La grave crisi che ha investito i titoli tecnologici in questo 2022 ha riportato alla mente quanto successe 20 anni fa con le
dot-com. Allora vi era il titolo Amazon che dal massimo valore di 5,65 dollari del dicembre 1999 sprofondò al NASDAQ del 95% quando scoppiò la bolla, con le azioni che si ritrovarono a valere appena 28 centesimi nel 2002. Da allora però vi fu una corsa impressionante, con un
aumento delle quotazioni del 36.000% e un guadagno medio annuo del 34%, a fronte di una crescita media dell'S&P 500 del 9% annuo.
Chiaramente, vi sono state molte dot-com che si sono schiantate e sparite definitivamente dalla scena. Alla fine il mercato ha selezionato quelle aziende tecnologiche dotate da una struttura fondamentale solida, spazzando via tutte le realtà che in fondo si sono rivelate solo gusci vuoti.
Wall Street: chi sarà la prossima Amazon?
Adesso, con questa buriana che ha spazzato via centinaia di miliardi di capitalizzazione, chi può essere il nuovo Amazon? Facendo una cernita tra quei titoli che hanno perso più dell'80% dai loro massimi nell'ultimo anno, ve ne sono 12 in particolare degni di attenzione: il venditore di auto online Carvana, la piattaforma di prestito al consumo Upstart Holdings, il produttore di biciclette Peloton Interactive, il broker zero commissioni Robinhood Markets, la società di "Buy Now Pay Later" Affirm, l'exchange crittografico Coinbase, la start-up di auto elettriche Rivian Automotive, la piattaforma di scommesse online DraftKings, la biotech Ginkgo Bioworks, l'azienda di firma elettronica DocuSign, il produttore di software per giochi Unity e la società informatica Kyndryl.
In media le azioni di queste aziende hanno perso circa l'86% dai top degli ultimi 12 mesi, sterminando circa 600 miliardi di dollari di valore di mercato. Bisogna premettere tuttavia che una società che ha perso più dell'80% non necessariamente è un segnale di acquisto, anzi il più delle volte tende a spegnersi. Quindi, occorre prestare attenzione per valutare accuratamente quelle che sono le potenzialità.
Entrando nello specifico, il 67% degli analisti attribuisce un rating Buy per Ginkgo, Rivian, Coinbase e Unity, ben superiore della media del 58% per le azioni di tutto l'indice S&P 500. Al contrario, il rating è inferiore al 40% per società come Carvana, Upstart, Robinhood, Kyndryl e DocuSign. Tuttavia, vanno anche considerati anche altri fattori. Uno riguarda le aspettative sugli utili. Upstart e DocuSign ad esempio dovrebbero produrre guadagni il prossimo anno e in particolare Upstart presenta multipli interessanti, con un price/earnings appena di 12 volte.
Un altro elemento di cui tener conto riguarda la situazione finanziaria. Coinbase, Rivian e Ginkgo hanno in bilancio una quantità di cassa notevole, in rapporto alla loro capitalizzazione. Questo significa che dispongono di una base ottimale per poter generare profitti in futuro. In particolare Coinbase in questo momento sta creando free cash flow e ciò è un fattore estremamente positivo per le prospettive del gruppo, soprattutto adesso che è un momento molto difficile per il settore delle criptovalute.