Le azioni americane non sono da comprare. A dirlo sono gli analisti di Goldman Sachs. La ragione è che il rally - che dura da quando il mercato ha percepito che la Federal Reserve avrebbe allentato la sua politica monetaria - è arrivato agli sgoccioli. James Ashley, responsabile della strategia del mercato internazionale della banca americana, traccia uno scenario di base in cui l'economia USA si appresta a un atterraggio morbido, con una probabilità quasi nulla che si configuri una recessione.
Il calo dell'inflazione e il rallentamento economico indurranno la Fed a tagliare i tassi di interesse probabilmente a giugno. Tutto ciò però è stato già scontato nei prezzi delle azioni, osserva Ashley; per questo non c'è molto spazio per ulteriori rialzi. "Tendiamo a pensare che le azioni statunitensi in questo momento siano valutate in modo equo, ma che il rialzo da queste valutazioni sia limitato. Le migliori opportunità potrebbero essere in altri mercati", ha concluso.
Azioni: il rally di Wall Street è finito, dove investire?
Quali sono, quindi, gli altri mercati su cui vale la pena concentrare l'attenzione? Lo strategist di Goldman Sachs indica l'India e il Giappone come i più allettanti.
Per quanto riguarda l'India, Ashley vede una crescita di lungo termine mentre altre economie "inizieranno a rallentare per ragioni sia secolari che cicliche". A giudizio dell'esperto, il PIL indiano potrebbe salire a tassi a due cifre in futuro. Negli ultimi anni, il Paese si è molto sviluppato grazie agli investimenti infrastrutturali progettati dal governo di Narendra Modi. Lo scorso anno, l'India è anche diventata la nazione più popolosa del mondo scansando la Cina, ma l'aspetto più interessante è che, al contrario del Dragone, quella del Subcontinente è una popolazione giovane e ciò crea premesse di crescita.
L’ottimo stato di salute dell'economia si è riflesso in Borsa, con gli indici azionari che hanno inanellato guadagni per 8 anni consecutivi. Il rally però ha portato le azioni indiane a valutazioni importanti e questo in teoria potrebbe essere un freno per un'entrata a mercato in questo momento. Ashey sostiene che, ciò nonostante, ci sia ancora spazio per "un significativo rialzo basato proprio sulla storia di crescita della nazione". Per investire, a suo avviso, non c'è un settore in particolare, ma esistono "enormi opportunità se si guarda alle small e alle mid cap".
Quanto alle azioni giapponesi, queste hanno un vantaggio: a differenza delle altre Banche centrali, la Bank of Japan non deve preoccuparsi di contenere l'inflazione. Ciò implica che può continuare a essere fondamentalmente accomodante stimolando l'economia e le quotazioni in Borsa. "Il Giappone è l'unica grande economia in cui l'inflazione non è un problema, ma una soluzione. È una soluzione a un problema vecchio di 30 anni", ha detto Ashley. Quindi, "l'obiettivo della Banca centrale ora non è soffocare le pressioni inflazionistiche, ma abbracciarle", ha aggiunto. Per questo, sul fronte del mercato azionario, il Giappone è il più attraente sia a breve che a lungo termine", ha concluso.