I mercati finanziari quest'anno hanno dovuto affrontare numerose turbolenze e incertezze che li hanno portati a subire delle perdite rilevanti. I driver che hanno guidato le quotazioni al ribasso non sono certamente mancati.
La guerra Russia-Ucraina ha aggravato una crisi energetica in atto, ma grandi difficoltà sono arrivate anche dalle strozzature alle catene di approvvigionamento e dal riemergere del Covid-19 in Cina. In testa vi è però un'inflazione che, a livelli che non si vedevano da 40 anni, ha costretto le Banche centrali ad alzare i tassi d'interesse e a fermare i piani di acquisto di titoli di Stato avviati durante la pandemia.
Questo ha fomentato
il timore di una nuova recessione globale, abbattendo le quotazioni azionarie e quelle del reddito fisso. Anche le valute hanno sofferto tremendamente, somatizzando le difficoltà delle rispettive economie. Eccezion fatta per il dollaro USA che, in qualità di bene rifugio e riflettendo la politica ultra-restrittiva della
Federal Reserve, si è rinforzato rispetto a tutte le altre monete.
Investimenti: ecco i titoli più colpiti nel 2022
In questo contesto, vi sono state delle categorie di attività particolarmente colpite, che hanno registrato perdite almeno del 30%. Eccone alcune:
Obbligazioni USA a lungo termine
Le obbligazioni a lungo termine hanno rilevato perdite più elevate perché sono più sensibili alla variazione dei tassi d'interesse rispetto ai bond a breve durata. La ragione è determinata dal fatto che danno un ritorno più basso in confronto alle nuove emissioni per più lungo tempo. Il prezzo di conseguenza si abbassa più rapidamente. Quest'anno, a causa dell'aumento del costo del denaro, i rendimenti obbligazionari sono cresciuti e le quotazioni delle obbligazioni sul mercato sono cadute rovinosamente. Ad esempio, iShares 20+ Year Treasury Bond ETF, che riproduce i titoli di Stato USA a lungo termine, è sceso di circa il 30%, mentre il Pimco 25+ Zero Coupon U.S. Treasury Index ETF è crollato del 38%.
Azioni privilegiate
Le azioni privilegiate riguardano titoli che conferiscono al possessore un privilegio nei dividendi e nel rimborso della quota qualora la società venga liquidata o sciolta, sebbene limitati diritti di voto. Le privilegiate di JP Morgan sono scese circa del 30% a 18 dollari quest'anno, di fronte a un valore nominale di 25 dollari. Mentre le Vornado Realty Trust sono affondate del 35% a 16 dollari, con un valore nominale di 25 dollari.
Titoli municipali
Negli ultimi anni vi sono state diverse emissioni di titoli municipali soprattutto da molte università statunitensi, in ragione della loro forte posizione creditizia. Si tratta di obbligazioni che hanno una durata lunghissima, anche superiore ai 100 anni. Un esempio è quello dell'Università della Pennsylvania, che ha piazzato bond a scadenza nel 2112 con cedola 4,67%. Tali titoli quest'anno sono scesi del 40% a 84 dollari.
Obbligazioni sovrane europee a lungo termine
In questo caso vale lo stesso discorso delle obbligazioni USA con scadenza molto lunga, dove il prezzo diventa molto sensibile all'andamento dei tassi. Il debito sovrano del Regno Unito è stato particolarmente colpito, con bond in scadenza 2061 crollati del 57% a 36 centesimi per effetto del caos nei mercati finanziari britannici. Nel 2020 l'Austria ha preso al volo l'occasione di tassi bassissimi emettendo un'obbligazione sovrana a 100 anni con interessi appena dello 0,85%. Nel 2022 si è trovata di fronte a un dimezzamento del valore del titolo a 42 centesimi di dollaro.