La scarsità di chip sta tramortendo il settore delle auto. Due importanti protagonisti come la casa automobilistica cinese NIO e il colosso americano Ford hanno subito delle perdite importanti in Borsa per la questione dei semiconduttori. Il problema sta diventando sempre più serio e molte aziende stanno lanciando l'allarme avvertendo i consumatori sull'entità dell'offerta nei prossimi mesi.
Nel frattempo sono continue le interruzioni delle attività produttive, con stabilimenti in zone strategiche che vengono chiusi per diversi giorni. La stessa NIO ha dovuto sospendere l'attività per 5 giorni nel mese di marzo e una sfilza di case automobilistiche, tra cui Honda Motor Co., BMW AG e Ford Motor Co., questa settimana ha segnalato tagli alla produzione e perdite di entrate per la carenza di chip.
NIO: trimestrale buona ma prospettive nebulose
La startup di veicoli elettrici ieri è crollata a Wall Street del 5,34% e a mercati chiusi ha pubblicato i dati del primo trimestre. Nel complesso i risultati non sono stati negativi, con la società che ha rilevato una perdita di 451 milioni di yuan, in diminuzione in confronto agli 1,69 miliardi dello stesso periodo del 2020 e agli 1,39 miliardi del precedente trimestre. Anche i ricavi sono saliti a 7,98 miliardi registrando un miglioramento rispetto al consensus che li dava a 7,16 miliardi.
Queste risultanze sono il frutto di un incremento delle immatricolazioni delle auto del 423% sul 2020, con 20.060 veicoli consegnati. Per il secondo trimestre le previsioni sono ferme a un livello di 21.000-22.000 vendite, in quanto si prevede che la quantità globale di chip andrà a calare e non ad aumentare. Con la perdita di ieri, il calo delle azioni dall'inizio dell'anno si è esteso al 20%, dopo un rally del 1.100% durante tutto l'arco del 2020.
Nei prossimi tempi NIO avrà da affrontare un altro problema nel mercato cinese delle auto elettriche, che ricordiamo è il più grande del Mondo. Giganti automobilistici come BMW e Volkswagen si stanno insediando prendendo quote di mercato, per questa ragione tenere il passo rappresenta una grande sfida per l'azienda con sede a Shangai. A questo proposito è in gestazione l'avvio di una seconda fabbrica nel parco industriale di Xinqiao a Hefei, con lo scopo di garantire un livello stabile e costante dell'offerta.
Ford: le indicazioni confuse sull'impatto dei chip scatena la vendite in Borsa
Il tonfo delle azioni Ford è stato ancora più rumoroso. Dopo aver fatto conoscere i risultati dei primi 3 mesi dell'anno nella serata di mercoledì dopo la seduta borsistica, ieri il titolo è stata assalito da un sell-off diffuso. Alla fine delle contrattazioni il crollo è stato del 9,41%, il più grande a livello giornaliero da giugno 2020.
Ad aver turbato in particolare l'umore degli investitori sono state le indicazioni della società riguardo al modo in cui la scarsità dei semiconduttori potrà incidere sulle performance. Nel secondo trimestre la produzione pianificata dovrebbe dimezzarsi, ma a giudizio degli analisti vi è molta confusione. Ad esempio Michael Word ha scritto in una nota agli investitori che "o l'impatto del chip è molto maggiore della stima di 2,5 miliardi di dollari fatta dall'azienda oppure gli utili strutturali sono molto inferiori alle ipotesi precedenti".
Ad ogni modo Ford ha abbassato le sue previsioni per l'anno in corso riguardo gli utili prima di interessi e tasse, portandoli a un range compreso tra 5,5 e 6,5 miliardi. Tutto questo sebbene nel primo trimestre ha realizzato un profitto di 4,8 miliardi e un EPS quattro volte superiore rispetto alle previsioni degli esperti. Le prospettive insomma sono abbastanza fosche e stamane un rapporto di S&P Global Ratings avverte che fino alla fine dell'anno probabilmente l'agenzia di rating manterrà un view negativa sulla casa automobilistica americana.