sharing, che è in continua ripresa dopo un periodo di appannamento.