Le nuove regole dell'Unione Europea sulle emissioni delle auto prodotte dalle case automobilistiche nella regione potrebbero portare nelle casse di Tesla oltre 1 miliardo di dollari. Secondo i calcoli effettuati dagli analisti di UBS, questa è la cifra che il colosso dei veicoli elettrici americano potrebbe raccogliere attraverso gli accordi di pooling con altri produttori che non rispettano i limiti.
Bruxelles ha stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2025, le aziende dell'automotive devono ridurre le emissioni massime di CO2 da 116 grammi/km a 93,6 g/km. Poche aziende però riescono al momento a rientrare nella soglia, il che lascia loro alcune opzioni:
- aumentare la produzione di auto elettriche o plug-in, ma questo si scontra con una domanda carente;
- ridurre la produzione complessiva, andando incontro a un calo di ricavi e profitti, con tutte le conseguenze del caso sui mercati finanziari;
- pagare le sanzioni per il non rispetto dei limiti, le quali ammontano a 95 euro per g/km di emissioni in eccesso per ciascun veicolo di nuova immatricolazione;
- accordarsi con una società che è ampiamente al di sotto dei vincoli pagando una quota per presentare un resoconto combinato delle emissioni.
Quest'ultima sembra la strada più praticabile per ora. Naturalmente, Tesla è la più virtuosa tra le aziende che vendono in Europa e giocoforza attira le altre più deficitarie. Secondo un documento pubblicato dall'UE questa settimana, ci sono almeno cinque produttori, tra cui Toyota, Stellantis e Ford, che vogliono allearsi con la casa automobilistica guidata da Elon Musk per rientrare nei parametri del blocco.
Tra tutte sorprende la presenza di Stellantis, dal momento che l'ex Amministratore delegato
Carlos Tavares aveva asserito con convinzione che l'azienda avrebbe rispettato le regole in maniera organica. Tuttavia, il gruppo italo-francese si è dovuto scontrare con la realtà e questo passo - di combinare cioè con Tesla la quantità di emissioni - le permette di allentare la pressione circa la produzione di auto elettriche, che è in chiaro ritardo rispetto alla tabella di marcia.
Tesla: tutti fanno a gara per un'alleanza
Ogni casa automobilistica punta ad allearsi con Tesla in merito alle emissioni. Il documento UE mostra che c'è tempo fino al 5 febbraio per presentare la domanda di pooling con il colosso di Austin, firmando un accordo di non divulgazione e fornendo a Tesla i dati sulle proprie emissioni di carbonio. In questo modo l'azienda americana può valutare il rischio di non raggiungimento degli obiettivi una volta deciso di unirsi ad altre case automobilistiche.
Tuttavia, "non è chiaro se Tesla sia già al massimo come numero di produttori che può accogliere nel suo pool, oppure se c'è spazio per altri", ha affermato Patrick Hummel, capo analista di UBS.
Altre combinazioni in procinto di essere definite riguardano Volvo Car AB e Mercedes-Benz, con il gruppo svedese che potrebbe ottenere un risarcimento di 300 milioni di euro, quest'anno, hanno stimato gli analisti della banca svizzera. Chi intende unirsi a questo pool, deve presentare domanda entro il 7 febbraio.
La situazione invece si fa complicata per Volkswagen e Renault. I due produttori sono quelli più indietro nel colmare il gap tra gli obiettivi delle emissioni e quanto hanno inquinato nel 2024. La casa francese si è scagliata duramente contro la Commissione europea, ritenendo che le nuove regole portano a prendere decisioni "controproducenti per conformarsi agli standard", il che conduce a un "indebolimento dell'industria europea".
La società ancora non ha fatto trapelare nulla circa la possibilità di unirsi ad altre aziende in pooling. A giudizio di Hummel, sia Volkswagen che Renault potrebbero essere costrette a vendere più veicoli elettrici diluendo il margine e sostenendo un rischio di ribasso dei loro guadagni operativi di circa il 10%.