Ford è spazzatura. Questo almeno secondo l’agenzia americana S&P Global Ratings. Gli analisti hanno abbassato il rating del merito creditizio a junk, spazzatura per l’appunto. Questa notizia arriva a distanza di pochi giorni dal declassamento sul debito di Ford da parte di un’altra agenzia di rating, Moody’s. In un clima in cui si naviga a vista sui mercati a causa del dilagare del Coronavirus, la decisione di S&P è molto importante perché nonostante l’enorme sostegno dato al mercato statunitense da FED e Donald Trump potrebbe impattare in modo significativo sul mercato obbligazionario Corporate. In generale e nello specifico, soprattutto in termini di tassi e di accesso al credito. Il taglio del rating è giunto dopo la decisione di chiudere gli impianti produttivi in Europa e negli Stati Uniti, le due aree del Mondo attualmente messe a dura prova dal Coronavirus.
Mercato obbligazionario: attenzione agli effetti del Coronavirus
Da un punto di vista concreto, il declassamento a livello junk di Ford obbligherà alcuni fondi a non poter acquistare le obbligazioni della casa automobilistica. Si tratta in primis di fondi comuni e fondi pensione. Alcuni analisti temono che il mercato dei junk bond valga 1.200 miliardi di dollari, quello delle obbligazioni investment grade 6.300 di quello per le obbligazioni investment grade. I bond di Ford potrebbero dunque andare a ingolfare un mercato più piccolo, causando un incremento di volatilità dato da investitori più corsari sui mercati come gli hedge fund. Oltre a un incremento generalizzato dei tassi per Ford e le altre società considerate spazzatura. Ovviamente scenario potrebbe essere smussato dagli acquisti di questi asset da parte della FED, operazione non da escludere se si pensa che con l’esplosione della pandemia negli Stati Uniti il pensiero ora va sulla prossima Blue Chip che potrebbe andare in difficoltà. Le previsioni congiunturali di banche d’affari e centri di ricerca sono evidenti. Per la sola Europa, Bank of America stima che il ciclo recessivo innescato dal Coronavirus possa spingere fra i 20 e i 30 miliardi di euro di bond in territorio spazzatura.
Giudizio dell’Ufficio Studi di Investire.biz
Il nostro Ufficio Studi ritiene che il produttore automobilistico fosse già in condizioni precarie da qualche tempo, dall’altro lato le ripercussioni del virus in America non sono ancora del tutto note. Certamente la decisione di chiudere le fabbriche non ha aiutato e non aiuterà. Al rischio degli obbligazionisti che potrebbero non rivedere i loro soldi va aggiunto il problema economico e sociale che potrebbe derivare da licenziamenti di massa, oltre che sull’intera filiera del settore automobilistico. Potremmo essere solo all’inizio di un domino preoccupante che dagli Stati Uniti potrebbe presto contagiare l’Europa, così come la crisi dei mutui subprime ci ricorda. Tornando a Ford e guardando un po’ di dati ci accorgiamo che la capitalizzazione è inferiore allo stock di debito e che quindi ci troviamo di fronte ad una situazione piuttosto critica. Il prezzo delle azioni è sceso molto nell’ultimo periodo ma non siamo ancora ai livelli minimi assoluti. Non pensiamo che sia il momento di scommettere sul titolo perché potrebbe scendere ancora e di molto. Le speranze sono ora rivolte ad un salvataggio statale.