Microsoft vs Google: chi vincerà la guerra dell'AI? | Investire.biz

Microsoft vs Google: chi vincerà la guerra dell'AI?

24 feb 2023 - 10:00

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Ripercorriamo i punti salienti dell'integrazione di ChatGPT in Bing di Microsoft e analizziamo le opportunità di business per Microsoft e per Google con l'AI

ChatGPT è un cosiddetto chatbot, uno strumento che permette all’utente di dialogare e di effettuare ricerche nel web attraverso la formula di domanda e risposta. Da quando ChatGPT è stato lanciato, il 30 novembre 2022, non ha smesso di registrare nuovi record.

Il 5 dicembre infatti, in soli 5 giorni, ChatGPT ha raggiunto il milione di utenti iscritti. Un record assoluto: pensate che Instagram aveva impiegato 2 mesi e mezzo per arrivare a questa cifra, mentre Spotify 5.

Le voci di un acquisto da parte di Microsoft, che già in passato aveva investito 1 miliardo di dollari nel progetto, sono circolate per tutto gennaio, fin quando il 23 del mese scorso è arrivato l’annuncio ufficiale di un investimento di 10 miliardi di dollari in OpenAi, la società che detiene ChatGPT, di fatto avviando un processo per rilevarne più del 50% nei prossimi anni.

Pochi giorni dopo un altro record segnato da ChatGPT, il traguardo dei 100 milioni di iscritti in soli 2 mesi, la questione è entrata nel vivo: lunedì 6 febbraio infatti, Microsoft ha annunciato una presentazione ufficiale per il giorno seguente, martedì 7, in cui avrebbe presentato le novità di ChatGPT applicate al suo motore di ricerca, Bing.

Lo stesso giorno anche Google ha annunciato una presentazione delle sue ultime novità in tema intelligenza artificiale, in risposta a quella di Microsoft, per mercoledì 8 febbraio.

 

 

Ma andiamo con ordine: cosa ha presentato dunque Microsoft?

Microsoft ha presentato le integrazioni future del tool ChatGPT con le proprie piattaforme. La più grande novità rappresenta appunto il suo motore di ricerca Bing.

A breve la schermata di ricerca di Bing verrà sostanzialmente divisa a metà. A sinistra rimarrà la classica versione del motore di ricerca che tutti conosciamo, con l’elenco dei siti internet che l’algoritmo restituisce, in ordine dall’alto al basso in base a quale sito soddisfi di più la nostra ricerca secondo l’algoritmo.

 

Nuova schermata di Bing con l'integrazione di ChatGPT. Fonte: Microsoft.

 

Nella parte destra invece sarà integrata ChatGPT, che restituirà e organizzerà i migliori risultati in un messaggio riassuntivo. Sarà inoltre possibile dialogare con il chatbot per proseguire ed approfondire la ricerca.

Ma non solo. La tecnologia di ChatGPT aiuterà anche nella comprensione o rielaborazione di un testo. Sarà infatti possibile chiedere al chatbot un riassunto di un testo o di una pagina web, oppure di farsi aiutare direttamente nella creazione di paragrafi ex-novo.

 

 

E per quanto riguarda Google?

La presentazione Google in realtà non è stata poi così convincente. Si è parlato di Bard, l’intelligenza artificiale che dovrebbe “copiare” le funzionalità di ChatGPT, ma si è visto poco di pratico su come dovrebbe cambiare l’interfaccia del motore di ricerca.

La presentazione è stata più un’occasione per ricordare che anche Google è attiva nel campo dell’intelligenza artificiale, mostrando dove questa tecnologia viene già usata nel business dell’azienda. Inoltre subito dopo la presentazione è stato scovato un errore in uno screen dei risultati restituiti da Bard.

Secondo Bard, infatti, il nuovo telescopio della Nasa James Webb sarebbe stato il primo a fare una foto di un pianeta al di fuori del nostro sistema solare, cosa risultata non vera. Inutile dire che il mercato non l’ha presa bene, e il titolo ha chiuso la settimana al -12%.

 

 

Ma a che cosa punta Microsoft con l’acquisizione di ChatGPT?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo guardare al business di Microsoft. Microsoft è una delle aziende tecnologiche più diversificate in circolazione. Il 30% del suo fatturato deriva dai servizi di Cloud tramite Azure. Questi servizi sono stati lanciati solo nel 2010. Già solo questo dato ci fa capire come l’azienda sia stata capace di innovare, portando in 13 anni questo servizio da 0 a suo servizio di punta.

 

 

Fatturati in percentuale del business di Microsoft.
Fatturati in percentuale del business di Microsoft. Fonte: Twitter.

 

Abbiamo poi il fatturato del pacchetto Office, seguito dagli incassi del sistema operativo Windows e dai videogiochi, tra i quali vanno classificati i fatturati provenienti dalla console Xbox e dai videogiochi sviluppati da Microsoft, che rappresentano il 9% del fatturato totale del business.

Non sono da sottovalutare anche gli introiti provenienti dal social network LinkedIn, ed infine quelli provenienti proprio da Bing: sebbene siano solo il 5% del fatturato totale dell’azienda, parliamo comunque di cifre importanti, ben 8,5 miliardi di dollari nel 2021 e 11,5 nel 2022. Giusto per far capire di che numeri parliamo, i fatturati di Twitter e Snapchat sommati tra loro non arrivano a questa cifra.

 

Fatturati Bing vs Twitter e Snap.
Fatturati Bing vs Twitter e Snap. Fonte: Chartr.

 

Mentre Google? Google ha tutto da perdere in questa storia, essendo un’azienda molto meno diversificata. Per quanto riguarda Google la situazione è molto più grigia, in quanto quasi il 60% del suo fatturato deriva dal suo motore di ricerca.

