Unipol punta alla conquista della posizione di primo azionista di Popolare di Sondrio. Ieri a Borsa chiusa la compagnia assicurativa bolognese guidata da Carlo Cimbri ha annunciato di aver avviato l’acquisto presso investitori istituzionali di 30 milioni di azioni di Banca Popolare di Sondrio pari al 6,62% del capitale. Tale quota, sommata a quella posseduta in precedenza (2,9%), porta a Unipol al 9,51% dentro la popolare lombarda. L’operazione ha un valore di circa 120 milioni di euro.
Unipol accende risiko bancario con Pop Sondrio
A condurre l’operazione è Equita SIM come intermediario e unico bookrunner. I risultati potrebbero arrivare già mercoledì. Secondo i dati CONSOB, attualmente il primo azionista di Pop Sondrio è Amber Capital, che controlla il 6,26% del capitale.
L’operazione, nel dettaglio, si chiama “reverse accelerated book-building”, cioè un’offerta a vendere rivolta a investitori istituzionali, con un premio sul prezzo di chiusura di martedì dell’azione ordinaria di Pop Sondrio compreso tra il 2% ed il 4%. Unipol si è riservata di accettare anche un quantitativo di azioni inferiore ai 30 milioni.
“l’operazione si inquadra nella strategia di UnipolSai finalizzata a contribuire ai piani di sviluppo della banca, partner industriale del gruppo Unipol dal 2010 nel comparto della banca-ssicurazione Danni e Vita”, si legge in una nota del gruppo assicurativo.
Unipol è anche primo azionista con quasi il 20% di BPER Banca, l’ex popolare che ha da poco assorbito oltre 600 filiali dell’ex UBI ed è data come una delle protagoniste del risiko bancario italiano. Se l’operazione dovesse andare in porto, il gruppo assicurativo si ritroverebbe primo azionista nei due istituti di credito.
Unipol: l’ipotesi fusione e le mosse delle banche
Unipol potrebbe anche pensare ad una fusione tra le due banche, in questo caso però, servirà che Banca Popolare di Sondrio abbandoni la forma cooperativa. Il pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato sull’ok alla trasformazione in società per azioni è atteso entro fine mese.
Nel frattempo gli scenari sulle future aggregazioni che da tempo coinvolgono anche il Banco BPM hanno spinto l’istituto di credito ai massimi dal 2018 e ad una capitalizzazione di circa 4,27 miliardi di euro. Intanto la lente degli investitori rimane su UniCredit, che il governo vedrebbe bene, secondo alcune indiscrezioni mai smentite, come l’acquirente ideale di MPS.
Per favorire le fusioni, il DL Sostegni bis ha prolungato fino a fine anno la possibilità che i Cda di un istituto bancario approvino una fusione per poter accedere ai benefici fiscali, trasformando in capitale le cosiddette Dta, ovvero dei crediti fiscali. Tuttavia, la norma non è stata elevata nell’ammontare né nei tempi, ma è ancora possibile che sulle Dta si intervenga ancora in sede di conversione in legge del decreto.