A partire da settembre 2020, le attese di una ripresa economica con la fine della pandemia avevano portato gli operatori di mercato a investire nelle azioni delle società a bassa capitalizzazione. Gli stimoli fiscali attuati dall'Amministrazione USA avevano poi dato ulteriore impulso, come ha dimostrato il massimo raggiunto del Russell 2000 una decina di giorni fa.
La ragione di tutto questo è semplice. Quando un'economia cresce, le imprese più piccole hanno maggiore accesso al capitale, più o meno come quelle più grandi. Di conseguenza i guadagni tendono ad essere maggiori con una propensione agli investimenti superiore.
Negli ultimi 10 giorni però la situazione è cambiata. L'indice americano delle small cap è sceso di circa il 10% perché gli investitori hanno corretto il loro posizionamento rispetto ai titoli ciclici. Questo ritiro non è dato di saperlo quanto possa durare, però secondo alcuni rappresenta un'opportunità da cogliere.
Wall Street: perché investire sulle small cap
Una statistica storica è interessante e vale la pena di essere considerata. In questo momento l'indice Russell 1000, che comprende le azioni a grande e piccola capitalizzazione, ha un valore di 39 miliardi, che corrisponde a 23 volte quello della capitalizzazione del Russell 2000. Se si guarda alla media storica che parte dal 2000, si vede che tale valore è di 21 volte. Questo significa che le small cap hanno potenzialità di rialzo maggiori, ancor più che raccolgono lo slancio degli utili scaturiti dalla ripresa economica.
Inoltre volgendo lo sguardo a un quadro tecnico, il Russell 2000 è sceso sotto la media mobile a 50 osservazioni nella scorsa settimana e quando capita questo evento sovente l'indice inizia un rally di una certa importanza.
Nell'ambito delle azioni small cap poi vi sono i titoli value che sono da preferire, in quanto più maturi e più sensibili a quelli che possono essere i cambiamenti ciclici dell'economia. Esattamente come sta avvenendo in questo momento, dove sono tornati alla ribalta tutte quelle azioni che durante la fase più acuta della pandemia sono state oscurate dalla grande cavalcata dei titoli tecnologici.
Wall Street: le small cap su cui puntare
Se si sceglie di scommettere sui titoli a bassa capitalizzazione e che riflettono le tendenze del ciclo economico, un'occasione viene offerta dalle azioni Diamondback Energy, società energetica americana specializzata nell'esplorazione di idrocarburi.
L'azienda con sede in Texas ha una capitalizzazione di mercato di 13 miliardi di dollari e il titolo in Borsa è prezzato 9 volte gli utili attesi. Questo rende le azioni interessanti perché fortemente a sconto se si raffrontano i multipli con quelli del Russell 2000 Value, i quali sono intorno a 21,5.
Le stime per il futuro sono di una crescita degli utili aziendali del 30% nel 2022, soprattutto se il prezzo del petrolio dovesse continuare la risalita dopo gli shock pandemici. Le azioni hanno raggiunto quest'anno un massimo di 88,68 dollari e da lì sono scese fino a 74,60 dollari, ma bisogna considerare che negli ultimi 12 mesi hanno sostenuto una performance strepitosa del 205%.
La volatilità legata al titolo è molto alta, superiore di un terzo rispetto alla media del settore. Questo vuol dire che una ripresa corale del comparto value si traduce in un profitto ancora più accentuato per Diamondback Energy. Secondo RBC Royal Bank, l'occasione è propizia perché le valutazioni in questo momento delle azioni sono particolarmente convincenti rispetto a quelle dell'intero indice S&P 500. E siamo ancora all'inizio di una ripresa.