Il servizio cloud del business fa fatica a decollare, pesando solo il 9% sui conti dell’azienda (ricordiamo che per Microsoft è sopra al 30%) e se aggiungiamo anche YouTube e tutta la galassia del network di Google scopriamo che praticamente quasi tutta l’azienda si basa sulla pubblicità (parliamo dell’80% del fatturato totale).

Questa mancanza di diversificazione rappresenta un punto di debolezza enorme per Google, come abbiamo detto.

Tutto il traffico, e di conseguenza il fatturato, che Microsoft riuscirà a rubare a Google sarà difficilmente sostituibile per l’azienda, e potrebbe mettere Google in seria difficoltà.

Il discorso opposto vale invece per Microsoft: il business delle ricerche online è marginale per l’azienda al momento, ma potrebbe acquistare sempre più importanza nel corso degli anni, e addirittura diventare una delle prime voci per fatturato.

Questi cambiamenti sono abbastanza piccoli se visti nel breve periodo, ma possono fare la differenza per un’azienda su orizzonti temporali più lunghi.

Ricordiamoci appunto che la prima voce nel fatturato di Microsoft ad oggi è data da un servizio che non esisteva neanche 13 anni fa. Dunque quello che stanno tentando di fare è quello di ripetere il “miracolo”, o meglio dire il buon lavoro, già fatto con la piattaforma cloud Azure.

Per quanto riguarda Google invece, seppure con molte implementazioni, il suo prodotto di base è praticamente lo stesso dal 1998, quando acquisì la leadership del mercato delle ricerche e non la lasciò più.

 

 

Ma com’è la situazione del mercato delle ricerche online al momento?

Al momento Google domina, con il 93% della quota di mercato. Bing è 2°, ma ad una distanza siderale, al 3%. Attenzione però, come al solito scorporando i dati si trovano letture interessanti.

C’è infatti un sottogruppo di queste ricerche che regala una sorpresa: sto parlando delle ricerche via desktop. Se nel mobile Google spadroneggia, con addirittura il 96% della quota di mercato, nelle ricerche da desktop questo divario è meno pronunciato. Siamo infatti all’84% per Google e al 9% per Bing.

Inoltre è interessante notare come Bing stia recuperando fette di mercato importanti negli ultimi anni, anche da prima dell’integrazione con ChatGPT. A metà 2021 le ricerche su Bing da desktop erano a circa il 6%, mentre ad inizio 2019 erano addirittura sotto al 3%.

Ed è proprio questo il punto vulnerabile, il tallone d’achille, su cui sta battendo Microsoft per cercare di abbattere il colosso Google.

Per poter scalare posizioni nella lista di attesa alla nuova versione di Bing infatti Microsoft costringe gli utenti ad impostare Edge, il suo browser web, come programma predefinito per la navigazione su desktop. Inoltre per saltare la lista di attesa fa scaricare il browser con la nuova integrazione di Bing anche sul cellulare.

Queste mosse di marketing ovviamente non permetteranno di stravolgere lo strapotere di Google, ma sono comunque uno spiraglio. Noi stessi in azienda nell’ultima settimana abbiamo riesumato i nostri account hotmail, a cui non accedevamo da tempo, proprio per richiedere l’accesso a Bing. La strategia di Microsoft è dunque chiara: spingere gli utenti almeno a testare Bing, costruendo così la base sui cui iniziare a rubare quote di mercato a Google.

Si tratta di piccole mosse strategiche, che però nel complesso e nel lungo termine possono generare un effetto a catena. E Google è già caduta nel tranello, affrettando i tempi e mettendo in piedi una presentazione debole, con alcuni impiegati che si sono lamentati della pressione e della strategia del CEO di Google Sundar Pichai per rilasciare il prima possibile una versione di Bard, anche con errori.

Questi cambiamenti di mercato possono sembrare impossibili perché lenti, ma in realtà sono assolutamente possibili. Del resto la stessa Google riuscì a fare un vero e proprio sgambetto a Microsoft nel giro di qualche anno a partire dal 2009, quando lanciò il suo browser Chrome.

Chi ha più di 30 anni infatti sicuramente si ricorderà che Microsoft dominava il mercato dei browser web negli anni 2000 con il suo Internet Explorer, che però fu raggiunto e poi sostituito nel giro di 4 anni proprio da Chrome.

Sono tanti gli investitori che ancora sostengono Google come scelta di investimento corretta anche adesso, nonostante le novità riguardo l’intelligenza artificiale, soprattutto perchè, già da anni, Google è stata tra le prime società ad investire in intelligenza artificiale… Il problema di Google, però, è che non ha osato abbastanza in quanto aveva troppo da perdere e si è fatta “rubare” la rivoluzione di ChatGPT da microsoft.

Vero, sono d’accordo con tutti gli analisti che dicono che Google è talmente grande che morirà a causa dell’alleanza tra Microsoft e ChatGPT… Ma farei comunque attenzione!

Sta succedendo la stessa cosa successa con la rivoluzione della fotografia digitale! Sapete chi fu la prima società al mondo ad investire in fotografia digitale? Vi sembrerà incredibile, ma fu proprio Kodak, la stessa società che fu poi spazzata via da questa innovazione.

Kodak, che al tempo era la regina indiscussa delle foto, non spinse sulla rivoluzione del digitale perché aveva troppo da perdere… Se avesse iniziato a vendere macchinette digitali, chi avrebbe piu comprato le pellicole? Fateci caso è la stessa situazione che sta vivendo oggi Google.

In conclusione, secondo noi di investire.biz oggi le azioni Microsoft rappresentano un buon investimento ma sopratutto un miglior invrstimento rispetto alla azioni Google!

Scopri l'analisi del business di Microsoft in questo video.

 

 

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