-
Il Fondo attivista Bluebell manda una lettera a Mediobanca muovendo critiche sull'operatività dell'istituto bancario;
-
Tra le richieste del Fondo vi è la distribuzione delle azioni Generali ai soci, operazione che potrebbe essere mal digerita dalla BCE;
-
Gli analisti non danno molta considerazione alla vicenda e confermano il giudizio buy per il titolo Mediobanca.
Mediobanca sotto tono oggi a Piazza Affari, con le azioni di Piazzetta Cuccia che perdono il 3,4%. In una giornata dove il FTSE Mib al momento fa segnare un calo dello 0,5%, il titolo della banca milanese risulta il peggiore tra i 40 che compongono il paniere di riferimento di Borsa Italiana.
A deprimere le quotazioni del gruppo bancario la lettera inviata dal fondo londinese Bluebell al management di Mediobanca. Nella missiva vengono avanzate delle critiche sul modus operandi della banca d'affari, seguite da alcune richieste. Questo dopo la premessa che l'istituto di credito presenta un'ossatura economico-patrimoniale solida ed è gestita ottimamente.
Nel contenuto della lettera la richiesta di distribuzione delle azioni Generali
Il fondo Bluebell detiene un pacchetto azionario pari all'1% del capitale di Mediobanca e fa capo agli italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco, noti per essere intervenuti in diverse vicende che riguardano la finanza italiana, come ad esempio la questione derivati del Montepaschi di Siena. A turbare l'umore negli uffici di Piazzetta Cuccia alcuni aspetti del contenuto della lettera e che riguardano:
-
La scarsa efficienza della struttura operativa. Gli attivisti del Fondo ritengono che i costi della holding sono eccessivi e per questo si rende necessario rivederli ed eventualmente tagliarli;
-
Il core business. L'istituto avrebbe perso il focus che l'ha da sempre caratterizzato, che è quello dell'investment banking. Quindi dovrebbe concentrarsi nuovamente su quel tipo di attività;
-
La revisione della governance. Lo statuto della banca prevede che l'amministratore delegato deva avere almeno 3 anni di attività nel CdA, ma questo di fatto chiuderebbe alla possibilità che si possa introdurre un manager esterno;
-
Le azioni di Generali, di cui Mediobanca è principale azionista con una quota del 12,86%. Bluebell propone di distribuire le azioni Generali ai soci come dividendo straordinario.
Quest'ultimo aspetto a giudizio degli analisti sembra quello più controverso della vicenda, in quanto la distribuzione delle azioni di Generali comporterebbe una dispersione del premio di influenza connesso al rendimento. Oltre al fatto che la cosa potrebbe accendere una spia presso la BCE, che in questo momento storico è molto riluttante ad avallare qualsiasi forma di distribuzione dei dividendi da parte delle banche dell'Eurozona.
In realtà tutte queste richieste erano già state fatte da Leonardo Del Vecchio nell'ambito dell'operazione che vede il fondatore di Luxottica puntare a salire al 20% del capitale di Mediobanca. E se attualmente l'imprenditore milanese ha il 9,89% di Mediobanca, il peso specifico dello stesso sarebbe ben superiore a quello di un fondo che arriva a malapena all'1%.
La vicenda ricorda molto quella che nel lontano 2007 riguardò Assicurazioni Generali. All'epoca fu il fondo inglese Algebris, guidato da Davide Serra, che inviò una lettera di fuoco alla sede del Leone di Trieste contestando performance, governance e conflitti di interessi e intimando la compagnia a intervenire celermente. Anche allora il fondo deteneva una partecipazione risibile dello 0,3% che poteva arrivare all'1% con le opzioni.
Azioni Mediobanca: per gli analisti sono da comprare
Gli esperti di Banca IMI non prevedono grandi scossoni del titolo Mediobanca a Piazza Affari per l'intervento del fondo attivista; al massimo qualche turbolenza prima dell'assemblea degli azionisti che si terrà nel prossimo autunno per il rinnovo del CdA. Pertanto viene confermato il giudizio buy sul titolo con un prezzo obiettivo di 8 euro dai 6,31 attuali.
Secondo Equita Sim, Piazzetta Cuccia ha una tale solidità finanziaria da riuscire a resistere egregiamente a qualsiasi situazione negativa legata al Covid. Infatti l'EBA, l'Autorità bancaria europea, ha tracciato tre scenari che si possono venire a determinare dalla coda della pandemia. In base a questi tre scenari l'istituto ha stimato l'impatto che si avrà sui bilanci degli istituti di credito.
Ebbene nello scenario peggiore solo Mediobanca, insieme a Intesa San Paolo, riuscirebbe comunque a generare utili, laddove le altre banche subirebbero viceversa perdite già a partire da uno scenario medio. Questo perché gli istituti di grandi dimensioni sarebbero più attrezzate a fronteggiare gli shock esterni per via dei livelli maggiori di efficienza garantiti dalle economie di scala e dalla diversificazione del business.