La crisi di liquidità di Evergrande si sta allargando e ora colpisce anche l'unità di veicoli elettrici del gruppo immobiliare. Nella Borsa di Hong Kong le azioni di China Evergrande New Energy Vehicle sono franate fino a perdere il 26% dopo l'alert della società sul futuro dell'azienda. Se non ci sarà una rapida iniezione di capitale fresco, la produzione futura potrebbe essere messa gravemente in pericolo.
Nella giornata di venerdì Evergrande NEV aveva dichiarato di non essere riuscita a pagare stipendi e fornitori e che ciò aveva provocato una sospensione degli approvvigionamenti delle attrezzature di fabbrica. La reazione del mercato non poteva che essere disastrosa. Dopo il calo di oggi, le azioni dell'unità automobilistica hanno perso il 94% quest'anno, bruciando 84 miliardi di capitalizzazione dal loro massimo livello di aprile. E pensare che in quel periodo l'unità EV di Evergrande era valutata più di Ford Motor.
Evergrande NEV: salta quotazione a Shangai
Un ulteriore riflesso della grave carenza di fondi è stata la comunicazione sabato scorso che Evergrande NEV non procederà con la quotazione nello Scienze and Technology Innovation Board della Borsa di Shangai. Altri dettagli per il momento non ne sono stati forniti. Nel settembre del 2020, il CdA aveva proposto l'emissione di 1,6 miliardi di nuove azioni di classe A per finanziare progetti di sviluppo in veicoli di nuova energia.
Ricordiamo che Evergrande NEV è stata creata nel luglio dello stesso anno, attraverso la trasformazione di Evergrande Health. Tuttavia, bisogna precisare che il grosso dei suoi introiti proviene dai servizi sanitari e dalle case di cura che gestisce. Adesso l'azienda sta trattando per vendere alcuni progetti relativi all'assistenza agli anziani in modo da poter ottenere fondi per ricostituire il capitale circolante.
Nei primi 6 mesi dell'anno in corso, Evergrande NEV ha registrato una perdita di 4,8 miliardi di yuan, pari a 742 milioni di dollari, a seguito di un fatturato di 6,92 miliardi di yuan. Quasi l'intero fatturato (6,89 miliardi) proviene proprio dal settore sanitario.
Evergrande: la crisi continua
La crisi di liquidità di Evergrande non conosce soste. La Cina ha fatto passare quasi sotto silenzio il mancato pagamento di obbligazioni in dollari giunte a scadenza la scorsa settimana, facendo leva su una dilazione concordata con i creditori di 30 giorni. Adesso tra 2 giorni vi sarà un altro appuntamento importante, con cedole di 47,5 milioni di dollari che scadono su un bond 9,5% del marzo 2024.
Questo sarà un banco di prova decisivo perché farà capire se effettivamente gli investitori dovranno aspettarsi altri grandi perdite anticipatorie di un default totale. Il debito spaventoso di oltre 300 miliardi di dollari potrà scagliarsi con violenza sui mercati finanziari determinando un contagio dalla conseguenze disastrose.
Kyle Rodda, analista di IG Markets a Melbourne è più cauto e, sebbene pensi che gli operatori si aspettano il fallimento del colosso immobiliare, ritiene che questo non comporterà grandi rischi sul sistema finanziario cinese e i mercati globali non subiranno un effetto domino.